La bravura da sola non basta a decretare il successo di una persona, ci vuole una storia da raccontare ed un pubblico disposto ad ascoltarla per far si che essa si amplifichi, di bocca in bocca, come in un gigantesco gioco del “telefono senza fili”.
Bernard Rose ne Il violinista del Diavolo fa un’analisi lucida circa il mondo dello spettacolo e soprattutto riguardo il ruolo della stampa capace di costruire o di distruggere la vita e la carriera di un’artista.
Nel film Niccolò Paganini viene rappresentato come un artista che incarna sia la purezza dell’arte e sia la quinta essenza della depravazione e dell’edonismo più estremo. Costruita la sua immagine di ragazzo cattivo, grazie anche al suo factotum Urbani [Jared Harris], il nome di Paganini in poco tempo fa il giro del mondo, tanto da venir contattato dal produttore londinese John Watson [Christian Mc Kay] per farlo suonare in uno dei migliori teatri di Londra.
La fama del violinista, però, lo precede e a dargli il benvenuto che merita sul suolo inglese ci pensa una delegazione di attiviste cattoliche pronte a condannare il malefico musicista e la suo poco ortodossa condotta morale. Watson decide di ospitare l’artista a casa sua per evitare che faccia ritorno in Italia, vista l’accoglienza avuta, e dato che non ha più i soldi per permettersi una domestica, avendo impegnato tutti i suoi averi per finanziare i concerti del maestro italiano, chiede umilmente alla figlia Charlotte [Andrea Deck] di fingersi governante e di servirgli i pasti nella sua camera da letto.
Anche la critica Ethel Langham [Joely Rchardson] è interessata al bello e maledetto Paganini e decide di seguirlo in uno dei suoi giri notturni quando i vicoli bui di Londra diventano covo di criminali, prostitute e gente di bassa morale.
In un locale il maestro da sfoggio del suo talento e carisma e seduce la giornalista che gli regala un servizio di tutto rispetto sul Times. A quel punto la curiosità è troppa e il pubblico non attende altro che l’esibizione di Paganini, anche sua Maestà Il Re d’Inghilterra ha deciso di presenziare alla sua prima.
Niccolò Paganini, però, sente il peso del suo successo, quella sua solitudine, che solo con il suo violino riesce ad esprimere, lo sta divorando dall’interno e tutti i soldi, tutta la fama, tutte le donne, interessate soltanto alla sua immagine non alla sua essenza, non riescono a colmare il vuoto che è dentro di lui.
Solo Charlotte gli fa ricordare che anche lui ha un cuore, che batte vivo di passione; in certi momenti egli non vorrebbe averlo questo cuore grande perché gli ricorda che ha un’anima ed è proprio a quell’anima che Urbani è interessato.
Egli è rimasto sempre in secondo piano, si è sempre dichiarato “Umile servitore del maestro” ma in realtà la sua era una finta umiltà; egli non ha fatto altro che tessere una tela intorno a Paganini al resto ci ha pensato lui con la sua arroganza e il suo narcisismo. Urbani non è il Diavolo ma ne è solo un umile servitore, il vero Diavolo alberga nei modi e nel comportamento del maestro.
David Garrett ha interpretato Niccolò Paganini ed anch’egli è un virtuoso esperto di repertori classici e moderni, egli è stato un bambino prodigio, suona il violino dall’età di quattro anni e già ad undici anni si è esibito con i suoi primi concerti. Parla di Paganini come di un genio che ha innovato la musica del tempo regalando alle generazioni future una musica immortale. Si è discusso molto circa la controversa figura di Paganini in realtà egli rimane solamente una persona con un contatto profondo con la sua anima capace di esprimerlo tramite il suo violino.
Paolo Corridore
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IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO
Regia: Bernard Rose
Con: David Garrett, Jared Harris, Andrea Deck, Christian Mc Kay, Joely Richardson
Uscita in sala in Italia: giovedì 27 febbraio 2014
Sceneggiatura: Bernard Rose
Produzione: Rosilyn Heller, Gabriela Bacher Summerstorm Entertainment, Danny Krausz Dor Film, Christian Angermayer Film House Germany
Distribuzione: Academytwo
Anno: 2014
Durata: 122′