Aria è una bambina di 9 anni rimbalzata tra gli equilibri instabili di una famiglia del tutto instabile, composta da una madre, pianista fallita, che vive nell’impossibilità mentale di rimanere fedele ad un solo uomo; un padre attore, belloccio ma incapace, pieno di complessi e succube di credenze popolari ridicole e di continue emicranie; e due sorellastre [figlie rispettivamente dei passati matrimoni della donna e dell’uomo], del tutto irrispettose nei suoi confronti.
La sua famiglia, grottescamente incatenata ad una drammaticità impossibile ma concreta, talmente ridicola da provocare sofferenza, è colpevole di non amarla abbastanza, di non considerarla quanto lei vorrebbe e meriterebbe.
L’agognata separazione, derivata dall’ennesima lite tra i due genitori, trasforma Aria in una piccola vagabonda, rimbalzata di giorno in giorno dall’appartamento del padre a quello della madre, respinta prima dall’uno e dopo dall’altra.
La ragazzina, che può unicamente aggrapparsi all’amicizia di una vita con una compagna di classe con cui condivide qualsiasi cosa [anche un nomignolo usate da entrambe per abbattere qualsiasi differenza tra loro due, “Ist”], e alla presenza di un gatto nero raccattato per strada, abbassa di giorno in giorno la soglia del suo amor proprio, e nemmeno i suoi successi scolastici [del tutto ignorati dalla gabbia di matti che pretende di trasformare nella sua famiglia] riescono a restituirla alla beatitudine che dovrebbe regalarle l’età dell’incoscienza, e a strapparla dall’abisso che mamma, papà e sorelle, le stanno piano piano tessendo attorno.
Ancora una volta [dopo, soprattutto, Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa], Asia Argento regista torna a narrare dinamiche e situazioni proprie di un nucleo famigliare disfunzionale, che sembra voler rimandare, denunciando, al proprio passato personale, ad una verità, probabilmente vissuta, fatta di disattenzioni quotidiane e stravaganze esagerate, pacchiane. In questo piano sembrano guardare la Charlotte Gainsbourg, fresca di Nymphomaniac, camaleonticamente ibridata a mamma Daria Nicolodi, e la presenza di un padre, Garko, strattonato da un mondo, quello dello spettacolo, che non riesce del tutto a domare.
Un album di ricordi che vorrebbe essere commovente, ma oscilla tra il grottesco e il risibile, ma che a causa di scelte registiche, interpretazioni non volutamente sopra le righe e, soprattutto, di dialoghi imbarazzanti davvero al limite della decenza, rimane spesso stabile sulla seconda sponda, quella probabilmente meno ricercata.
La stessa ricerca di una drammatica seriosità di fondo, affidata al viaggio pre-puberale della giovane Giulia Salerno, si perde negli insanabili siparietti di una Gainsbourg insipida e di un Gabriel Garko carcerato nella parte di sé stesso: un attore incapace ma fisicamente piacente, “il cane dei cani”, come a più riprese lo ribattezza la moglie [anche guardando le sue “vere” interpretazioni in Senso ‘45]. E a pensarci bene, forse questo colpo gobbo meta cinematografico nei confronti dell’attore incompetente, potrebbe rivelarsi il tassello più piacevole di questa lunga opera noiosetta, difficile da visionare d’un solo fiato.
Luca Ruocco
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INCOMPRESA
Regia: Asia Argento
Con: Giulia Salerno, Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko, Carolina Poccioni, Anna Lou Castoldi
Uscita in sala in Italia: giovedì 5 giugno 2014
Sceneggiatura: Asia Argento, Barbara Alberti
Produzione: Wildside, Rai Cinema
Distribuzione: Good Films
Anno: 2014
Durata: 109’