Lance Armstrong [Ben Foster] è un mediocre ciclista partecipante del Tour de France, determinato a vincere più di chiunque altro. I suoi piani vengono però interrotti bruscamente nel momento in cui scopre di avere un tumore. Dopo aver combattuto contro la malattia ed essere riuscito a sconfiggerla con enormi sofferenze, nulla e nessuno può impedirgli di rimettersi in sella e di vincere l’ambito Tour. A qualunque costo.
Inizia così un intenso programma fatto d’allenamento e doping senza precedenti, architettato dal preparatore italiano Michele Ferrari [Guillaume Canet] e sostenuto dal capo squadra Johan Bruyneel [Denis Menochet]. In questo modo, Armstrong e i suoi compagni di squadra si trasformano in campioni assoluti, riuscendo a raggiungere la vittoria per ben sette volte consecutive. Un record mai stabilito prima. Tuttavia, il giornalista David Walsh [Chris O’Dowd] non crede affatto che queste vittorie siano solo il frutto di un duro lavoro e inizia così una rischiosa battaglia contro Armstrong, mettendo in gioco la sua carriera.
Lance Armstrong. Campione. Eroe. Icona. Bugiardo. La vera storia del più grande imbroglio di tutti i tempi. Così gridano gli slogan di The Program, ultima fatica di Stephen Frears [The Queen – La regina e Philomena], ispirata al libro Seven Deadly Sins di David Walsh.
Armstrong era la personificazione dei sogni di tutti, l’emblema perfetto del ciclismo degli anni novanta, che ha contribuito a far conoscere questo sport di nicchia.
La sceneggiatura, a cura di John Hodge [Trainspotting, The Beach], offre una visione immediata di questo mondo, mantenendo le informazioni più importanti e mostrando Walsh ed Armstrong entrambi divisi dall’essere l’eroe e l’anti-eroe della vicenda.
Lance Armstrong viene dipinto come una sorta di gangster, un “padrino” del ciclismo attorniato dai suoi compagni-scagnozzi che non vedono, non sentono e non parlano, letteralmente minaccioso nei confronti dei concorrenti del Tour che tentano di ostacolarlo e che sbraita alla “Tony Montana” insultando chi si azzarda a smascherarlo e a denunciarlo.
Il film sembra raccontare la storia del celebre ciclista con occhio lucido, infatti evidenzia sia gli aspetti negativi dell’Armstrong persona, sia i passi in avanti che, anche grazie a lui, sono stati compiuti per combattere il cancro. Il protagonista ha sì sfruttato la sua malattia per ottenere la celebrità ed ergersi a leggenda, ma nello stesso tempo, consciamente o inconsciamente, ha sostenuto la ricerca.
La trasformazione di Ben Foster in Armstrong è sorprendente e quasi inquietante. Merito di un rigido programma di allenamento, ma soprattutto del make-up, tant’è vero che quando il film passa dalle immagini d’archivio tratte dai tour, alle sequenze girate con Foster, pare di vedere la stessa persona. Non stupirebbe se si ritrovasse ad ottenere una candidatura ai prossimi Academy Awards.
Per quanto riguarda gli altri attori, l’interpretazione di Guillaume Canet riduce il medico Michele Ferrari nel classico stereotipo anglo-italiano, con forte cadenza alla “Super Mario” [chi scrive ha visto il film in lingua originale] e che quando pronuncia qualche parola in lingua italiana risulta falso e ridicolo. Non sarebbe stato meglio ingaggiare un attore italiano, invece di uno francese?
La presenza di Dustin Hoffman, nel ruolo dell’assicuratore Bob Hamman, è ridotta a poco più di un cameo e quasi ci si domanda il motivo del suo coinvolgimento.
Tuttavia, la regia di Frears lascia sbalordito lo spettatore, con brevi ma intense sequenze in cui segue in prima persona Armstrong in corsa, rimanendo a un palmo dalla sua ruota anteriore e dando l’impressione di star gareggiando insieme a lui.
Un film godibile, una crime story ben diretta, la cui interpretazione principale non permette di perdonare il reale protagonista della storia, nonostante vengano mostrare le sue numerose opere benefiche.
Luca Pernisco
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THE PROGRAM
Regia: Stephen Frears
Con: Ben Foster, Chris O’Dowd, Guillaume Canet, Jesse Plemons, Lee Pace, Denis Menochet, Dustin Hoffman
Uscita sala in Italia: giovedì 8 ottobre 2015
Sceneggiatura: John Hodge
Produzione: Anton Capital Entertainment, StudioCanal, Working Title
Distribuzione: Videa
Anno: 2015
Durata: 103’