Il kolossal di matrice storica o mitologica è un’affezione assai difficile da superare, soprattutto per l’industria cinematografica americana che, di tanto in tanto, con titoli più o meno riusciti, ritorna sul pezzo, per magnificare la grandezza e l’opulenza che può nascere grazie alla macchina cinema.
E quasi fuori tempo, Ridley Scott, torna a dire la sua sull’argomento dopo Il gladiatore, del 2000, ma alzando il tiro, spostando il focus dall’Antica Roma alla Bibbia.
Come già anticipato dal titolo, infatti, Exodus – Dei e Re racconta, un adattamento per certi versi moderno dell’esodo degli schiavi ebrei dalla terra d’Egitto, del passo che i progenitori del popolo semita avevano stretto con un dio che sembrava averli dimenticati, dopo avergli promesso una casa e la libertà, e di quello che, cresciuto proprio nel palazzo del faraone egiziano, si trasformerà poi in un forte e determinato condottiero, per quella gente che, inizialmente pensava davvero tanto distante da sé.
Christian Bale veste i panni di un Mosè-Uomo-Tutto-D’Un-Pezzo, fotografato, inizialmente, proprio nel periodo del suo massimo fulgore all’interno dell’esercito e dell’aristocrazia egiziana: cresciuto al pari di un figlio dal faraone Seti [John Turturro], Mosè ha acquisito maggiore riconoscenza e stima da parte del sovrano, da quando in battaglia è riuscito a salvare da morte certa suo figlio e futuro regnante, Ramses [Joel Edgerton].
Ma proprio nello stesso periodo, Mosè viene bruscamente a conoscenza della sua origine semita: la notizia sconvolge la sua esistenza si da subito. Inizialmente perché ne distrugge ogni sicurezza interiore, e in secondo luogo perché fornisce all’invidioso Ramses il motivo di allontanare per sempre il fratellastro dal suo regno, per avere finalmente davvero il potere tutto nelle sue mani.
Di qui in avanti, Exodus – Dei e re si trascina avanti come il più classico dei progetti kolossal: freddamente porta avanti un ciclopico corpo filmico che però non dimostra mai di possedere guizzi vitali o “luccicanza”, con l’aggravante che questo Exodus è un progetto appaltato, affidato al regista di Alien da terzi.
Con questo non stiamo affermando che Exodus –Dei e re sia da buttare, tutt’altro, si respira aria di kolossal di grande livello [di certo il Mosè di Scott si dimostra assai più dignitoso del Noè di Aronowfky], ma, come spesso accade quando ci si affida all’eccessivo, all’enorme, il film risulta in fin dei conti poco evocativo, emotivamente piatto, perdendosi quasi unicamente nella sontuosità di messa in scena e scenografia.
E a nulla serve andare a cercare le “libertà”, registiche o di sceneggiatura, prese rispetto al testo sacro, tutt’altro! Quelli sono i momenti più vivi di questo Exodus, che pecca di un’eccessiva lunghezza anche durante scene spettacolari con maggiore appeal emotivo, come quella delle dieci piaghe d’Egitto, presentante come tutte collegate e conseguenti l’una all’altra.
Alla figura del dio di Abramo, poi, viene riservato il piglio innovativo più marcato di tutto il lavoro messo su da Scott: un bambino supponente e antipatico, crudele e molesto, come quello del Vecchio Testamento, spesso in profondo disaccordo con quello che diventerà il suo profeta. Ma non temete, i due si riappacificano nel finale. Tirato un sospiro di sollievo?
Luca Ruocco
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EXODUS – DEI E RE
Regia: Ridley Scott
Con: Christian Bale, Joel Edgerton, Aaron Paul, John Turturro, Ben Kingsley
Uscita in sala in Italia: giovedì 15 gennaio 2015
Sceneggiatura: Adam Cooper, Steve Zaillian, Bill Collage, Jeffrey Caine
Produzione: Chernin Entertainment, Scott Free Production, Babieka, Volcano Films
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2014
Durata: 150’