A distanza di otto anni dal suo esordio filmico, Mick Taylor [John Jarratt], il più spietato serial killer della storia del crimine australiano torna sugli schermi, protagonista di una nuova spietata caccia all’uomo sullo sfondo dell’outback australiano, l’aerea più interna e semi-desertica del continente, quasi del tutto spopolata, e forse proprio per questo meta degli avventurosi pellegrinaggi di giovani campeggiatori.
Al timone della seconda avventura del villain più rozzo e violento dell’ozploitation è ancora il suo creatore, Greg McLean, che con Wolf Creek 2 torna a dimostrare di saper la sua per quanto riguarda le storie di zotici killer seriali di incauti turisti, di stampo hooperiano.
McLean riprende quindi in mano i fili del suo Freddy Krueger australiano [stessa crudeltà, stessa macabra ironia e ruspante volgarità… manca solo una matrice paranormale a spiegarne l’esistenza e l’infallibile abilità nell’arte dell’omicidio], potendosi permettere, vista la storie pregressa e la felice accoglienza di pubblico e critica del film del 2005, di non dover perder tempo nel presentare né il villain, né la sua attività preferita.
Nei primi minuti di film, infatti, Mick Taylor viene fermato da due poliziotti che, colpevoli di averlo trattato con troppo poco rispetto, finiscono trucidati e uccisi nel giro di poco tempo, per poi lasciare il negativo protagonista tornare a svolgere il “sacro compito” dettatogli dal suo dissennato nazionalismo.
Wolf Creek 2 ricalca una trama di fondo molto simile a quella del suo primo capitolo, che si erge sulla drammatica statistica che vede in Australia la sparizione di 30000 persone all’anno. A quanto pare il 90% di questi scomparsi viene ritrovato… Sul rimanente 10% ricama McLean e il suo team.
Le prime due vittime sacrificali dell’odio xenofobo di Mick Taylor saranno due turisti tedeschi, Rutger [Philippe Klaus] e Katarina [Shannon Ashlyn], ma sarà un altro giovane l’intruso in terra australiana a dover, suo malgrado, dividere la scena con il villain per tutta la seconda parte del film: l’inglese Paul Hammersmith [Ryan Corr].
Se nel primo film McLean cercava un collegamento con il movimento del Dogma 95, in Wolf Creek 2 il regista abbandona l’abbondante uso della macchina a mano, mescola l’horror con elementi tipici del western, del road movie, con un’ironia assai più accentuata rispetto al capitolo capostipite che trova riuscito specchio nell’esplosione dei toni splatter, con teste fracassate da proiettili vaganti, corpi umani fatti a pezzi, scheletri trasformati in addobbi ornamentali e persino canguri selvaggiamente massacrati con un grosso tir.
Tutto diventa molto più esplicito, audace e grottesco, riuscendo a proporre una buona evoluzione di un tema già di partenza vincente.
La saga di Wolf Creek dimostra come sia ancora possibile, con un buon lavoro preventivo, riuscire ad avere buoni frutti da uno slasher, sfruttando i sacri principi del bodycount e della ciclicità, con cui riuscire a imprigionare, e a far brillare, un riuscito villain.
Offende, diverte e si dimostra tanto tanto gore-friendly. Non possiamo che consigliarlo.
Luca Ruocco
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WOLF CREEK 2
Regia: Greg McLean
Con: John Jarratt, Ryan Corr, Shannon Ashlyn, Philippe Klaus
Uscita in sala in Italia: mercoledì 10 giugno 2015
Sceneggiatura: Greg McLean, Aaron Stems
Produzione: Duo Art Productions, Emu Creek Pictures
Distribuzione: Medusa Media Group
Anno: 2014
Durata: 106’