Lui è un cosmologo. Si considera un ateo intelligente. Non conosce altre lingue, oltre all’inglese. Sta completando il dottorato all’università di Cambridge.
Lei è una studentessa iscritta alla facoltà di lettere. É credente, e ogni domenica va a messa. Conosce, oltre alla sua lingua, l’inglese, anche lo spagnolo e il francese.
Sognatrice lei, realista lui.
Stiamo parlando di Stephen Hawking [Eddie Redmayne] e Jane Wilde [Felicity Jones]. Siamo a Cambridge. É il 1963. I due ragazzi si incontrano in un locale frequentato da studenti di diverse facoltà. Jane è in compagnia di una sua amica, e si accorge subito dello sguardo di Stephen, che la sta fissando. Nonostante le loro diversità, tra i due nasce subito una storia d’amore, e nel frattempo ciascuno porta avanti i propri impegni universitari.
Stephen, che si esercita tutti i giorni tra equazioni e formule matematiche, deve ancora decidere l’argomento della sua tesi di dottorato. Quando il professore gli fa notare il suo ritardo, Stephen non sa spiegare le ragioni della sua indecisione, forse proprio perché gli argomenti che vorrebbe trattare nella sua tesi non sono mai stati fino ad ora approfonditi… una mattina, mentre si esercita con i compiti di matematica, gli cade una tazza dalla scrivania, che non era riuscito ad afferrare.
Lì per lì non ci fa caso, ma una brutta caduta, mentre cammina nel cortile dell’università, sarà per lui l’inizio di un lungo calvario. Il medico gli comunica chiaramente la sua diagnosi: atrofia muscolare, o malattia del motoneurone, un disturbo progressivo che distrugge le cellule che comandano il movimento dei muscoli, portando all’atrofizzazione dei muscoli stessi. Gli restano due anni di vita. Stephen è devastato dal dolore, ma grazia alla grinta di Jane, e al suo amore incondizionato, si dà animo e continua a studiare e a lavorare alla sua tesi.
Il giorno della discussione della tesi, la commissione esaminatrice mostra vera gratitudine a Stephen per la ricerca da lui condotta, in particolare per l’ultimo capitolo, dedicato alla teoria dei buchi neri. Da questo momento in poi, la carriera di Stephen è dedicata ai buchi neri e al concetto di tempo, dimostrerà che il tempo ha un inizio, e si sforzerà, con risultati brillanti, di elaborare una formula che spieghi tutte le forze dell’universo. Qual è la natura del tempo? Possiamo tornare indietro nel tempo? Cosa c’è di più speciale che l’assenza di confini? Sono alcune delle tante domande intorno alle quali l’astrofisico svilupperà poi il manuale scientifico A brief history of time, 1988.
Poco tempo dopo aver scoperto di essere malato di atrofia muscolare, Stephen e Jane decidono di sposarsi. D’altronde, come asserisce lo stesso Stephen, finché c’è vita c’è speranza, e dunque con il matrimonio, e i tre figli che verranno alla luce, vuole non tanto sfidare la sua stessa vita, quanto vivere il tempo che gli spetta serenamente. Oggi Hawking è vivo e vegeto, nonostante l’equipe medica, diagnosticata la malattia, non gli avesse dato alcuna speranza di vita.
Jane, per Stephen, è stata un vero pilastro, e proprio la sua forza si è tradotta in uno stimolo continuo. Certi amori, però, nonostante siano così forti, ad un certo punto “perdono quota”. Nel caso dei coniugi Hawking, il peso portato avanti da Jane, che da sola cura il marito e si occupa dei figli, e un aggravarsi delle condizioni di Stephen, causano la rottura del loro rapporto.
La teoria del tutto è un film molto bello, di una drammaticità sconvolgente. Eppure, nonostante ciò, il film porta con sé messaggi assolutamente positivi. Incredibile l’interpretazione di Redmayne, tra l’altro molto simile a Hawking da ragazzo, come rivelano alcune foto online, calato in ruolo molto complesso, data anche la difficoltà a imitare i difetti fisici dei malati di atrofia muscolare. Molto brava anche la coprotagonista, Jones.
Il dramma della loro vita è raccontato sì in modo tragico, ma mai patetico. Il film segue linearmente la vita di Hawking, fino al momento in cui, nel 1989, viene ricevuto dalla Regina Elisabetta, che lo onora del titolo di cavaliere dell’ordine britannico, che il cosmologo, però, rifiuta.
La teoria del tutto è un biopic assolutamente riuscito, concentrato sulla vita privata, sul lavoro e sulla malattia di Hawking contemporaneamente, accompagnato da una delicata e struggente colonna sonora,curata dall’islandese Jóhann Jóhansson [autore della colonna sonora di Prisoners di Denis Villeneuve, 2013, qui, https://www.ingenerecinema.com/prisoners-di-denis-villeneuve/]. Peccato, però, che sia dato poco spazio alle teorie di Hawking, e alla matematica in generale.
La teoria del tutto è un film riflessivo, che non vi lascerà indifferenti. É nelle sale italiane dal 22 gennaio, anche al Nuovo Cinema Aquila.
Gilda Signoretti
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LA TEORIA DEL TUTTO
Regia: James Marsh
Con: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Harry Lloyd, Emily Watson, David Thewlis, Maxine Peake, Adam Godley, Simon McBurney, Charlotte Hope
Uscita in sala in Italia: 15 gennaio 2015
Sceneggiatura: Anthony McCarten
Produzione: Working Title Films
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2014
Durata: 123′