Rock the Casbah è un mitico brano dei Clash, l’unico della band punk di Joe Strummer ad entrare nella top 10 dei singoli più venduti in America. All’origine del brano, ci sarebbe il divieto dell’Ayatollah Khomeini ad ascoltare musica rock in Iran. La canzone fu un grande successo, tuttavia il testo fu molto frainteso, fino a divenire addirittura una sorta di inno per l’esercito USA durante la guerra del golfo. Questa premessa per dire che cosa: si possono rintracciare molte più cose interessanti ed intellettualmente stimolanti nel titolo di questo film, piuttosto che nella pellicola stessa, che purtroppo per il regista, un redivivo Barry Levinson e per il suo protagonista assoluto, uno stanchissimo Bill Murray, appare come il film più trascurabile dell’intera stagione.
Richie Vance, manager musicale caduto in disgrazia, è costretto a seguire il suo unico cliente in un tour in Afghanistan. Il manager si ritroverà solo, senza soldi e senza documenti a Kabul. La fortuna comincia a girare nel verso giusto quando, inaspettatamente, si imbatte nella straordinaria voce di Salima, una teenager pashtun con il sogno di diventare la prima donna a partecipare a Afghan Star, versione locale della famosa trasmissione TV American Idol. Affiancato da una scaltra partner, un gruppo di speculatori di guerra e un mercenario dal grilletto facile, Richie Lanz cercherà di scardinare i radicati pregiudizi della cultura afgana e fare della giovane donna una star di successo.
Guardare questo film potrebbe essere un’esperienza molto formativa per tutti coloro i quali sono intenzionati a fare cinema, più nello specifico a fare la commedia.
Rock the Kasbah, dimostra con grande efficacia, come non basti una buona idea – persino una molto attuale – un bravissimo regista ed una star del genere per tirar fuori un buon prodotto.
Quello che occorre, e che l’ultima fatica di Levinson purtroppo non ha, è la visione cinematografica del racconto che si vuole mettere in scena e proporre allo spettatore. Cosa davvero si ha il desiderio di raccontare, come raccontarlo e perché dovrebbe far ridere, intrattenere, far riflettere. Infine, dove verrà condotto lo spettatore al termine della narrazione. Domande e presupposti semplici e fondamentali, se lo scopo è quello di fare del cinema, quanto meno onesto e dignitoso.
Rock the Kasbah è un film che si trascina lentamente verso il suo epilogo, senza mai raggiungere un climax e soprattutto fallendo ogni proposito, sia quello più smaccatamente leggero – non si ride mai – sia quello più alto ed addirittura politico.
Nulla sembra accadere per davvero, anche quando il nostro amatissimo protagonista si ritrova da solo, senza un soldo e senza documenti in un terribile territorio di guerra, la sua reazione – ed il coinvolgimento di chi guarda di conseguenza – è pari a quello di chi ha appena perso l’autobus: ne passerà un altro.
Questo fare così evidentemente poco drammatico, castra ogni iniziativa comica, rendendo la narrazione una fredda cronaca di eventi che si susseguono.
Un film mancato, che facilmente si dimenticherà o che, più semplicemente, è già passato.
Paolo Gaudio
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ROCK THE KASBAH
Regia: Barry Levinson
Con: Bill Murray, Bruce Willis, Zooey Deschanel, Taylor Kinney, Kate Hudson, Scott Caan, Danny McBride, Sarah Baker, Eugenia Kuzmina, Leem Lubany, Fahim Fazli, Arian Moayed, Beejan Land
Uscita in sala in Italia: giovedì 5 novembre 2015
Sceneggiatura: Mitch Glazer
Produzione: Dune Films, QED International, Shangri-La Entertainment, Venture Forth
Distribuzione: Eagle Pictures
Anno: 2015
Durata: 116′