[Luca Ruocco]: Il tuo film, “Lilith’s Hell” aprirà il 35° Fantafestival. Vuoi raccontare, in breve, ai nostri lettori la trama?
[Vincenzo Petrarolo]: Lilith Hell il film è un mockumentary che tratta la storia di un regista americano, Ryan, che arriva in Italia per girare un film in onore della sua icona, il regista Ruggero Deodato, e del suo film precursore di questo Genere, Cannibale Holocaust. Dopo varie mail inviate al maestro, Ryan riesce a convincerlo a partecipare a questo film, aiutato da Marco il produttore italiano, suo ex compagno di college negli USA. I due, insieme all’operatore, arrivano alla casa dove sarà girato il film con un giorno di anticipo, per posizionare le luci e iniziare le interviste per il backstage. A causa della disorganizzazione di Marco arrivano in anticipo alla villa anche un’attrice ed una truccatrice. Durante quella notte, che li separa dal primo ciak, accadrà qualcosa di inspiegabile.
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[LR]: Il found footage è, soprattutto, all’interno dell’indie di Genere, un modus operandi assai diffuso. Ci sono film, girati in questo modo, che ti hanno ispirato per “Lilith’s Hell”?
[VP]: Beh, il film stesso nasce come un omaggio al creatore di questo Genere, con Deodato che in questo caso si è cimentato in veste d’attore. Ma oltre a Cannibal Holocaust vengono citati Rec e Paranormal Activity. Io ho vissuto negli Stati Uniti per 4 anni, fra Chicago, New York e Los Angeles, dove ho studiato regia cinematografica e ho anche fatto un corso di regia in 3D. L’ idea del mockumentary è partita da lì, vedendo che gli americani adorano questo stile registico. Poi al mio rientro in Italia mi sono prodigato a trovare un’idea interessante da cui partire…
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[LR]: Quali sono i pro e i contro di questa modalità cinematografica che hai riscontrato durante la lavorazione del film?
[VP]: Ci sono di certo più contro che pro! I contro sono che devi girare sempre in piano sequenza, perciò per renderle le scene credibili bisogna provare molto, ma anche improvvisare, per eventuali stacchi. Come ci insegna Hitchcock, inventore del piano sequenza, basta andare con la camera su una parete nera o un’ombra e puoi raccordare anche due piani sequenza differenti al momento del montaggio. Un altro “contro” è che non puoi usare colonna sonora per rendere il mockumentary il più crudo e reale possibile. E’ una cosa castrante in un film horror, dove la musica spesso fa da padrona, anche se io in alcuni punti ho inserito dei tappetini musicali fatti con rumori metallici disturbarti. I “pro” sono che, comunque, puoi trascurare l’illuminazione che, di solito, toglie molto tempo alle riprese. Ma anche quella, comunque, l’abbiamo curata un minimo, non amando il mockumentary troppo di basso livello fotografico…
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[LR]: Anche l’interpretazione e il rapportarsi, da regista, con gli attori è differente in un found footage?
[VP]: Per quanto riguarda l’interpretazione e il rapporto con gli attori non credo che la tecnica registica cambi molto da qualsiasi altro Genere, anche perché essendo io anche un attore, ho sempre considerato il rapporto coi miei colleghi sacrosanto, fondamentale, per creare la giusta alchimia ed entrare in simbiosi. Credo che i miei interpreti abbiano regalato una splendida interpretazione, a partire da Marcus a Joelle, due bravi attori scelti tra molti per i ruoli di Sara e Ryan. Manuela e Dany, invece, venivano dalla moda, e devo dire che entrambe hanno superato le aspettative. Manuela Vega Stanciu è stata veramente brava ad interpretare l’indemoniata: in alcuni punti riesce a mettere davvero ansia… paura!
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[LR]: In “Lilith’s Hell” è presente Ruggero Deodato. Come sei riuscito a coinvolgerlo nel tuo progetto? Hai scelto di includerlo all’interno del film perché i suoi film ti hanno, in qualche modo, segnato?
[VP]: Deodato aveva già accettato di interpretare il film prima che io lo mettessi in moto la “macchina-film”. Per me è stato un onore! Io sono cresciuto con i suoi film e, oltretutto, l’ho sempre stimato perché è uno dei pochi registi italiani che si è cimentato in vari Generi. E’ quello che vorrei fare anche io, visto che amo allo stesso modo l’horror, il fantasy, l’azione, e non disdegno il dramma e la commedia!
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[LR]: Ci parli del resto del cast del film?
[VP]: Il cast del film è stato selezionato molto meticolosamente. Sia quello artistico che quello tecnico, arrivando ad un livello di professionalità eccelsa che ci ha fatto passare tre settimane di riprese fantastiche, anche se faticose. Dai costumi al trucco, dagli effetti alle scenografie create da Marco Tarascio, specie quelle della stanza segreta, dove è riuscito a creare un effetto visivo molto suggestivo.
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[LR]: “Lilith’s Hell” gioca con una forte dose di effettistica, e su una sensualità che, presto, si tramuta in morte. Sesso e sangue rimangono, ancora oggi, elementi essenziali in un horror? Chi ha curato gli effetti speciali del film?
[VP]: Gli effetti speciali sono di Tiziano Martella, già noto per altri lavori molto interessanti nell’ambito dell’horror indipendente. Con lui abbiamo fatto vari incontri e prove trucco, per le interpretazioni delle indemoniate. E credo che sia stato fatto un buon lavoro, senza esagerare! Non abbiamo voluto usare per scelta effetti speciali in computer grafica, rispettando il cinema horror classico italiano degli anni ’70 e ‘80.
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[LR]: “Lilith’s Hell” godrà di un’uscita in sala o in home video? E in che Paesi?
[VP]: Per la distribuzione del film al momento stiamo trattando l’uscita in Italia con UCI Cinema, ma prevalentemente il film è stato pensato per il mercato estero.
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[LR]: Hai già nuovi progetti in cantiere?
[VP]: Il primo luglio partiremo con il primo ciak di un thriller dal titolo The Apartment: la storia di una modella e attrice famosa americana che si trasferisce a Roma in un appartamento, dove inizia ad essere stalkerizzata da un folle maniaco. Questo a grandi linee, non posso spoilerare altro…
Scheda Fantafestival: http://www.fanta-festival.it/2015/06/19/liliths-hell/
Luca Ruocco
Roma, giugno 2015