Tra le varie opere edilizie frutto di un’urbanizzazione selvaggia, iniziata nell’Italia del pieno vigore economico degli anni ’60, e continuata nei successivi vent’anni, a Roma, precisamente nel quartiere Corviale, si può ammirare il famoso Serpentone, così ribattezzato in quanto struttura chilometrica che avrebbe avuto l’intento di ricreare al suo interno tutta una serie di abitazioni e servizi di solito presenti in un normale quartiere della periferia.
Ovviamente, l’ intento è fallito, in quanto una struttura del genere in realtà è più simile ad un carcere che ad un punto dove possa prosperare la vita, gli esercizi commerciali, ma soprattutto dove i bambini possano giocare liberamente e all’aria aperta. Per cui nel corso degli anni quest’opera, da accostare alle Vele di Scampia, si è conquistata il titolo di Simbolo del degrado di una periferia romana molto spesso dimenticata dall’amministrazione pubblica, e culla della microcriminalità.
Proprio da questa realtà prende spunto la storia raccontata da Riccardo Milani con protagonisti Raul Bova, nei panni di Francesco e Paola Cortellesi, che interpreta Serena. Serena è un giovane architetto brillante che, stanca di lavorare all’estero e di girare il mondo senza una meta precisa, e molto nostalgica nei confronti della sua terra d’origine, a lei tanto cara, decide di ritornare in Italia per tentare di farsi strada nel Bel paese.
Il destino che l’attende non è sicuramente roseo perché è vero che in Italia ci sono i suoi parenti cari che ogni tanto la vengono a trovare e le portano prodotti genuini, ed è vero che in Italia ci si sente sempre a casa, ma è anche vero che siamo un paese con uno dei più alti tassi di corruzione dove va avanti il raccomandato, l’amico, il compagno o la compagna di letto, e soprattutto siamo in un paese dove un architetto, se è donna, fa fatica a fare carriera, figuriamoci per una verace abruzzese come Serena Bruno.
Il problema si risolve semplicemente cambiando il nome con il cognome e viceversa, innescando una commedia degli equivoci dove tutti i personaggi fanno vedere al mondo una maschera di loro stessi, proprio come Francesco…
Il progetto di Serena Bruno è quello della riqualificazione di uno dei piani del Serpentone lasciato ormai da anni al degrado e all’abbandono, ed è un progetto che realmente è stato presentato proprio da un architetto donna alla quale Milani si è ispirato per la scrittura del suo film.
Scusate se esisto è una commedia leggera e brillante, scritta bene, che non scava approfonditamente sul dramma della periferia, ma che comunque fa riflettere sia sulla realtà di chi vive nella capitale, che forse non tutti conoscono nel resto d’Italia, e sia sulla difficoltà di una giovane donna a trovare lavoro, costretta a subire molte volte umiliazioni da parte di un sistema spietato.
Esilaranti i cameo di Marco Bocci e le varie apparizioni della mamma e della zia di Serena che portano in scena un po’ di sonorità abruzzesi che mancavano nel panorama cinematografico italiano.
SCUSATE SE ESISTO
Regia: Riccardo Milani
Con: Paola Cortellesi, Raul Bova,Marco Bocci, Cesare Bocci, Corrado Fortuna, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino
Sceneggiatura: Giulia Calenda, Paola Cortellesi, Furio Andreotti, Riccardo Milani
Uscita in Italia: 20 novembre 2014
Produzione: Italian International Film, RAI Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 106′
Anno: 2014