C’è un’intensità molto forte in Philomena, ultima fatica di Stephen Frears [The Queen, 2006], unita ad un umorismo tipicamente british che non arresta la drammaticità della storia, ma ne fa da contraltare, evitando quel patetismo che probabilmente l’avrebbe svilita.
La storia di Philomena Lee è stata raccontata da Martin Sixsmith nel suo libro The lost child of Philomena, pubblicato in Italia da Edizioni Piemme, 2009, con il titolo Philomena, ed è ora trasposta cinematograficamente da Frears. Philomena nasce da un’idea di Steve Coogan, produttore, co-sceneggiatore del film con Jeff Pope, e attore protagonista con Judi Dench, che, come ha dichiarato egli stesso, si commosse nel leggere un articolo in cui si raccontava la struggente storia della signora Lee in occasione dell’uscita del libro.
1952. Irlanda. Philomena Lee [Sophie Kennedy Clark] è una ragazza di sedici anni che una sera d’inverno conosce un suo coetaneo con il quale consuma un rapporto sessuale.
La ragazza, dopo aver scoperto di essere incinta, viene ripudiata dalla famiglia e accolta nel convento di suore diretto dalla perfida suor Hildegarde [Barbara Jefford] a Roscrea. La giovane scoprirà presto di vivere in un vero e proprio inferno, e toccherà con mano la cattiveria di alcune suore il giorno del parto, durante il quale sia lei che il bambino, che è in posizione podalica, rischiano la vita.
Anziché somministrarle degli antidolorifici e sostenerla, le suore che la assistono provano soddisfazione nel vederla soffrire, convinte che quei dolori le siano stai inflitti dal Signore come punizione per il suo peccato. Sopravvissuta al parto, Philomena si ritrova a lavorare nel convento, in lavanderia, come vuole il regolamento delle consorelle, secondo il quale le ragazze madri prese in affidamento debbano restare a prestare servizio all’interno della struttura per quattro anni dal parto.
Philomena può vedere Anthony, suo figlio, solo un’ora al giorno, questo fino a quando non le verrà tolto per sempre, per essere venduto.
2002. Il giornalista Martin Sixsmith [Steve Coogan], dopo aver perso il lavoro di PR presso il governo britannico [a capo del quale vi è il Primo Ministro Tony Blair], lavora ora per la BBC, e sta riflettendo sul tema del suo prossimo libro, che vorrebbe dedicare ad un periodo della storia russa, di cui è appassionato.
Una sera, però, incontra ad una festa la figlia di Philomena, che, venuta a conoscenza il giorno stesso del triste passato di sua madre, e delle intenzioni del giornalista di rimettersi a scrivere, gli propone di incontrare Philomena [interpretata da Judi Dench], convinta che la storia vissuta da sua madre si adatti benissimo ad un romanzo. Martin è profondamente turbato e commosso dal racconto di Philomena, e così le propone di fare luce sulla vicenda e scoprire dove si trova ora Anthony. Dopo aver ottenuto prove sulla vendita di bambini dall’Irlanda all’America, di cui le suore stesse del convento di Roscrea erano responsabili, Judi e Martin partono per l’America, ma senza troppe illusioni.
Quando si ha la fortuna di lavorare con attrici valide come Judi Dench [ad ogni modo anche il resto del cast è eccellente], il lavoro è già in partenza a metà dell’opera. Se poi si aggiunge, alla base, una intensa storia di vita vissuta, allora ecco che vengono a costruirsi forti certezze. Philomena è la dimostrazione di quanto a volte i traumi del passato non induriscano per dato di fatto chi è stato vittima, rendendolo più sensibile, certo, ma anche rinforzandone lo spirito.
È questo il caso di Philomena Lee, che anche di fronte ad un dolore immenso quale può essere quello di essere privati del proprio figlio, ha un moto di compassione nei confronti di chi le ha fatto del male, arrivando persino a giustificare le gravi ingiustizie che le sono state fatte.
In un certo senso Philomena e Steve sono l’uno il grillo parlante dell’altro, con la donna che rimprovera l’uomo per il suo agnosticismo e la sua malfidenza nei confronti di chiunque, e lui che disapprova l’eccessiva commiserazione di lei nei confronti di suor Hildegarde, così come la sua fervente fede cattolica, lei che proprio dai rappresentanti della Chiesa ha ricevuto tanto odio e cattiveria.
In Philomena si ride, talvolta di gusto, e contemporaneamente ci si commuove, ed è incredibile come il binomio dramma/commedia si intersechi così bene e trovino insieme il giusto equilibrio.
Philomena, che ha entusiasmato il pubblico e la critica alla 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è un film nel quale è possibile riscontare una certa saggezza, spigliato e rilevante sotto diversi punti di vista.
Nell’attesa di vederlo al cinema a partire da giovedì 19 dicembre, distribuito da Lucky Red, vi presentiamo una clip dal film.
Gilda Signoretti
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PHILOMENA
Regia: Stephen Frears
Con: Sophie Kennedy Clark, Judi Dench, Steve Coogan
Uscita in sala in Italia: giovedì 19 dicembre 2013
Sceneggiatura: Steve Coogan, Jeff Pope
Produzione: BBC Films, Baby Cow Productions, British Film Institute, Magnolia Mae Films, Pathé
Distribuzione: Lucky Red
Anno: 2013
Durata: 98′
PHILOMENA – CLIP 1 – “MARTIN, VADA A CORRERE”: