Home / Recensioni / In sala / LA DOLCE ARTE DI ESISTERE di  Pietro Reggiani

LA DOLCE ARTE DI ESISTERE di  Pietro Reggiani

la_dolce_arte_di_esistere_locandinaQuante volte ci siamo sentiti in grande difficoltà e abbiamo sentito il desiderio di sparire? Non parliamo poi delle situazioni nelle quali ci siamo sentiti in forte imbarazzo, catapultati magari in feste sui generis o al centro dell’attenzione in momenti spiacevoli o ridicoli.

Se noi comuni mortali non abbiamo il dono di sparire, Roberta [Francesca Golia] e Massimo [Pierpaolo Spollon] sono affetti da quello che viene considerato un disturbo sociale: l’invisibilità psicosomatica, che permette loro di rendersi invisibili in situazioni nelle quali non si sentono a loro agio. Francesca e Massimo sono molto diversi tra loro: lei, eterna insicura, ha continuamente bisogno di essere rassicurata e sentirsi al centro dell’attenzione, mentre Massimo, molto timido e taciturno, scompare se, al contrario, è al centro dell’attenzione.

La dolce arte foto 1Un giorno i due ragazzi si conoscono e si innamorano. Il problema è che, ogni volta che si incontrano, o l’uno o l’altro sparisce, e questo porta entrambi a cercare l’amore altrove… proprio la loro “diversità”, però, li rende unici e perciò complementari. Riusciranno a superare le loro reciproche sparizioni?

Certamente considerevole il secondo lungometraggio di Reggiani, una commedia divertente, intelligente e originale, scritta dallo stesso regista. La dolce arte di esistere, prodotto e distribuito da Adagio Film,  poggia su un ritmo volutamente monotono, che ha ragion d’essere, data la personalità che Reggiani ha voluto dare al film. L’unico problema di questo film è la ripetitività delle azioni nella seconda parte, che avrebbe giovato di un ulteriore taglio in fase di montaggio.

La dolce arte foto 2Nonostante tutto, però, La dolce arte di esistere è una commedia piacevole e molto spiritosa, narrata, sotto forma di fiaba, dal doppiatore Carlo Valli.

Molto bravi gli attori, spesso ripresi in primo piano, chiamati ad accentuare le espressioni facciali come se fossero sotto la lente di ingrandimento di uno psicologo. In un piccolo ruolo, Rolando Ravello, valido attore e regista, che si ritrova qui a vestire i panni di Vincenzo, uno dei tanti ragazzi che Roberta conosce in un bar, e che, rifiutato, perde un po’ le staffe.

La dolce arte di esistere descrive, seppur in maniera ironica, la difficoltà delle persone di comunicare con gli altri, di stabilire un contatto.

La dolce arte foto 3Francesca e Massimo non hanno nessun problema a chattare o usare il pc per rispondere alle email o per visitare i propri profili facebook, ma entrano in pieno panico ogni qualvolta devono confrontarsi con l’altro, perché sommersi e perché non riescono a trovare un equilibrio interiore, e perché sono continuamente tormentati dal solito interrogativo: cosa pensano gli altri di loro? Sono davvero così goffi come credono? Ed è allora l’immagine il vero cancro di una società in cui più che la personalità e il talento, è l’estetica a prevalere, rendendo tutti troppo simili e vuoti.

Il film è uscito il 9 aprile nelle sale italiane, compreso il Nuovo Cinema Aquila, qui il link del film, che tra l’altro compare nel film, sotto le spoglie di un museo nel quale Massimo si reca con una nuova fiamma.

Gilda Signoretti

LA DOLCE ARTE DI ESISTERE

3 Teschi

Regia: Pietro Reggiani

Con: Francesca Golia, Pierpaolo Spollon, Claudia Amato, Edoardo Olivieri, Asya Pignanelli, Anita Kravos, Beatrice Uber, Rolando Ravello

Uscita in sala in Italia: giovedì 9 aprile 2015

Sceneggiatura: Pietro Reggiani

Produzione: Adagio Film in associazione con Emmedue Videoproduzioni e con il sostegno della Trentino Film Commission,  Regione Lazio

Distribuzione: Adagio Film

Anno: 2015

Durata: 96′

Gilda Signoretti

x

Check Also

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL 44° FANTAFESTIVAL: Dal 27 novembre all’1 dicembre a Roma

Giunto alla XLIV edizione, il FANTAFESTIVAL è pronto a spiegare le sue ...