Nel corso della storia sono apparsi uomini, e donne, che hanno vissuto la propria esistenza inseguendo dei sogni: rovistando tra i cassetti della memoria ecco, come fulmini a ciel sereno, le immagini di Alessandro Magno e Ipazia nel mondo antico, Schliemann in età moderna e Thor Heyerdahl in un periodo, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, che sembra lontano ma che, in realtà, non lo è poi così tanto. Tutti loro sono accomunati da una particolarità: non si sono rassegnati a vivere e ad adattarsi ad una realtà che li avrebbe resi anonimi, non si sono sottomessi così come “convenzione” vuole.
Alessandro ha intrapreso una grande impresa, guidato da miti e sogni, che, in definitiva, possiamo definire un fallimento: ma come non riconoscere che quel fallimento è il più grande successo che l’umanità abbia mai conosciuto; un fallimento, il sogno di vivere insieme, greci e “barbari”, che è maturato per colpa di chi, invece, era troppo realista per crederci.
Ipazia è morta per difendere un ideale, la libertà. Lei, matematica e filosofa, che insegnava teorie senza senso per la maggior parte dei suoi conterranei, lei che seguendo un sogno andava contro la religione, lei che era soprattutto donna in un periodo nel quale erano gli uomini a dettar legge.
E cosa dire di Schliemann, il più grande sognatore dei tempi moderni, un uomo che decide di dar retta ad un libro, scritto da un tale che potrebbe anche non essere esistito. Seguendo quel libro sogna di trovare l’omerica Troia. Qualcosa trova, probabilmente non Troia ma questo non ha importanza, lui ha vinto comunque, lui è una leggenda che verrà ricordata per secoli.
E poi c’è lui, Thor Heyerdahl. Un uomo che andando contro tutto e tutti, soprattutto il mondo accademico e scientifico, intraprese numerose spedizioni basandosi soprattutto su teorie, miti e leggende. Un uomo che non sapendo neanche nuotare, credendo in questi miti, intraprese un viaggio a bordo di una zattera dal Perù alla Polinesia solo per dimostrare al mondo che i primi colonizzatori a mettere piede in quelle terre non giungevano da ovest, dall’Asia, come l’ambiente accademico aveva decretato, ma da est, dal Sudamerica. E che riesce nella sua impresa.
Al Nordic Film Fest nella giornata inaugurale del 9 aprile, è andata in scena la commemorazione per il centenario della nascita di Thor Heyerdahl. Per l’occasione, in un caldo pomeriggio di primavera, presso la Casa del Cinema di Roma, è stato proiettato il film Kon-Tiki [2012], candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2013 e il documentario, dal medesimo titolo, girato dallo stesso Heyerdahl durante la traversata dal Perù alla Polinesia e che, nel 1951, gli valse il premio Oscar.
Pur essendo un film del 2012, in Italia non ha mai visto la luce e questa rappresenta quindi la sua prima, e forse unica, possibilità di vederlo nel “bel paese”.
Kon-Tiki di Espen Sandberg e Joachim Ronning ripercorre le vicende che hanno portato all’impresa “oceanica” del Kon-Tiki, il nome della zattera [costruita seguendo l’uso degli antichi colonizzatori della Polinesia], che ha condotto i sei membri dell’equipaggio, tra numerose difficoltà e numerosi rischi, a realizzare un sogno, dimostrando al mondo intero quanto la scienza e la comunità accademica soffra di arroganza e saccenza trasformando, al pari della religione, le proprie teorie in dogmi inconfutabili.
Siamo nel 1947, la Seconda Guerra Mondiale è ormai giunta al termine, Thor Heyerdahl e cinque membri dell’equipaggio stanno per vivere una delle loro più incredibili avventure che cambierà le loro vite per sempre. Per 101 giorni navigheranno a bordo di una zattera attraverso l’oceano pacifico.
Partiti da Lima, in Perù, termineranno il loro viaggio a Raroia, Polinesia, andando a collidere contro la barriera corallina.Magistrale l’interpretazione di Pal Sverre Hagen,interprete di Thor Heyerdahl, il quale è riuscito a trasmettere agli spettatori emozioni e sensazioni travolgenti riuscendo, nonostante le due ore di film, a mantenere alta la concentrazione del pubblico che quasi si immedesima con lui e con i membri dell’equipaggio. Notevole e di grande impatto la fotografia, ad opera di Geir Hartly Andreassen, così come il montaggio che mescola alle riprese moderne, parti del girato originale.
Filippo Pugliese
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KON-TIKI
Regia: Espen Sandberg, Joachim Ronning
Con: Pal Sverre Hagen, Anders Baasmo Christiansen, Tobias Santelmann, Gustaf Skarsgard
Uscita in sala in Italia: /
Sceneggiatura: Pettar Skavlan
Produzione: Aage Aaberge, Jeremy Thomas
Distribuzione: /
Anno: 2012
Durata: 118’