Siamo nel Veneto: Lia [Désirée Giorgetti] è una ragazza dolce e fragile che colma le insicurezze e le debolezze della sua personalità grazie alla presenza di Viktor [Ivan Franek], affascinante uomo d’affari.
Decisamente fuori dalle righe il loro rapporto a partire dai giochi erotici, compiuti dai due, di natura puramente sadomasochistica, fino a sfociare nella più completa sudditanza psicologica da parte della donna nei confronti del suo compagno che arriva ad obbligarla ad abortire.
Materia spinosa la fragile psiche di Lia che, fin dalla tenera, età ha vissuto in maniera difficoltosa il suo passaggio da bambina a donna, un passato irto di misteri e antiche credenze, il suo, e forse proprio queste ultime non hanno fatto altro che ingigantire le sue paure con immagini spaventose dalle quali doveva in qualche modo difendersi o magari fuggire.
Lo stesso psicologo presso il quale è in cura pare impossibilitato a poter dare un decisivo contributo per risolvere le turbe della tormentata mente di Lia, e può solo consigliarle di rivolgersi alla sua vecchia zia, praticante di psicomagia e antichi rituali pagani locali, sperando che l’aria di campagna ma, soprattutto, la distanza da quell’uomo e dal suo amore carico di veleno riescano a lenire i suoi dolori.
Viktor, però, non riesce a stare troppo tempo lontano dalla sua compagna, ed è soprattutto la sua smania di controllo della vita di Lia a guidare i suoi atti: come un drogato in astinenza la raggiunge nella sua residenza di campagna desideroso di agguantare ciò che gli appartiene.
Una trama semplice e lineare, forse troppo, anche per un ora e mezza di film che decisamente non è carico di mordente, pur non mancando di spunti veramente interessanti a cominciare dal rapporto tra i due.
Si parla di sadomasochismo in questo film, e non solo come mero giochino fatto di frustini e pelle che, magari, può fare da preludio al sesso vero e proprio, praticato da coppie normali, o magari come alternativa alla stantia pratica sessuale di coppia che, con il tempo, ha assunto quasi sempre le stesse dinamiche, ma se ne parla come superamento del rapporto sessuale stesso.
Il rapporto tra i due è fondato su una vera e propria sudditanza psicologica, ma non solo di un membro della coppia nei confronti dell’altro, bensì dell’individuo nei confronti delle proprie passioni e dei propri sentimenti distorti.
C’è anche la psicomagia in questo film, con un delicato cameo di Alejandro Jodorowsky in persona, sotto forma di spettro, e tutto il complesso mondo di rituali che ruotano intorno a questa pratica e in più c’è il Veneto con tutte le sue bellissime storie, canti e quel paganesimo che non dispiacciono in un film come questo.
Eppure tutto quest’insieme di ottimi ingredienti non hanno creato una storia, o quantomeno una storia che lo spettatore possa seguire in maniera appassionata e, se anche è possibile una sorta di immedesimazione nei panni della sfortunata Lia, sicuramente tutta la narrazione risulta pesante e fin troppo scontata. In definitiva Ritual – Una storia psicomagica scontenta l’appassionato di psicomagia, perché non aggiunge nulla di nuovo alle sue consolidate conoscenze, né si rende facilmente accessibile a chi non è addentro a tali pratiche.
Paolo Corridore
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RITUAL – Una storia psicomagica
Regia: Giulia Brazzale, Luca Immesi
Con: Ivan Franek, Désirée Giorgietti, Alejandro Jodorowsky, Anna Bonasso, Cosimo Cinieri, Patrizia Laquidara
Uscita in Italia: giovedì 8 maggio 2014
Produzione: Esperimento Cinema, Regione Veneto
Distribuzione: Mariposa Cinematografica
Anno: 2012
Durata: 95′
Trailer: