Da produttore esecutivo di Non essere cattivo a interprete principale di La felicità non è un sistema complesso. Valerio Mastandrea torna a vestire i panni di attore in un film italiano diretto da Gianni Zanasi [Mastandrea é stato protagonista anche del precedente film del regista, Non pensarci]. Si tratta di un film a sfondo drammatico, vestito di ironia, accompagnato da diversi momenti di sospensione nei quali la telecamera indugia sui visi dei protagonisti e sulla natura di un paesaggio curato e rilassante.
E questo é il primo punto su cui vale spendere sue parole. Finché l’occhio viaggia sui paesaggi tutto sembra organico, ma se la sospensione mira a inquadrare i volti dei protagonisti senza un vero scopo, cercando non di riprodurre una espressione ma solo di mostrarli, allora non trasmette nulla, e non basta la musica a integrare il tutto.
La felicità è un sistema complesso parte bene, mostrandoci un sempre efficace Mastandrea, bravo in ogni ruolo che si trova ad interpretare. Qui veste i panni di Enrico Giusti, un quarantenne single; il lavoro di cui si occupa da anni è sui generis: far comprendere ad alcuni imprenditori che la loro società é in fallimento, e che quindi, per evitare il licenziamento di tutti i dipendenti, è bene che si licenzino e subentrino al loro posto personalità più adatte a ricoprire il ruolo.
Enrico è fiero del contributo che offre alla società, ma sa benissimo di non contare nulla nel suo ambito, perché sopra di lui vi sono dirigenti senza scrupoli, avvoltoi del denaro e del successo, privi di umanità. Col tempo Enrico si é convinto di essere lui a sfruttare loro, di essere lui il più furbo, ma si sbaglia, e nel suo subconscio ne è consapevole.
Suo fratello minore Matteo [Paolo Briguglia] è fidanzato con una ragazza israeliana, Avinoam [Hadas Yaron], che ha difficoltà a sopportare per vie delle due abitudini di vita discutibili: mangia solo determinate cose, cucinate in un particolare modo, e soprattutto dorme soltanto sul pavimento. Matteo non ha il coraggio di lasciarla, e così le fa credere di dover affrontare un lungo viaggio, lasciandole le chiavi di casa di Enrico, che se la ritroverà in casa e che, timido come é, non saprà gestire con calma la sua presenza in casa, e non riuscirà nemmeno a dormire, pensando di avere un’ospite che non riposa su un letto come i comuni mortali.
La morte dei coniugi Lievi, direttori di un gruppo industriale internazionale, sarà al centro dei prossimi dibattiti lavorativi della squadra di lavoro della quale fa parte Enrico, che dovrà capire quale sarà il futuro del gruppo industriale, del quale oltre metà delle azioni é affidata ai figli della coppia deceduta: Filippo [Filippo De Carli] e Camilla [Camilla Martini], uno appena diciottenne e l’altra minorenne. Sarà Enrico ad aiutare i ragazzi ad entrare nel mondo del lavoro e a capire quanto sia tremendamente difficile non solo prendere le redini dell’azienda ma anche diffidare di coloro i quali vorrebbero decidere al posto loro, e, cosa non da poco, vivere sapendo che non si potrà più contare sui propri genitori.
In La felicità è un sistema complesso manca il coraggio: prima di tutto quello di criticare veramente la classe dirigente, anziché provare solo a puntare il dito contro lanciando piccole provocazioni; manca la voglia di approfondire il personaggio interpretato da Mastandrea e di spiegare cosa é successo a suo padre. Perché è proprio la figura del padre che pare ossessionare il suo personaggio, tanto che il suo superiore, sapendo di ferirlo, tira in ballo la questione in una alternativa riunione di lavoro, mettendolo in difficoltà. Avinoam viene svelata pian piano, fino a risultare quasi simpatica, ma il suo é un personaggio destinato per forza di cose a scomparire dalla storia, dunque sarebbe stato meglio farla uscire di scena, anche perché non influente ai fini dell’azione.
La felicità è un sistema complesso ha la sensazione di essere un film abbozzato, in fase di realizzazione. Peccato davvero perché gli spunti di riflessione ci sono, ma sono solo abbozzati. Diversa considerazione per la componente ironica, vero asse vincente del film, ben calibrata e spontanea, che vede sempre Mastandrea protagonista di siparietti comici.
Gilda Signoretti
–
LA FELICITÁ È UN SISTEMA COMPLESSO
Regia: Gianni Zanasi
Con: Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Teco Celio, Paolo Briguglia, Filippo De Carli, Camilla Martini, Maurizio Donadoni, Domenico Diele
Uscita in sala in Italia: giovedì 26 novembre 2015
Sceneggiatura: Gianni Zanasi, Michele Pellegrini, Lorenzo Favella
Produzione: Pupkin Production
Distribuzione: BIM Distribuzione
Anno: 2015
Durata: 117′