Vi è mai capitato di trovarvi a comunicare con uno straniero pur non parlando la stessa lingua? Se poi non riusciste a comprendere neanche una delle parole pronunciate dal vostro interlocutore, allora sarebbe in atto una vera e propria tragicommedia, della quale i protagonisti potremmo essere, prima o poi, un po’ tutti.
Quante volte ci siamo imbattuti in turisti di varie nazionalità che ci hanno chiesto indicazioni stradali, facendoci inconsapevolmente entrare in panico? È un po’ quello che succede al protagonista [Alessandro Nori] che, appena sveglio, comprende che la ragazza [Chelsea Murphy] con cui ha passato la notte non parla la sua lingua. La poca lucidità dei primi istanti del risveglio gli consente di mantenere un certo equilibrio, che pian piano si perde in favore di nervosismo e confusione. Cosa mangiare per colazione? Come farà il protagonista a spiegare che ha assolutamente bisogno di un caffè e di un cornetto? E come spiegare che trova ripugnante il caffè americano? È da questo incipit che prende vita Itanglish, 2014, il cortometraggio di Luca Brinciotti, giovane regista italiano, alle prese con un lavoro breve, divertente e ben diretto, caratterizzato da battute serrate e da un ritmo vivace.
Una delle caratteristiche del regista è quella di non dare nulla per scontato, e questo vale anche per la scelta delle inquadrature. Davvero buona l’interpretazione dei due attori, in sintonia tra loro. Fa piacere poi sentire parlare, sia in questo che negli altri corti del regista, gli attori italiani in un ottimo inglese.
Di altro tono è Immortality in Blue, ultima fatica del regista romano trapianto negli USA, dove frequenta la prestigiosa New York Film Academy. È la fragilità umana, e la sua manifestazione attraverso la pittura, a fare da sfondo ad una vicenda drammatica che ha come protagonista l’artista spagnolo Carlos Casagemas [qui interpretato da Medhi Dumartin], amico intimo di Pablo Picasso [interpretato da Gianlorenzo Albertini].
Brinciotti sceglie di descriverci, attraverso una fotografia che cerca i toni cupi, in contrasto con spiragli di luce che illuminano la scena e la tela, il momento in cui il pittore spagnolo viene a conoscenza del suicidio del suo amico, avvenuto il 17 febbraio 1901, attraverso una lettera. È l’inizio di un periodo molto sofferto per l’artista, eppure così creativo. Proprio la dipartita di Casagemas coinciderà con una nuova fase creativa di Picasso, denominata come “periodo blu” [che si protrarrà fino al 1904], in quanto furono proprio le tonalità e le sfumature del blu a caratterizzare i suoi dipinti, contribuendo a enfatizzare quella sacralità, quella sensibilità e quella intimità che hanno da sempre caratterizzato i suoi dipinti.
Scritto da Livia Azzolini, Immortality in Blue è un corto che riesce a comunicare allo spettatore la frustrazione e lo smarrimento di un grande artista come Picasso che, con la morte di un caro amico, perde ogni equilibrio, e sfoga questo dolore attraverso la pittura, cercando di materializzare l’anima inquieta di Casagemas, perso d’amore e vinto da una accecante gelosia per Germaine Gargallo, con la quale aveva una relazione alquanto instabile.
Brinciotti mostra dunque, in questi due cortometraggi, di sapersi muovere abilmente tra la commedia e il dramma, sforzandosi di far combaciare tutti gli elementi necessari: dalla fotografia alla sceneggiatura; dalla scenografia alle musiche, ma soprattutto, mostrando la sua personalità.
Gilda Signoretti