Per quanto l’uomo di oggi si senta un gran fico, vi sono ancora luoghi nel mondo in cui avvengono fatti inspiegabili con le attuali conoscenze scientifiche. Questa mancanza di risposte, ove i fenomeni non hanno dei riscontri concreti, dietro i quali ci si possa barricare a braccetto con le proprie incertezze esistenziali, diventano con il tempo zone celeberrime: qui, ignoranza ed ovvie aspettative di facili guadagni da parte degli indigeni, si uniscono sino ad intrecciarsi a livello pressappoco subatomico, cosicché non si capisca dove inizi una e dove finiscano le altre, togliendo ogni credibilità all’intera faccenda.
E’ questo il caso delle “Brown Mountain Lights”, spettrali luci che si levano di frammezzo agli alberi o si manifestano nel cielo sopra le cime di essi, a distanza da centri abitati e da eventuali testimoni oculari, nelle regioni montane del North Carolina.
Da quel poco che la scienza riesce [o è interessata] ad ipotizzare, è stato affermato si tratti probabilmente di un contatto fra gas fuoriuscenti dal terreno e minerali presenti nello strato superficiale di quest’ultimo, insomma, una mera reazione chimica luminosa.
Antiche leggende del luogo raccontano di intere tribù indiane scomparse; altre, romanticamente, proclamano amori mai svaniti, spiriti di squaw, incapaci di trovare riposo nella morte e vincolate alla disperata ricerca dei loro compagni, perduti in battaglia e mai riabbracciati.
Altri, per finire, fra cui spicca senz’altro il nome dello storico David M. Jacobs, ritengono si tratti di apparizioni ad opera di esseri superiori, provenienti da mondi distanti dal nostro, per scopi di studio e/o conquista: nell’ottobre del 2011 le luci fecero la loro apparizione sui telegiornali nazionali degli Stati Uniti. In seguito a questi avvistamenti, in molti affermarono fossero scomparsi 27 vacanzieri da un campeggio sito ai piedi delle montagne, inclusi 3 agenti di polizia ma le forze dell’ordine sino ad oggi hanno negato l’accaduto. Proprio su quest’ultimo avvenimento poggia le sue fondamenta Alien Abduction che, nonostante sia opera prima in regia di Marry Beckerman e dello sceneggiatore Robert Lewis e sia stata scelta la facile [ed oramai inaridita] strada del “finto documentario”, ci ha stupiti positivamente.
Le inquadrature sono caotiche quanto basta [l’uso intelligente del bimbo autistico ben giustifica la videocamera sempre accesa ed il fatto che il protagonista non sappia maneggiarla benissimo]; inoltre, ipotizzando che gli esseri alieni presenti nel film [tipologia “Grigio”], abbiano campi magnetici differenti da creature evolute nel nostro sistema solare, gli autori hanno potuto rendere di maggiore effetto le scene in cui questi ultimi appaiono, mandando letteralmente in tilt la videocamera, affinché non si noti eccessivamente l’uso di [un’ottima] computer grafica, rendendo il tutto un titolo più “realistico”.
I colpi di scena sono ben realizzati, fra i quali spicca l’omaggio al film Uccelli di Alfred Hitchcock, davvero gradito e reso coerente al contesto in cui si trova.
Per la prima volta a nostra memoria, veniamo onorati dalla reazione isterica di un uomo dinanzi ad un extraterrestre [in quanti verremmo portati quasi alla pazzia da un faccia a faccia con ET? Altro che “impugna la pistola e spara”!]; vediamo una moglie in preda al terrore abbandonare il marito e padre dei suoi figli per mettersi in salvo, senza le trite forzature riguardanti la famiglia americana felice ed unita [basta con i mormonismi fuori luogo!]. Persino il dramma di un figlio in situazione di handicap trova il proprio spazio nelle reazioni umane, pervase di sensi di colpa dei suoi genitori, per certo convinti di trovare pace ai loro dissidi in una vacanza chiarificatrice, il tutto ben intervallato da avvenimenti che non rendano la situazione noiosa e sovrabbondante di moralismi.
Nel mezzo del film, per bocca del tipico “Jeff Bowser” mountain man americano, viene esposta persino una teoria assai interessante, riguardante il perché le suddette luci facciano sempre la loro comparsa in luoghi isolati ma ben visibili da strade e cittadine, lasceremo a voi il gusto di scoprirla.
Menzione speciale anche all’aspetto dei Grigi, reali e con lineamenti marcati [in molti studiosi sostengono sia la psiche dei rapiti a conferire l’aspetto gelatinoso e neutrale, per attenuare il terrore e renderli gentili, facilmente accettabili ad una mente traumatizzata]. Chiudendo gli occhi di fronte al raggio traente che spezza le vittime tipo trote avvolte nel domopak, chi ama il Genere non può perderlo!
Il film è distribuito in Italia da Koch Media in DVD e BD, senza contenuti extra.
Giuseppe Samuele Costantino
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ALIEN ABDUCTION – RAPIMENTI ALIENI
Regia: Matty Beckerman
Con: Peter Holden, Katherine Sigismund, Jillian Clare, Corey Eid
Uscita in sala in Italia: N.A.
Sceneggiatura: Robert Lewis
Produzione: Cathy Beckerman, Matty Beckerman, Lawrence Bender
Distribuzione: Koch Media
Anno: 2014
Durata: 85’
Video: Widescreen Version 16:9 – 1.78:1
Audio: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital
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