“Quando uno stato nega ad un cittadino il diritto irrinunciabile alla giustizia, il cittadino ha il diritto di farsi giustizia da solo”.
È questa la frase con la quale inizia Psychomentary, un film che unisce elementi propri dell’horror, del thriller e del poliziesco. Un film che è la testimonianza del killer, il quale riprende di nascosto le indagini.
Un uomo mascherato, collegato via internet, comunica di aver rapito la figlia di un senatore e chiede 1 milione di euro per non ucciderla. Una volta pagato, il rapitore rilancia con nuove richieste, rivelando di aver rapito anche altre persone, meno famose e preziose, della figlia del senatore. Man mano che le richieste non vengono accolte inizia ad uccidere le sue dieci vittime. Quando diventa chiaro a tutti che il sequestratore non scherza, un po’ alla volta gli investigatori capiscono anche qual è il suo piano. Ma nonostante tutto sono costretti a fare il suo gioco.
Psychomentary è un film che inizia come un horror, ma che con l’evolversi della storia assume dei connotati diversi, molto più vicini ad altri generi. Un film che parte con immagini che sembrano riprese con una camera a mano e che poi cresce, piano piano, sino ad arrivare ad un finale sorprendente, che stupisce lo spettatore e lo porta quasi a simpatizzare per quell’uomo, il cattivo di turno,
che è invece anche esso una vittima del sistema.
Una delle scene del film, più significative per chi scrive, è quella in cui il rapitore chiede al Capitano Brunetti [Gianluca D’Ercole], dopo che questi non ha accettato le sue richieste, di scegliere quella che sarà la prima vittima; il Capitano, seppur a malincuore, sceglie un ragazzo rumeno. La medesima situazione si ripeterà ancora una volta e quando verrà scelta una prostituta. Entrambe le situazioni, all’apparenza di poco conto, celano in realtà una dura situazione: le vite di un ragazzo rumeno e di una prostituta valgono meno di quella della figlia del senatore.
Psychomentary è un film originale, che tocca temi importanti, come il valore che viene attribuito alla vita umana. A portare sul grande schermo questo tema è la giovane ed esordiente regista Luna Gualano: Psychomentary è il suo primolungometraggio, nonostante questo, le ha permesso di vincere due premi importanti, quello di miglior opera prima e quello per i migliori effetti speciali al Tohorror Filmfest.
Con Psychomentary, Gualano porta una ventata di novità e di originalità, oltre ad un tocco femminile, che non guasta mai, cosa non proprio comune, nel panorama del cinema di Genere italiano, riuscendo a realizzare un’opera con un intreccio narrativo che come prima impressione può sembrare semplice, ma che di semplice ha ben poco.
Un film che sorprende e fa riflettere, e che, a prescindere dai gusti cinematografici, andrebbe visto.
Quanto vale una vita umana?
Filippo Pugliese
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PSYCHOMENTARY
Regia: Luna Gualano
Con: Gianluca D’Ercole, Emiliano Rubbi, Luigi Moretti, Vincenzo De Michele, Giulia Gualano, Roberta Maria Radossi
Sceneggiatura: Giorgio Amato
Produzione: Red Carpet
Anno: 2013
Durata: 80′