Giugno 1945. Sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, Nelly [Nina Hoss] torna a Berlino, dov’è nata, gravemente ferita e col volto sfigurato. Ad accompagnarla c’è Lene [Nina Kunzendorf], impiegata dell’Agenzia Ebraica e amica di Nelly da prima della guerra. Senza neppure aspettare di essersi ripresa dall’intervento di chirurgia plastica al viso, e contro il parere di Lene, Nelly parte alla ricerca di suo marito, Johnny [Ronald Zehrfeld]: l’uomo che ha cercato fino alla fine di proteggerla dalla persecuzione nazista.
I familiari di Nelly sono tutti morti nell’olocausto. Johnny è convinto che anche sua moglie sia morta. Quando finalmente Nelly lo rintraccia, Johnny intravede solo una vaga somiglianza e non crede che possa trattarsi veramente di sua moglie. Per mettere al sicuro l’eredità della famiglia di lei, però, Johnny propone a Nelly di assumere l’identità della moglie morta. Nelly accetta e diventa specchio di se stessa. Vuole sapere se Johnny l’amava veramente, e se l’ha tradita. Vuole riprendersi la sua vita.
Il film, tratto dal romanzo Le retour des cendres di Hubert Monteilhet, è stato presentato in anteprima mondiale Toronto Film Festival nel settembre del 2014 e in seguito in altri festival tra cui il Festival Internazionale del Cinema di Roma, dove ha avuto un buon riscontro da parte di pubblico e critica.
Alla stesura della sceneggiatura hanno partecipato Harun Farocki e lo stesso regista, Christian Petzold. E’ stato proprio un articolo di Harun Farocki ad innescare la miccia della curiosità, verso la storia raccontata nel libro, del regista tedesco vincitore dell’Orso d’argento e candidato all’Oscar nel 2012 con La Scelta di Barbara.
L’articolo, dedicato a La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, e incentrato sul tema dello scambio di identità, citava come esempio proprio il romanzo di Hubert Monteilhet. Ed è proprio dal film di Hitchcock che trae ispirazione Phoenix per poi raccontare il ritorno dai campi di concentramento alla realtà di una vita dopo l’orrore.
Nelly è l’unica della sua famiglia ad essere sopravvissuta e, come lei stessa confessa a Lene, sua amica e salvatrice, è stato il ricordo ed il desiderio di ritrovare suo marito Johnny a non farle perdere la forza di combattere per restare viva. E quando, dopo aver subito un intervento di chirurgia plastica per rimediare alle ferite sul suo volto, trova suo marito, questi non la riconosce. Lui la crede morta ma trova in questa donna una straordinaria somiglianza con la sua Nelly. Le propone così di prendere il posto di sua moglia, inscenando il suo ritorno, per potersi prendere l’eredità.
Lei accetta credendo di riuscire, prima o poi, a farsi riconoscere dal marito ma, sarà lei invece a conoscere chi è davvero quell’uomo che lei tanto ama. L’unico interesse di Johnny e mettere le mani sulla ricca eredità della moglie come lascia intendere da una frase che pronuncia nel film: Ho sposato una moglie povera, ora ho una moglie morta ricca.
Attraverso la sua interpretazione, Nina Hoss, riesce a portare lo spettatore a porsi delle domande su una questione sulla quale si conosce davvero poco: Nelly, così come tanti altri sopravvissuti allo sterminio, è viva ma nessuno sa come si sente appena usciti da quell’incubo, come riesce a tornare alla vita di tutti i giorni con la difficoltà di convivere con una esperienza che l’ha segnata nel profondo.
Uomini e donne de-umanizzati, ad un passo dalla follia, che si trovano a ritrovarsi.
Nelly non viene riconosciuta da Johnny ma in un certo senso è lei stessa a non riconoscersi, annientata fisicamente e psicologicamente. Si ritrova quando ritrova Johnny. Nelly parla spesso in terza persona, quasi si riferisse ad un’altra donna.
Il finale del film è sorprendente, aperto, e lascia lo spettatore pieno di dubbi e domande irrisolte.
Filippo Pugliese
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IL SEGRETO DEL SUO VOLTO
Regia: Christian Petzold
Con: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf, Rystan Pütter, Michael Maertens
Uscita in sala in Italia: giovedì 19 febbraio 2015
Sceneggiatura: Christian Petzold, Harun Farocki
Produzione: Florian Koerner von Gustorf, Michael Weber
Distribuzione: BIM
Anno: 2014
Durata: 98’