Sorprendente l’interpretazione che Rocco Papaleo fa di Gianni, ovvero il protagonista del film La voce – Il talento può uccidere. L’attore lucano, impegnato in un ruolo drammatico, è riuscito a calarsi nei panni di un personaggio che è completamente opposto da quelli a cui ci ha abituato, arrivando ad accantonare i toni briosi, incantati e allegri, a lui più familiare.
Il merito, al di là delle capacità interpretative dell’attore, va ad Augusto Zucchi, che, dopo aver diretto in passato due film per la tv, debutta al cinema come regista, in un film di cui firma la sceneggiatura, e in cui interpreta un personaggio tutt’altro che secondario.
La passione di Gianni [Rocco Papaleo] per il suo lavoro di imitatore è vissuta dallo stesso con un trasporto emotivo molto alto, motivo per cui i suoi personaggi sembrano averlo spaesato e avergli rubato l’anima a tal punto che non riesce ad essere sé stesso neanche con Gloria [Antonia Liskova], una bellissima cantante che si esibisce nei locali notturni.
Proprio il disagio di cui Gianni soffre è curato dallo psicanalista Amati [Augusto Zucchi], che gli diagnostica un grave disturbo della personalità. La quotidianità di Gianni subisce uno scossone nel momento in cui i servizi segreti entrano nella sua vita per chiedergli collaborazione in un delicato caso di cronaca politica che riguarda la morte del ministro Mongelli.
La voce – Il talento può uccidere è un noir che si affida ad un bel soggetto e ad una buona sceneggiatura: a ciò si aggiunge un ritmo che, proprio perché né frenetico né calante, permette allo spettatore di muoversi con cautela all’interno del film, studiare le mosse dei protagonisti ed entrare nell’oscura psiche di Gianni. L’imitatore conduce una vita solitaria, nonostante sia sempre circondato da numerose persone sul lavoro, ed è solo con Gloria che riesce a confrontarsi.
Il suo vero problema è l’insicurezza: Gianni è così frastornato dai tanti personaggi che ha interpretato sul palco che ha perso di vista sé stessa. Ma i suoi personaggi sono anche il suo rifugio, nonché le sue sicurezze. La frustrazione per un successo mai del tutto raggiunto, e per un amore non dichiarato per Gloria, fanno di Gianni un uomo confuso, al quale lo psicanalista ha diagnosticato un grave disturbo della personalità, causa scatenante della sua depressione. Il suo idolo è Alighiero Noschese, il celebre imitatore che divenne, alla fine degli anni ’60, famosissimo in tv, autore di esilaranti imitazioni di personaggi famosi, anche in politica.
Lo stesso Noschese, però, nella mente di Gianni si traduce in ossessione. Eppure, ad un certo punto della sua carriera, sarà proprio l’indossare i panni dello showman napoletano a far sfogare in Gianni tutta la rabbia e la tensione covata dentro, anche se le conseguenze di questa “liberazione” saranno determinanti per la discesa artistica e personale di Gianni.
Distribuzione Straordinaria porta in sala un film con alcuni difetti: pensiamo in particolare alla mancata intersecazione tra il presente del film, che vede Giulia indagare sul passato del padre, e il passato di Gianni, sul quale si poggia la storia: i due archi temporali sono gestiti dal regista diversamente: troppo superficialmente il primo, e con molta attenzione e dedizione il secondo; a ciò si aggiunge poi una marcata differenza interpretativa tra gli attori. Ad ogni modo, ciò non toglie che il debutto cinematografico di Zucchi meriti comunque considerazione, poiché si tratta di un esempio ben calibrato di un film che fa della psicologia la chiave di volta per un’indagine che si muove tra i tasselli di una storia davvero originale.
Gilda Signoretti
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LA VOCE- IL TALENTO PUÓ UCCIDERE
Regia: Augusto Zucchi
Con: Rocco Papaleo, Antonia Liskova, Augusto Zucchi, Giulia Greco, Franco Castellano, Mattia Sbragia, Augusto Fornari, Riccardo Polizzi
Uscita in sala in Italia: giovedì 7 maggio 2015
Sceneggiatura: Augusto Zucchi
Produzione: BlackOut Entertainment, Caro Film
Distribuzione: Distribuzione Straordinaria
Anno: 2013
Durata: 83′