Machete non twitta.
Ma quel che più conta è che, come avevamo già subodorato nel primo capitolo della saga, Machete non diverte più.
Fuoco fatuo del cinema mex-ploitation, l’ex-agete federale affezionato alle armi da taglio interpretato da Danny Trejo, potrebbe aver già terminato le cartucce dei suoi [tanti] caricatori e il suo messaggio più organico [quello ludico], già all’interno del fake trailer presente nel double bill Grindhouse, di Rodriguez e Tarantino.
Ma cosa c’è davvero che non va?
Innanzitutto la mancanza di mordente. Machete kills si affloscia quasi subito [ben prima della metà del film] in un meccanico bodycount poco frizzante e affatto tensivo, una sequela di uccisioni paradossali ma del tutto dimenticabili [paradosso del Machete!], che non presentano quasi affatto la valenza ludica ed esplosiva contenuta nel fake trailer e, in parte, nel film precedente.
Ma non ne facciamo solo un fatto di sangue, decapitazioni e budella, sia ben chiaro! Gli stessi personaggi non riescono ad instaurare un rapporto che sia degno di tale nome con lo spettatore, annichilendosi in una carrellata di volti noti.
Gibson, in primis, nei panni di uno dei supercattivi meno sfruttati della storia del cinema, seguito a ruota dai quattro attori racchiusi nel personaggio multiforme di El Camaleon, creatura filmica che racchiude in sé un’intuizione coi fiocchi e una messa in pratica fallimentare. Un personaggio che scambia volto strappandosi via volti in similpelle, alla maniera di Lupin, ma che, in primis, non ha un vero e proprio ruolo di peso nello svolgimento filmico, e poi non permette a nessuno dei quattro attori il tempo di calcare la scena che già si ritrova a dover lasciar spazio all’interprete successivo [e quanto si è parlato dell’ingresso nel cast di Lady Gaga?].
Affrontiamo ora la quota rosa del film [importante elemento della poetica machetiana]. Ebbene, le tre primedonne di Machete Kills non riescono a dare a film un’atmosfera speziata e palpitante.
La Shé di Michelle Rodriguez è sfruttata troppo poco, e sarebbe stata quella che meglio avrebbe funzionato. Completano la triade due bionde: Miss San Antonio [Amber Heard], spia infiltrata con il compito di fornire ogni genere di supporto a Machete, sfruttando la sua copertura di aspirante miss; e Desdemona [Sofia Vergara], tenutaria di un bordello, tessitrice di sottotrame cospirazioniste che arrivano sino a Mendez [Demian Bichir], leader della rivoluzione armata messicana e, soprattutto, proprietaria di un reggiseno metallico con incorporati nelle coppe due mitragliatori [ricordate la gamba-mitra della Cherry di Planet Terror?].
Ma non bastano due allusioni su quanto caliente sia il gigante messicano, né un paio di protesi sparatutto per ricreare la sana atmosfera giocosa del primo film, e tutto sembrerebbe volgere al ripetitivo andante, se non fosse per un incipit che promette un terzo capitolo [Machete kills again… in space] che, pigiando il pedale del trash, vorrebbe trasportare Machete addirittura nello spazio, con tanto di vergate a Justin Bibier e Leonardo Di Caprio.
In Machete kills, l’ex-agente federale viene richiamato in campo nientemeno che dal presidente degli Stati Uniti che, volente o nolente, lo invia in Messico per impedire che un leader rivoluzionario, il milionario e bipolare Mendez, metta in atto un attacco armato ai danni degli USA. Ma dietro al pericolo messicano, se ne nasconde un altro ben più subdolo…
“Dicono che Machete non muoia mai”… Speriamo che, allora, raddrizzi la rotta!
Luca Ruocco
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MACHETE KILLS
Regia: Robert Rodriguez
Con: Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Sofia Vergara, Amber Heard, Mel Gibson
Uscita in sala in Italia: giovedì 7 novembre 2013
Sceneggiatura: Kyle Ward
Produzione: Sergei Bespalov, Alexander Rodnyansky, Aaron Kaufman, Iliana Nikolic
Distribuzione: Keyfilm
Durata: 107’
Anno: 2013