Un sexy western negli anni Quaranta… ecco uno dei tanti colpi di testa dell’eccentrico produttore [ma anche petroliere, aviatore e regista] Howard Hughes, autentico Re Mida di Hollywood.
Il film si apre con il noto bandito Doc Holliday che è in cerca del suo cavallo rubato. Riesce a trovarlo, ma il giovane Billy the Kid, fuorilegge alle prime armi, sostiene di averlo comprato regolarmente.
Doc, che ha [segretamente] un debole per il ragazzo, decide di non denunciarlo.
La sera stessa Billy uccide un uomo durante una rissa e lo sceriffo Pat Garrett, nel tentativo di arrestarlo, riesce solo a ferirlo. Il giovane viene soccorso proprio da Doc, che lo porta in salvo in una capanna dove vive la sua amante Rio, affidandolo alle cure della ragazza.
L’avvenente fanciulla si dimostra tanto premurosa quanto provocante, così che tra i due non tarda a scoccare la scintilla della passione. Quando Doc torna alla capanna, nota subito il fattaccio ed è sul punto di esplodere, se non fosse che fa di nuovo la sua comparsa il buon vecchio sceriffo, deciso più che mai a riacciuffare Billy.
La pellicola è una delle innumerevoli rivisitazioni delle avventure di Doc Holliday e Billy the Kid, ma è una delle poche che negli anni è riuscita a ritagliarsi un posticino nello sconfinato universo dei cult movies. Due gli elementi che ne fanno un titolo unico nel panorama del western classico: gli accenni ad una latente omosessualità [nel rapporto che lega Doc a Billy] e, soprattutto, il personaggio interpretato dall’allora ventiduenne Jean Russell [qui al suo esordio nel cinema], sexy, prosperosa e prorompente come mai prima d’ora una figura femminile si era vista sullo schermo, caratterizzata da pose e sguardi che definire ammiccanti sarebbe un eufemismo.
Inizialmente per la regia era stato scelto il veterano Howard Hawks, che però decise di abbandonare il set quando fu chiamato a dirigere Il sergente York [del suo lavoro rimangono circa i primi dieci minuti]. Così fu lo stesso Hughes a sostituirlo, firmando la sua seconda [e ultima] regia dopo Gli angeli dell’Inferno [di tredici anni precedente]. Dall’alto della sua famigerata misoginia, il regista/produttore fa di tutto per costruire un’aura a dir poco peccaminosa intorno al personaggio femminile, vero e proprio diavolo tentatore al cui fascino è impossibile sottrarsi.
Nonostante i luoghi comuni, c’è comunque da riconoscere che lo script di Jules Furthman conserva tutt’oggi una stravagante ironia.
Come era auspicabile, la censura dell’epoca ci andò giù pesante: i vestiti succinti [anche nella locandina] della protagonista e l’insistenza con cui vengono messe in rilievo le sue forme, non erano di certo in linea con il Codice hollywoodiano e i suoi standard di mostrabile al cinema.
Sta di fatto che la pellicola venne immediatamente sequestrata e solo due anni dopo fu autorizzata la prima proiezione pubblica sul suolo americano, ristretta però ad un piccolo gruppo di Stati. Nel resto dei paesi cambiò invece la propria durata a seconda delle varie censure. Tutti questi aneddoti sono, in fondo, il vero motivo d’interesse del film, che, concettualmente, si rispecchia alla perfezione con la frase di Hughes sulla Russell: “Ha il più bel paio di tette che abbia mai visto!”
Lorenzo Paviano
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IL MIO CORPO TI SCALDERA’
Regia: Howard Hughes, Howard Hawks [non accreditato]
Con: Jane Russell, Walter Huston, Jack Buetel, Thomas Mitchell
Sceneggiatura: Jules Furthman
Produzione: Howard Hughes per RKO Radio Pictures
Distribuzione: Lux Film
Anno: 1943
Durata: 116′ c.a. [versione integrale]