Marco Risi presenta al pubblico della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il suo ultimo film, Tre tocchi, una storia sospesa tra la commedia e l’amaro. Un racconto corale ambientato nel mondo del cinema e dello spettacolo, in generale, vissuto attraverso le storie personali di un gruppo di attori.
Un gioco filmico di un regista di cinema che parla di come la macchina cinema funzioni [o dis-funzioni] e di un gruppo di attori che interpreta la parte di un gruppo di attori, artisti con le proprie personalità e, soprattutto, con le proprie fisime.
Ma c’è dell’altro? Forse sì: il difficile è trovarlo, percepirlo.
Un po’ perché gli autori accatastano in Tre tocchi piccole e grandi storie personali una sull’altra, creando un po’ di confusione nello spettatore, che tenta di tirare le fila delle varie singolarità presenti in elenco, anche di quelle che sembrano dover rimanere sospese o, almeno, non implicano precisi e rintracciabili “perché”.
Un po’ anche perché Tre tocchi sembra volersi rivolgere direttamente solo a chi il mestiere dell’attore lo fa o lo ha fatto, a chi probabilmente quei meccanismi li ha vissuti o li conosce da vicino.
E per sommatoria si tenta di seguire/raccontare la storia professionale di sei attori in crisi lavorativa chiamati a sostenere un provino importante. Ragazzi e uomini accomunati, oltre che dalla professione, anche dalla passione per il calcio [da cui deriva anche il titolo Tre tocchi, ma questo è un tecnicismo che chi scrive, del tutto a digiuno di pratica calcistica, non saprà mai spiegarvi.
Le differenze tra l’uno e l’altro attore, le diverse reazioni alle delusioni lavorative e alle scarse proposte e, più in generale, alla vita, sono sviluppo e corpo dello script filmico, che segue le vicende di un attore di fiction che sogna il salto al grande schermo; un giovane interprete, un po’ monocorde, che tenta di rendersi autonomo da una vecchia star del cinema con cui, un po’ per interesse, un po’ per abitudine, continua a portare avanti una relazione amorosa; un attore più maturo alle prese con un brusco ritorno nel paese natale, dove lo aspetta una promessa sposa in sovrappeso e una vita che la famiglia ha preparato per lui; un attore teatrale con alcuni conti in sospeso con la malavita organizzata napoletana e un altro che reagisce alla propria frustrazione lavorativa e alla preoccupazione per un padre gravemente malato in ospedale, sfogando sessualmente la tensione sulla sua compagna e su altre donne conosciute occasionalmente.
C’è, infine, un attore fallito ormai prono nell’accettazione quasi totale della sua nuova identità lavorativa di facchino in un albergo di lusso, che si abbandona spesso a sogni meta-cinematografici che, di volta in volta lo vedono a fianco a Marilyn Monroe [Valentina Lodovini], o in bagni omo-erotici insieme a degli effeminati Marco Giallini, Luca Argentero e Marco Guadagno.
E la dimensione onirica non fa che sfalsare ancora una volta il livello di lettura, creando un ulteriore livello da sistemare nel disordine narrativo.
Il messaggio, amaro, la cui fruibilità era già potenzialmente relegata ad un target elitario, si perde nei troppi rimandi, gonfiato ancora da citazioni morettiane, una frecciata a Berlusconi e l’inclusione della camorra, che ti questi tempi tira; e nella sfilza di ospiti nei panni di sé stessi [da Maurizio Mattioli a Sebastiano Somma, a Paolo Sorrentino]. Ma tutto rimane poco indispensabile, e l’inserimento de La valigia dell’attore di De Gregori nella colonna sonora del film ha davvero un sapore ridondante!
Luca Ruocco
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TRE TOCCHI
Regia: Marco Risi
Con: Massimiliano Benvenuto, Emiliano Ragno, Vinvenzo De Michele, Antonio Folletto, Gilles Rocca, Gianfranco Gallo
Uscita in sala in Italia: /
Sceneggiatura: Marco Risi, Francesco Frangipane, Riccardo Di Torrebruna
Produzione: AMBI Pictures
Distribuzione: /
Anno: 2014
Durata: 100’