Maria [Lea van Acken] è una giovane adolescente di quattordici anni che appartiene, insieme alla sua famiglia, a una comunità cattolica fondamentalista di stampo radicale. Maria frequenta il mondo moderno, come ogni ragazza della sua età, tuttavia il suo cuore è devoto a Gesù, e lei è determinata a mantenersi pura per lui, seguendo l’esempio di tutti quei bambini di cui parla Padre Weber [Florian Stetter] a catechismo, che, fin da piccoli, sentono la “chiamata” del Signore e diventano santi.
Maria aderisce quindi completamente ai dettami del sacerdote e della madre che, severamente, ne sorveglia le pulsioni innocenti della pubertà, e si sforza di seguire il rigore che la fede le impone anche quando questo significa allontanarsi dalla realtà che la circonda.
Solo Christian [Moritz Knapp], un compagno di scuola, sembra turbare i suoi propositi: quando la invita a cantare soul e gospel nel coro di una parrocchia vicina, Maria è incuriosita e interessata ma, alla fine, è costretta a rinunciarvi: queste musiche, le è stato insegnato, sono tentatrici e demoniache e, come tutte le melodie moderne, possono scatenare gli istinti umani più irrefrenabili e primordiali.
In questo contesto di chiusura verso le gioie della vita mondana, e di presunzione che il peccato risieda in ogni angolo della vita terrena, Maria si convince dunque che solo attraverso l’estremo sacrificio si possa finalmente raggiungere Dio. Intraprende così il suo personale cammino verso il Golgota, lasciando dietro di sé una famiglia dilaniata che trova conforto solo nella fede, e la domanda se tutto questo fosse davvero inevitabile.
Kreuzweg in lingua tedesca significa Via Crucis e, come il rito cattolico dal quale prende ispirazione, il film si suddivide in quattordici capitoli che hanno come titolo le singole stazioni.
Presentato alla 64° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino dove ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura ed il Premio della Giuria Ecumenica, il film di Dietrich Brüggemann racconta una storia di religione, fatta di devozione e fede radicale ma è allo stesso tempo anche un film d’accusa verso i fondamentalismi, come, nel caso specifico, il cattolicesimo.
Per raccontare questa storia, Brüggemann utilizza 14 lunghe inquadrature da angolatura fissa, una per ogni capitolo, che permettono allo spettatore di contemplare le interazioni sullo schermo in maniera completamente differente rispetto a qualsiasi altro film tradizionale, mostrando lo spazio sempre nel suo complesso, con una telecamera che copre ogni cosa, dalle panoramiche alle riprese ravvicinate. L’utilizzo di tale tecnica rappresenta quasi un marchio di fabbrica per il regista bavarese che l’aveva già sperimentata nel suo film d’esordio, datato 2006, Neun Szenen.
Per certi aspetti, Kreuzweg è legato al tema principale di Neun Szenen, la famiglia, ma lo affronta da un punto di vista differente. Mentre nel suo film d’esordio il regista analizzava il rapporto tra i ventenni e i loro genitori, in questo film parte da più lontano e si chiede cosa succede in una famiglia strettamente religiosa. Nelle ricerche per cercare di dare una risposta a questo quesito, Dietrich Brüggemann si è accorto di come sia cambiata la percezione della religione da parte delle persone, passando da una fase nella quale sembrava che questa fosse quasi irrilevante alla fase attuale dove la religione è tornata a ricoprire un ruolo importante nella vita di tantissime persone in tutto il mondo.
La Fraternità sacerdotale di San Paolo, nel film, è ispirata alla Fraternità di San Pio X, una confraternita cattolica con posizioni radicali e fondamentaliste. Kreuzweg mostra in maniera esemplare come un’idea venga posta al di sopra degli esseri umani, e come i bambini non godano, alla base, della fiducia dei propri genitori. A tal proposito la co-sceneggiatrice e sorella del regista, Anna Brüggemann, ha dichiarato che il loro intento era quello di “descrivere una persona giovane con una volontà forte, che trova una soluzione drastica per unire la fede rigorosa nella quale è stata cresciuta e il suo desiderio, represso ma ancora molto vivo, di condurre una vita differente. Una giovane ragazza che, alla fine, riesce a vincere l’amore della madre sfuggendo, tuttavia, alla sua presa per sempre”.
Tra le interpretazioni spiccano quella della giovanissima Lea van Acken [Maria] che con Kreuzweg segna il suo debutto cinematografico e quella di Franziska Weisz [Madre] che con questo film è alla terza collaborazione artistica con Dietrich Brüggemann.
Il film uscirà nelle sale il prossimo 29 ottobre, distribuito da Satine Film.
Filippo Pugliese
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KREUZWEG – LE STAZIONI DELLA FEDE
Regia: Dietrich Brüggemann
Con: Lea van Acken, Franziska Weisz, Florian Stetter, Lucie Aron, Moritz Knapp, Michael Kamp, Hanns Zischler, Birge Schade, Georg Wesch, Ramin Yazdani
Uscita in sala in Italia: giovedì 29 ottobre 2015
Sceneggiatura: Anna Brüggemann, Dietrich Brüggemann
Produzione: ARTE
Distribuzione: Satine Film
Anno: 2015
Durata: 107’