Esce il 21 novembre, distribuito da Academy Two, Diplomacy – una notte per salvare Parigi, un film di produzione francese, diretto dal tedesco Volker Schlondorff.
Sono tanti i misteri e i buchi storici che non verranno mai chiariti, uno tra questi riguarda le modalità tramite le quali, nell’agosto 1944, si evitò che la Francia fosse rasa al suolo per ordine di Hitler. La seconda guerra mondiale è ormai alle porte, eppure proprio le battute finali del conflitto saranno decisive per la proclamazione dei vincitori e per le sorti delle potenze mondiali.
Il 23 agosto 1944 Hitler dà l’ordine al generale von Choltitz di bombardare l’intera città di Parigi e distruggere tutti i suoi monumenti. È un ordine dettato dalla disperazione quello del Führer, che sa di essere ormai alla fine, ma vuole radere al suolo la città parigina a causa della sua bellezza e del suo sfarzo, quella città che visitò il 14 giugno 1940, e che aveva avuto modo di ammirare e di innamorarsene profondamente. Proprio dalla bellezza di Parigi aveva stilato il progetto “Nuova Berlino”, nel quale il suo architetto di fiducia, Albert Speer, avrebbe dovuto rinnovare e rendere monumentale Berlino, per porla al di sopra di ogni altra capitale mondiale.
Il 25 agosto 1944 gli alleati e le truppe francesi, guidate dal generale Charles De Gaulle – futuro presidente del governo provvisorio francese – libereranno la città.
Quello stesso 25 agosto il console francese [di origini svedesi] Raoul Nordling [Andre Dussollier], come aveva fatto anche nei giorni addietro, tenterà di instaurare un rapporto diplomatico con il generale tedesco – da sempre fedele al Führer – Dietrich von Choltitz [Niels Arestrup], per convincere quest’ultimo, attraverso un lungo colloquio, a non eseguire gli ordini di Hitler.
Il regista tedesco, in mancanza di documenti [sebbene il console e il generale abbiano pubblicato le loro memorie, da considerare con le dovute cautele], ha provato a immaginare i contenuti di quel lungo colloquio dal quale poi dipenderanno i rapporti tra Francia e Germania, prendendosi delle libertà insieme con il cosceneggiatore Cyril Gely.
Un diplomatico cerca di indurre sé stesso e le personalità politiche [e non] con le quali entra in contatto alla riflessione e al giudizio, e lo fa con astuzia e furbizia, con l’obiettivo di non ledere i rapporti tra i paesi e raggiungere un equilibrio, magari anche scendendo a compromessi. È un po’ quello che fa Nordling, impegnato a salvaguardare la Francia intera e la sua gente.
Se riesce nell’intento di convincere von Choltitz, insediatosi nel quartier generale nazista all’Hotel Le Meurice, è solo grazie alla lunga esposizione che gli presenta sulle conseguenze future alle quali la Germania andrebbe incontro se Parigi venisse rasa al suolo. Il diplomatico riuscirà a far capire al caparbio e stanco generale che, qualora dovesse dare l’ordine di far saltare in aria la città, non cambierebbe niente, perché ormai la Germania ha perso il secondo conflitto mondiale, e il generale porterebbe sulla coscienza un altro disastro compiuto durante il nazismo.
Meglio ancora, Nordling convincerà il generale che, se non eseguirà gli ordini impartiti dal führer, verrà ricordato come il generale che ha evitato la fine di una delle città più belle e invidiate nel mondo, e che gli molti gliene saranno riconoscenti. von Choltitz teme che, un suo rifiuto agli ordini del dittatore tedesco, potrebbe avere ripercussioni sulla sua famiglia, ed è questo il suo vero tormento.
Diplomacy – una notte per salvare Parigi si svolge quasi completamente all’interno dello studio nel quale lavora il generale von Choltitz, e solo nelle prime sequenze iniziali e in poche altre sono mostrati gli esterni della meravigliosa città parigina.
Proprio la scelta di concentrare il film in un unico ambiente aiuta lo spettatore ad entrare nell’ottica del film, e provare dunque a capire cosa stiano provando i due uomini, ciascuno dei due preoccupato per le proprie sorti, quelle dei propri familiari e del proprio paese [Nordling ha una moglie ebrea, fuggita da tempo per scampare al lager]. Nonostante le profonde differenze ideologiche distinguano nettamente i due uomini, entrambi instaurano una conversazione dai toni controllati e quanto mai sincera.
von Choltitz è un uomo che si è macchiato di terribili azioni, eppure nel film è la sua debolezza a venir fuori, e lo spettatore viene coinvolto in una analisi della sua personalità. Ad uscire vittorioso dal lungo incontro diplomatico è Nordling, un uomo saggio e affidabile. Bella la sua entrata in scena, quando cioè accede, per mezzo di un passaggio segreto, e salendo i gradini di una scala nascosta, nell’ufficio del generale.
Diplomacy – una notte per salvare Parigi non è un film per tutti, proprio perché è un film circoscritto, con uno stile sobrio e con un ritmo lento ma inevitabilmente necessario per comprendere i vari passaggi del confronto tra i due uomini. Ottima la prova attoriale di Andre Dussollier e Niels Arestrup, che hanno interpretato i due protagonisti a teatro, nell’opera teatrale Diplomatie, di Cyril Gely.
Gilda Signoretti
DIPLOMACY – Una notte per salvare
Regia: Volker Schlondorff
Con: Andre Dussollier, Niels Arestrup
Sceneggiatura: Volker Schlondorff, Cyril Gely
Uscita in sala in Italia: venerdì 21 novembre 2014
Produzione: FILM OBLIGE & GAUMONT
Distribuzione: Academy Two
Anno: 2014
Durata: 84′