Il marito perfetto è uno di quei progetti filmici indipendenti che noi di InGenere abbiamo seguito sin dalla sua nascita. Dopo l’uscita del mediometraggio, davvero molto gradevole, abbiamo avuto modo di ospitarlo al Fantafestival del 2012 e siamo rimasti in costante contatto, oltre che con il regista Lucas Pavetto, anche con due degli interpreti, Crisula Stafida e Stefano Jacurti.
Come, poi, vi avevamo già anticipato in una news, da Il marito perfetto e per interessamento di A Mundial Film Production, l’idea di Pavetto ha avuto modo di evolversi in lungometraggio. La notizia bomba, che arriva a poco tempo dall’uscita del trailer ufficiale, è che il film dovrebbe trovare una diffusione di sala grazie a Explorer Entertainment con uscita prevista a febbraio 2014!
Non male per un film indie… Ma continuiamo con le notizie a riguardo…
Innanzitutto il cast, che vede, nei ruoli di protagonist Bret Roberts e Gabriella Wright, e gli effetti speciali, realizzati da Mauro Fabriczky e Giuseppe Cordivani per la Mauro Fabriczky – Special MakeUp Studio; mentre per quanto riguarda le location, The Perfect Husband è stato girato a Catania, sulle pendici dell’Etna. Una location scovata dallo stesso regista durante una visita in Sicilia e che si insinua nella perfetta tradizione horror. Una piccola curiosità: proprio durante le riprese l’antico cratere ha deciso di risvegliarsi dal suo antico sonno, sprigionando fumo nero sul cielo della città. Una sorta di presagio oscuro in linea con le atmosfere cupe del film!
Questa, invece, la sinossi ufficiale [che molto ricorda quello del medio del 2012]:
Viola e Nicola stanno attraversando un periodo difficile. Il loro rapporto di coppia è stato messo a dura prova da un interruzione di gravidanza che li ha travolti inaspettatamente. Per superare questa crisi decidono di passare un fine settimana in un vecchio chalet sperduto tra i boschi, ma tutto prenderà una china diabolica quando nella testa di uno dei coniugi si insinuerà un folle sospetto.
Quello che doveva essere un tranquillo weekend si tramuterà improvvisamente in un incubo mortale. Una convivenza difficile si trasformerà presto in un thriller al cardiopalma, teso e adrenalinico che coinvolgerà lo spettatore in un vortice di suspance e terrore puro.
Mentre aspettiamo di potervi mostrare il trailer ufficiale, vi lasciamo alle dichiarazioni d’intenti del regista Lucas Pavetto:
The Perfect Husband prende spunto da un mio vecchio cortometraggio, Il marito perfetto, realizzato in maniera totalmente indipendente e sostanzialmente in assenza di budget. Dopo aver partecipato a vari festival, il corto vinse diversi premi in rassegne internazionali. In seguito a questi riconoscimenti, Mundial Film decise di contattarmi chiedendo se ritenevo possibile adattare il nucleo originale della storia in forma di lungometraggio: il progetto era ambizioso un remake interpretato da attori internazionali, impossibile rifiutare.
Decisi di riscriverlo insieme allo sceneggiatore Massimo Vavassori, e in pochissime settimane la sceneggiatura era pronta. Si è trattato di quella che a tutti gli effetti può essere definita una produzione “instant”, il film è stato completato in meno di 3 mesi. Durante la scelta del cast, trovare un’attrice adatta a recitare il ruolo di Viola non è stato affatto facile.
Innanzitutto per via del carattere ambiguo del personaggio. Sin da subito ritenevo importante far emergere quel latente disagio, in grado di far capire il lato più profondo della sua anima. Ad un primo sguardo doveva essere chiaro che c’era qualcosa di sbagliato in lei, un tormento nascosto sotto traccia che la porterà ad essere sia vittima che carnefice. Ho optato per
Gabriella Wright perché sapeva trasmettermi sia quel senso di fragilità e innocenza, ma anche un natura tutt’altro che benigna. Un po’ come un animale selvaggio dall’aspetto apparentemente tenero e innocuo, ma pronto a scatenare tutta la sua violenta natura.
Per il ruolo di Nicola, mi serviva un attore bello e maledetto, e quando l’agenzia mi presentò Bret Roberts, ne rimasi folgorato. Aveva il carisma giusto che cercavo, sapeva trasmettere quell’equilibrio tra lucidità e follia, tra angelico e demoniaco. Poteva essere tanto il marito perfetto che andavo cercando quanto un uomo in grado di trasmettere il vero significato della paura.
Girare questa mia opera prima è stata una vera sfida. Il nostro nemico sin dal primo giorno è stato uno solo: il tempo. Abbiamo iniziato la pre-produzione praticamente a ridosso dell’inizio del film.
I diversi compartimenti dovevano lavorare parallelamente, e spesso seguirli compiutamente ci ha costretto a levate notturne.
Abbiamo completato le riprese in sole 3 settimane, battendo praticamente ogni record di velocità. I problemi causati dalla mancanza di budget erano evidenti, ma tutto sommato, e coi pochi mezzi che avevamo a disposizione, credo che siamo riusciti a fare davvero un buon lavoro.
La storia nasce da un tema semplice: le relazioni di coppia e i lati oscuri che si nascondono nel corso delle più comuni interazioni. Volendo essere ancor più sintetici, questo film, come tutti i film horror, parla di “paura”.
Ma non quella legata ad una dimensione più lontana ed inconscia, intensa poiché impossibile da ricondurre
ai binari della razionalità.
In The Perfect Husband la paura nasce dalla quotidianità, dall’incomprensione, dall’incapacità di superare un trauma: e in ultima analisi, da noi stessi e dai nostri dubbi e problemi più profondi e inconfessati. Un terrore a volte generato da chi meno te l’aspetti, e da chi dovrebbe proteggerti.
Questo è l’incubo più grande di ogni coppia, e purtroppo prende spunto dai fatti di cronaca. D’altronde chi non se l’è mai domandato: quanto so del mio partner? Ci sono lati del suo carattere a me sconosciuti.
L’ignoto profondo deriva dal fatto che, talvolta, questi abissi emergono senza che ci sia una piena consapevolezza. Esplosioni incontrollate che trasformano la persona che amiamo in un perfetto sconosciuto.
Tutti quelli che pagano per vedere un film horror, pagano perché vogliono vivere un’esperienza di paura. Il mio scopo era di spaventare lo spettatore con una vicenda semplice e poco complessa, ma che simulasse la realtà, mettendo in dubbio le nostre certezze su chi ci sta a fianco, su chi dorme nel nostro stesso letto.
Ma volevo anche realizzare un film che non fosse scontato, che portasse in scena momenti profondi e pieni di significato. La violenza feroce non è gratuita, bensì ha un grosso obiettivo all’interno del film, fa parte di un equilibrio che porterà lo spettatore a vivere un’esperienza di follia in prima persona. Viola è fortemente spaventata dal marito, e vede avverarsi il suo incubo più grande. L’essere umano è una macchina che all’apparenza può sembrare una cosa ma in realtà può dimostrarsi diversa. Tutti siamo dei potenziali folli, c’è chi riesce a mantenersi in stasi con lucidità e chi è più debole e può facilmente perdere il controllo, ciò che può succedere dopo, resta un enigma. Non credo di aver realizzato un film di fantasia, credo che purtroppo The Perfect Husband possa in certi casi essere visto come il riflesso di una cruda realtà.
Lucas Pavetto
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Luca Ruocco