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Je suis DEBBI [LA STRANA]: Intervista a Paolo Di Orazio

paolodiorazio1Debbi [la strana] è la protagonista del nuovo romanzo di Paolo di Orazio, la “mente” del magazine Splatter. Una prostituta borderline che si trascina per le strade di una Roma che alterna momenti di allucinata irrealtà ad altri in cui è possibile, per chi ci vive da anni, riconoscere zone e posti ben precisi, figurarseli, per poi ritrovarli diversi, rivisti attraverso le lenti focali di Di Orazio.

Debbi [la strana] e le avventure bipolari del coniglietto Ribes non è solo racconto splatter o horror, anche se il più nero fra i Generi macchia in più punti la trama intricata, fatta di continui salti tra realtà soggettiva, visioni allucinate, fatti di cronaca e indagine poliziesca.

Ne abbiamo parlato, più a lungo, qui. E oggi scambiamo quattro chiacchiere con l’autore.

paolodiorazio2[Luca Ruocco]: “Debbi [la strana]” è il romanzo di apertura della collana “Incubazioni”, di Cut-Up. Ci parli della nascita del tuo romanzo. E come si è intrecciata a quella di questa nuova collana editoriale?

[Paolo Di Orazio]: Il curatore, nonché scrittore e amico Stefano El Brujo Fantelli, ha creato la collana Incubazioni per proporre romanzi horror di importante contaminazione tra sesso, rock e sovrannaturale. Quando mi ha proposto di essere l’autore del primo titolo, avevo due romanzi in stato embrionale. Debbi era quello che più ha suscitato l’interesse del Brujo.

[LR]: Quello con Fantelli, curatore di “Incubazioni”, è un rapporto biunivoco. A tua volta lo hai ospitato tra le pagine del nuovo “Splatter”. Cosa vi lega?

[PDO]: Una buona amicizia e una stima reciproca.

paolodiorazio3[LR]: Soffermiamoci sui personaggi della storia: da Debbi a Ribes… Dall’assassino, al detective… Tiziano Sclavi ha più volte dichiarato di sentirsi molto più vicino ai mostri, raccontati nei suoi fumetti che, ad esempio, a Dylan Dog. Dove troviamo, invece, dei pezzetti di Di Orazio, nel tuo romanzo?

[PDO]: Ogni personaggio, anche quello nascosto nei recessi di un romanzo per un paio di righe, deve avere una parte di me. Fondamentalmente, ho compiuto maggiori auto-travasi nel maresciallo Vanacura, che nel romanzo ha il compito – nonostante la sua missione di indagare eventi paranormali – di rapportarci umanamente alla parte prodigio-mostruosa del romanzo, è, insomma, il nostro occhio nell’inferno che striscia tra i meandri di una metropoli come Roma. Per cui, l’ho infarcito di goffa ironia, di savoir faire, ossessioni e semplicità. A Debbi invece ho dato i miei superomismi e pessimismi cosmici.

[LR]: Un altro personaggio importante, a mio avviso, è la location della città di Roma. Che Roma racconti in “Debbi [la strana]”? Ottimo il trattamento riservato all’Hotel Amico… Ne saranno felici!

[PDO]: L’Hotel Amico, per me, resta un mistero. Mi affascinano i luoghi che mi ispirano decadenza, e un po’ tutta Roma per me è così. Roma è una terra di nessuno, una città di confine, una città virtuale da dove poi, non a caso, viene disseppellita una delle più imponenti cosche mafiose. Roma è sotterranea, catacombale, auto-sepolta, auto-digerita.

paolodiorazio4[LR]: La storia si snoda su diversi livelli: temporali, dimensionali… e su un’intercambiabilità di protagonista. E’ stato molto complicato lavorare su un progetto come questo?

[PDO]: E’ stato molto complicato dare un ritmo armonioso tra un livello e l’altro, soprattutto fornendo elementi di continuità che potessero dare quel senso di giallo che è sempre mancato nei miei scritti. In realtà, la trilogia aveva un’idea estetica molto diversa, fatto di macro-giochi di specchi ma sarebbe stato troppo dispendioso e infinito come lavoro. Ho preferito semplificare e partorire una sorta di esibizione selvaggia sonora. Non a caso, vista la permeabilità di Generi, dal’horror al weird all’hardgore, l’ho chiamato romanzo crust punk.

[LR]: All’interno del libro, una lunga serie di tue illustrazioni. Come hai lavorato ai disegni?

[PDO]: Come al solito, la mia base prediletta è il nero. Ho scoperto l’uso del pennello che mi ha aiutato a sviluppare masse e gruppi organici, fondi che non ero uso realizzare per i miei disegni. All’inizio avevo paura che il disegno fosse didascalico ma, a quanto pare, l’illustrazione offre al lettore un campo ottico in più. Non so come classificare il mio stile, direi un espressionismo rupestre. Mi sono lasciato guidare dalla mente dei personaggi e li ho ritratti tenendomi incollato alla loro essenza.

paolodiorazio6[LR]: “Debbi [la strana]” arriva in libreria dopo aver festeggiato il 25° anniversario di “Splatter”. Cosa puoi dirci, a un anno di distanza, di questa nuova vita del magazine, arrivato al sesto numero?

[PDO]: Il 25° è iniziato nel 2013. E’ stata una prova di forza editoriale autoprodotta e autogestita, portando la rivista ai massimi livelli estetici e narrativi, addirittura ribaltando la tipologia di lettura di quando era un magazine pulp. I talenti portati allo scoperto tra le nostre pagine adesso sono sotto le attenzioni del mercato, e questo è un gran bel risultato. L’affetto dei lettori vecchi e nuovi è un tesoro sempre prezioso. Ma la scommessa è dura e faticosa.

[LR]: Quale sarà il futuro di “Splatter”? E quali gli altri tuoi progetti in cantiere?

[PDO]: L’idea è quella di preparare una serie cronologica in formato libro, viste le richieste. Stiamo testando il terreno. I miei progetti in cantiere sono sempre tra musica e scrittura, destinati al mercato estero, quindi la mia scommessa si fa ancora più delicata e impervia. Ma, d’altronde, non sono mai voluto scendere a compromessi. Di sicuro, nell’immediato, vorrei concludere la trilogia dedicata a Debbi.

Luca Ruocco

Roma, febbraio 2015

InGenere Cinema

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