Giulio Questi, ex partigiano, scrittore e poi regista di culto. Con i suoi tre film: Se sei vivo spara [1967], La morte ha fatto l’uovo [1968] e Arcana [1972] ripropone in chiave Pop i Generi cinematografici classici come il western, il thriller e il neorealismo, ne sovverte gli stilemi, ne ribalta le logiche strutturali, contamina i generi stessi con l’horror, il paranormale, il fantascientifico.
Un vero e proprio sperimentatore, tra le personalità più anomale del panorama cinematografico ai tempi d’oro del cinema italiano. Nella sua ricerca formale, affiancato dal geniale montatore Franco Arcalli, arriva a creare nuovi linguaggi. Si rifà al movimento Surrealismo, all’arte Pop, al Realismo Magico e lo fonde con una ricca e controversa cultura letteraria: Georges Bataille e De Sade ma anche il fumetto e l’arte futurista. E alla fine si ritira dal cinema, stanco delle imposizioni produttive, dell’industria cinematografica intellettualmente castrante. Si concede qualche esperienza come regista televisivo e poi l’esilio volontario, ritorna a scrivere racconti. Fin quando, grazie all’acquisto fortuito di una piccola videocamera digitale, non riscopre il piacere della narrazione per immagini.
Mette in scena sé stesso in tutto e per tutto: gira, interpreta, monta, sempre solo; dà vita ad una serie di cortometraggi homemade in una pura immersione solipsistica.
Ancora una volta, alla soglia dei novant’anni, riesce a creare un linguaggio nuovo, proprio partendo dalla scarsità di mezzi. I piccoli filmetti diventano capolavori di drammaturgia, coinvolgenti, sorprendenti, bizzarri.
A lui verrà dedicata una retrospettiva al Torino Film Festival 2014. Il 3 dicembre 2014 muore, proprio una settimana dopo la fine del Festival a cui aveva presenziato.
Questa monografia propone un’analisi approfondita dei suoi principali film, della sua attività di scrittore indipendente e degli eccentrici esperimenti col digitale.
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Estratto:
Un surrealismo bastardo e istintivo, caratterizzato da un’autorialità pura e prepotente, ma germogliante dalle paludi del cinema commerciale più ottuso. Le opere di Giulio Questi nascono e muoiono in una terra di nessuno che è propria di pochi. Mirano ad altissime vette tuttavia si sporcano con le pratiche dell’exploitation a basso costo. La cultura popolare è reinventata e assurta a nuova forma espressiva, sfrutta codici e stilemi di genere, acquista nuovo senso. Lo stile non è da meno. Svincola dalle regole della grammatica cinematografica, ne riformula il linguaggio, nella narrazione, nella composizione delle inquadrature e soprattutto nel montaggio. Una genialità silenziosa, che si muove sottopelle, attraversa il substrato del cinema nella sua interezza, in tutte le sue forme: esistenzialismo, teologia e puro spirito di intrattenimento.
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Biografia dell’autore:
Andrea Schiavone nasce nel 1989 a Torre Annunziata, ma cresce tra Nocera Inferiore e San Marzano sul Sarno. Si trasferisce a Roma dove consegue la laurea triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza con una tesi sul cinema noir e poi a Milano per la magistrale in Televisione, Cinema e New Media presso l’Università IULM. Appassionato di cinema e letteratura, e amante della scrittura, collabora parallelamente agli studi con numerose testate giornalistiche online e blog in qualità di redattore e critico, tra cui: www.indie-eye.it, www.letteraturahorror.it, www.fantasyplanet.it, www.latelanera.com, thrillerpages.blogspot.it e www.horror.it.
Ha scritto poesie, ha pubblicato racconti in varie antologie e ha lavorato nel mondo dell’editoria. Attualmente riveste il ruolo di assistente di produzione presso la casa di produzione cine-televisiva Jump Cut Media.
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L’OCCHIO RIBELLE DI GIULIO QUESTI
Titolo: L’occhio ribelle di Giulio Questi
Genere: Saggio
Autore: Andrea Schiavone
Editore: Amarganta
Collana: Spettacolo
Pagine: 200
Cartaceo: 13 €
Ebook: 2,39 €