Luigi Pastore, regista del cupo thriller all’italiana Come una crisalide e direttore artistico dell’Italian Horror Fest di Nettuno, torna dietro alla macchina da presa con un horror reboot del cult indipendente del tedesco Andreas Schnaas. Violent Shit: The Movie, ambientato a Roma, vede al suo interno la partecipazione di numerosi “nomi noti” della nostra cinematografia di Genere, e dovrebbe veder la luce il prossimo maggio. Noi di InGenere abbiamo incontrato Pastore, per questa interessante intervista…
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[Luca Ruocco]: Cominciamo dall’inizio e cerchiamo di focalizzare il tutto anche per chi non ha idea di cosa sia “Violent Shit”. Raccontaci a grandi linee del lavoro di Andreas Schnaas…
[Luigi Pastore]: Violent Shit è una saga molto popolare in Germania, ideata da Steve Aquilina e Andreas Schnaas e incentrata sulle gesta efferate di un assassino mascherato chiamato Karl il macellaio.
Nel primo capitolo della trilogia originaria Karl non indossa la maschera ed è interpretato dallo stesso Schnaas, vestito con una salopette da meccanico, che si aggira goffamente per i boschi in cerca delle sue vittime. Solo dal secondo capitolo in poi porterà la maschera di ferro, molto inquietante, che ha contribuito alla popolarità di Karl The Butcher.
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[LR]: Quando sei venuto a contatto con il film di Schnaas come spettatore? Quali sono state le tue impressioni a caldo?
[LP]: L’ho trovato interessante, al di là della povertà di mezzi con cui è stato realizzato. Stiamo parlando di un film del 1987 girato con una videocamera VHS-C e l’utilizzo di tanti effetti speciali ultragore.
Ma è proprio questa spontaneità e ingenuità, secondo me, che rende il film particolare. Non a caso è diventato negli anni un film underground di culto, odiato e amato allo stesso tempo.
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[LR]: Dopo il tuo esordio al lungo, con “Come un crisalide”, hai messo in cantiere un altro lungo, mai entrato in produzione, per arrivare poi alla regia del remake di “Violent Shit”. Ci spieghi come sei arrivato al timone del nuovo capitolo del film su Karl The Butcher?
[LP]: Ero a lavoro su due progetti: Il primo si sarebbe dovuto intitolare La fiaba di Dorian, un thriller che avevo scritto ispirandomi a Lilli Carati, per il personaggio della protagonista. Quando la contattai per la prima volta chiedendole di leggere la storia solo per avere un suo parere, lei rimase molto colpita dal personaggio e allora le confidai di aver scritto quel ruolo per lei.
Ormai da molti anni si era ritirata dalle scene e aveva rifiutato diverse proposte, ma accettò con grande entusiasmo di ritornare come protagonista in un film di Genere.
Girammo subito un teaser di presentazione, ma dopo qualche settimana Lilli mi confidò di aver fatto delle analisi per i fastidiosi mal di testa di cui soffriva e che purtroppo i medici le avevano riscontrato una massa tumorale nel cervello. Da quel momento ebbe inizio il sul calvario e, nonostante l’operazione e le varie terapie, il destino è stato davvero troppo crudele con lei.
Non ho mai pensato di sostituirla e affidare quel ruolo ad un’altra attrice, così il progetto si è fermato ma nel frattempo avevo tirato fuori dal cassetto una vecchia sceneggiatura intitolata Una lacrima dipinta di nero, scritta insieme ad Antonio Tentori. Anche in questo film c’era l’idea di un assassino mascherato ed ero intenzionato a produrre il film da solo, attivando anche una campagna di crowdfunding. Ma poi mi sono reso conto che occorrevano molti soldi per farlo bene e quella sceneggiatura è ritornata nel cassetto. Tuttavia c’era ancora un altro progetto che ronzava nella mia testa, un film estremo e bizzarro già dal titolo Hippocampus M 21th, che mi era stato proposto dal regista tedesco Alexander Fennert, che avevo conosciuto al Festival di Cannes. L’idea mi piacque molto, ne parlai al mio socio e insieme decidemmo di produrlo e proporlo a Steve Aquilina, il distributore di Come una crisalide [Symphony in Blood Red]. Durante quell’incontro avvenuto ad Amburgo, Steve ci disse che aveva intenzione di realizzare un remake di Violent Shit proponendomi la regia. Accettai immediatamente e nel corso di quel brainstorming venne fuori l’idea di ambientare la vicenda in Italia e unire l’ultragore tedesco al nostro thriller.
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[LR]: Nel mondo del cinema indie, il remake non è una pratica così consueta come all’interno dell’industria del cinema horror mainstream. Come ti sei approcciato a questo compito, e qual è, in generale, la tua idea riguardo i remake?
[LP]: I remake non mi piacciono molto, ma nel caso di Violent Shit più che di un remake si tratta di un reboot e infatti si intitola Violent Shit: The Movie.
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[LR]: Quali saranno le differenze, a livello di script e a livello registico, del tuo “Violent Shit” rispetto all’originale?
[LP]: In questo film abbiamo voluto raccontare la genesi di Karl The Butcher, il suo legame con il demonio e il segreto che si nasconde dietro la maschera. Nella sceneggiatura ci sono molti rimandi alla trilogia, ma la storia è completamente diversa. In questo film il vero protagonista è il professor Vassago, che nella demonologia è un potente principe degli inferi che comanda più di ventisei legioni di demoni. È uno spirito di conoscenza che aiuta a rivelare le cose passate e future, ma rende le persone ipocrite, ingrate e spergiure.
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[LR]: Nel teaser poster del film spicca l’immagine del Colosseo: Roma avrà un ruolo molto importante nel film?
[LP]: Roma è una città ricca di storia e di mistero, la cornice ideale per un film in cui si parla di satanismo e di legami con l’occulto. I suoi monumenti nascondono segreti che in pochi conoscono, come l’enigma del “Sator Arepo”, il quadrato magico inciso su diversi reperti archeologici rinvenuti in tutta Europa. Uno di questi è custodito proprio a Roma, nei sotterranei della basilica di Santa Maria Maggiore.
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[LR]: Dalla tua pagina social abbiamo saputo della presenza nel cast di Giovanni Lombardo Radice e Antonio Tentori. Che ruoli hai affidato loro? Ci sono altre icone del nostro horror all’interno del film?
[LP]: Giovanni Lombardo Radice è il professor Vassago e la sua interpretazione è davvero da brividi. E’ un grandissimo attore, un vero professionista, uno dei più bravi che abbiamo in Italia. Non capisco come sia possibile che un’artista del genere non venga valorizzato come meriterebbe, perché è molto preparato e potrebbe tener testa alle star hollywoodiane. Sono orgoglioso di averlo avuto nel mio film, così come sono onorato di essere riuscito a coinvolgere altri nomi fondamentali del nostro cinema di Genere, come Enzo G. Castellari e Luigi Cozzi.
Per loro ho pensato ad un simpatico duetto nei rispettivi ruoli di capi della polizia e della scientifica. Ho voluto fortemente Antonio Zequila che stupirà il pubblico con la sua interpretazione del senatore Vinci, un personaggio sadico e senza scrupoli legato ad una setta satanica. Poi c’è Barbara Magnolfi, l’indimenticabile Olga in Suspiria di Dario Argento. C’è anche Antonio Tentori, nel ruolo di una delle numerose vittima di Karl The Butcher e il simpaticissimo Fabrizio Capucci, che è anche il proprietario della meravigliosa villa sull’Appia Antica dove è stata girata buona parte del film.
Per le musiche, ancora una volta, mi sono rivolto al maestro Claudio Simonetti chiedendogli di comporre un main theme notevole mentre gli effetti speciali sono opera del bravissimo David Bracci, cresciuto nella fucina di Sergio Stivaletti e che aveva già collaborato con Schnaas in Demonium.
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[LR]: Puoi rivelarci chi ha indossato la maschera del tuo Karl?
[LP]: Per il ruolo di Karl The Butcher ho scelto un bravo attore di teatro, Simone Destrero, che si è già fatto notare in alcuni film indipendenti. Mi piace lavorare con attori emergenti, proprio perché si impegnano molto e credono di più in un progetto. Un altro attore che ho scoperto e di cui vado fiero è il giovanissimo Vincenzo Pezzopane, che interpreta l’ispettore Aristide D’Amato in coppia con Hans Ebert dell’interpool tedesca, naturalmente interpretato dallo stesso Steve Aquilina.
Tra le giovani attrici invece troverete Erika Kamese nella parte di Liliana l’assistente di Vassago e Michela Foresta, Federica Carpico e Nikol Brown che avevo già coinvolto in Come una crisalide.
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[LR]: Sai già quando e come potremo vedere il tuo “Violent Shit”?
[LP]: L’idea di Steve è quella di proiettarlo al mercato di Cannes a maggio 2015, ma prima presenteremo un rough cut all’International Film Festival di Berlino a inizio Febbraio.
Luca Ruocco
Roma, dicembre 2014
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