Proprio oggi il film a episodi Sangue misto inizia il suo percorso di pre-produzione attraverso piena campagna di crowdfunding a cui potrete prender parte attraverso il portale IndieGoGo [ma ne parliamo dopo.
Del film a episodi, ambientato in 8 differenti città italiane, all’interno di 8 comunità etniche differenti, e firmato da 8 registi indipendenti, vi abbiamo già parlato qui.
Oggi entriamo più a fondo nel progetto, parlando con l’ideatore e il curatore del film, Davide Scovazzo.
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[Luca Ruocco]: Come e perché [e da cosa] nasce l’idea di mettere insieme [di collaborare con] un gruppo di registi indie per realizzare un film a episodi?
[Davide Scovazzo]: In realtà l’idea originale nasce proprio dalla difficoltà di auto-prodursi un lungometraggio, e dalla frustrazione del girare per festival [lasciatemi fare una piccola chiosa su quanto i Festival Horror e “di Genere”, vedansi gli esempi del Fi-Pi-Li di Livorno, dell’Italian Horror Festival di Nettuno e dell’Operazione Paura di Forte Dei Marmi, siano esempi di professionalità adamantina e inimbrigliabile voglia di fare, di esserci e di organizzare eventi seri e di richiamo, a differenza di tanti bolsi e barbogi festival generalisti tanto strombazzati ma fatti “tanto perché si devono fare” e far vedere alle varie Regioni che si spendono i loro soldi in “eventi culturali” che muovono perlopiù allo sbadiglio] e vedere ribollire questa fucina di talenti dai variegati e freschi linguaggi che chedono solo mezzi più articolati e un’audience di più ampio respiro che dia loro udienza. Ho deciso quindi di “unire le nostre piccole forze” facendole confluire in una forza unica, in modo da “far esistere” un prodotto che porti il marchio di ognuno di noi nel comune interesse e creare un lungometraggio tout court, a tutti gli effetti, che abbia nella differenza stilistica e al contempo nella coesione [sembra un paradosso ma non lo è] il suo punto di forza e non di dispersione.
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[LR]: Parlami un po’ più a fondo di come, artisticamente e logisticamente, il lavoro per “Sangue misto”…
[DS]: Ognuno di noi ha avuto piena e totale libertà artistica, contenutistica e stilistica purché si attenesse a tre semplici regole: 1) ogni episodio deve essere di Genere horror [dallo slasher al fantastico, dall’iperrealista al surreale]; 2) ogni episodio deve portare in sé, riconoscibile, la città in cui è stato girato; 3) ogni episodio deve essere ambientato all’interno di una comunità etnica. Poi, in realtà, ne parlo come se il film esistesse già, mentre invece siamo in piena campagna di crowdfunding, per cui troverete tutte le info su http://www.indiegogo.com/projects/sangue-misto/x/6623026 , la cui ricerca fondi partirà il 17 aprile, e sulla nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/sanguemistothemovie in perenne aggiornamento su tutte le novità!
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[LR]: Hai lavorato anche a “17 a Mezzanotte”, un altro film a episodi. Quali sono state le differenze di organizzazione, creazione, realizzazione tra uno e l’altro?
[DS]: Ho avuto l’onore di partecipare con il mio episodio Tutto il male del mondo al progetto 17 a mezzanotte coordinato da Davide Pesca, attualmente in circuitazione festivaliera. Si trattava di un progetto completamente differente: innanzitutto in 17 a mezzanotte eravamo in – appunto – 17, qui siamo in 8 [io, Lorenzo Lepori, Edo Tagliavini, Raffaele Picchio, Isabella Noseda, Raffaele Pastrello, Ricky Caruso, Paolo Del Fiol], poi non c’era un trait d’union come ci sarà nel nostro, ma Pesca ci ha lasciato maggiore libertà di espressione, col risultato, però, che nel prodotto finito ci si sentisse più come ci si trova di fronte a un festival di cortometraggi in cui uno segue l’altro senza soluzione di continuità [il che non è né un male né un bene Creepshow docet], mentre invece in Sangue misto è come se ci passassimo un testimone, come in una corsa a staffetta, a partire dal profondo Nord al profondo Sud raccontando, con diversi stili di regia, diverse città, diversi gruppi etnici coi quali, volenti o nolenti [il film non prende posizione, ma il solo fatto che abbiamo collaborato senza screzi pone in essere una realtà che tanti film leccapiedi si limitano ad auspicare] conviviamo quotidianamente e diversi orrori… il film di Pesca è come una collezione, il mio è come un viaggio.
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[LR]: A livello distributivo, come vengono letti gli indie horror a episodi?
[DS]: Dobbiamo ancora capirlo. Alcuni di noi [Tagliavini in primis, poi Caruso e Picchio] hanno già sperimentato la strada della distribuzione, fatto il “salto”, insomma, “svortato”, come dicono a Roma. Non sappiamo come reagirà il mercato a un prodotto ad episodi, comunque abbiamo già contatti seri e ci sono pervenute proposte che stiamo vagliando, ovviamente senza corsie preferenziali [noi siamo quelli nati dalla parte sbagliata del Muro, ma non ce ne creiamo una scusa, ne traiamo anzi determinazione. Non è questa la sede per fare polemiche] ma contando sul nostro raziocinio con l’unico interesse di fare esistere un film qualitativamente migliore possibile nel supremo diktat che dovrebbe comandare ogni operazione di questo Genere, da Scovazzo ad Avatar: pagheresti 8 Euro per vedere/avere una copia di ‘sta roba? Ogni sforzo delle nostre menti e dei nostri corpi è finalizzato a farVi dire “Sì’”!
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[LR]: Pro e contro di realizzare un film indie ad episodi.
[DS]: Solita storia: totale libertà artistica ma pauperismo cercato di mascherare con le moderne tecnologie offerte dalla Canon e dagli attuali programmi di postproduzione video, nessuna censura e nessun vincolo nel momento della creazione dell’opera ma poi è il regista a doversi portare sul set la testa di vacca morta tenuta in casa nel frigo, ok, ora stiamo trattando con coproduzioni e distribuzioni, ma tutto nasce da noi e nessuno ha influito sull’altro, non è mai esistita una “commissione” che decidesse cosa è giusto e cosa non è giusto mettere in scena, ma al tempo stesso, per adesso, nessuno viene ancora pagato per farlo… ne veniamo filosoficamente dal punk: musicalmente potremmo dire che il contro è non potersi fare una doccia dopo il live e dormire sul pullmino della band, il pro è che metteremo a ferro e fuoco tutti i locali in cui “suoneremo”, potete starne certi !
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[LR]: Esempi illustri e/o esteri che possono averti convito [se ci sono stati] a intraprendere un processo creativo di questo tipo…
[DS]: Illustri… ovviamente il mitico De-Generazione dei Manetti Bros che coinvolgeva Asia Argento, Alex Infascelli e altri geniali carneadi come l’amico Andrea Maulà, poi beh, ci sono i famosissimi Masters of Horror, ma quelle erano puntate a sé… Noi non siamo “masters”, al contrario, ed è proprio questo il bello. So [e, ci tengo a ribadirlo, l’ho scoperto mesi dopo la nascita e l’inizio della pre-produzione del progetto Sangue misto] che l’amico Sergio Stivaletti sta organizzando un horrorone a episodi in cui ha coinvolto tutti i Maestri del Cinema con cui siamo cresciuti [Bava Jr., Lenzi, Deodato, Argento…] per un film corale in cui ogni episodio racconti la città di Roma. Ecco, noi, con il nostro progetto, cerchiamo di fare l’esatto contrario: riunire giovini virgulti che, invece che essere leggendarie icone di un tempo che fu, cercano di affilare gli artigli per scavarsi un concreto profilo professionale nel tempo che sarà, e far loro raccontare ognuno la propria città, e ognuno un gruppo etnico diverso: una fotografia di ciò che siamo e di ciò che possiamo e sappiamo raccontare. Un’istantanea della realtà in cui viviamo virata “ludicamente” verso un contesto di exploitation/entertainment, un “riunirci a coorte” per raccontare le nostre variegate quotidianità attraverso gli stilemi del cinema che amiamo e che ci ha svezzati, insomma, un nuovo Horror per una nuova Italia.
Luca Ruocco
Roma, aprile 2014
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SANGUE MISTO, il teaser: