Una delle figure più carismatiche e controverse degli ultimi anni è quella del pontefice Bergoglio [Papa Francesco] noto, tra le altre cose, per essere succeduto a Benedetto XVI dopo il suo breve periodo di pontificato, in seguito alle sue improvvise dimissioni.
Ogni pontefice, da un certo punto in poi della storia, ha avuto il compito non solo di traghettare il vascello di S. Pietro, simbolo della cristianità mondiale, ma anche di essere in qualche modo rispondente e rappresentativo dell’epoca percorsa. Nel periodo storico attuale un pontefice come Francesco era fondamentale, in quanto rappresentativo di un ritorno ad una chiesa più povera, più spirituale e meno interessata ai beni materiali.
Ovviamente quello che viene contestato oggi all’attuale Pontefice è di essere più un simbolo mediatico che un vero e proprio S. Francesco dei giorni nostri. Nel suo film Daniele Luchetti pone l’accento sulla vita di Jorge Mario Bergoglio che, alla vigilia del conclave che lo avrebbe fatto diventare Papa Francesco, ripercorre mentalmente il periodo in cui ebbe un ruolo chiave nella lotta contro il regime di Videla in Argentina, nascondendo alcuni rifugiati all’interno di un collegio nel ’78 o, per esempio, quando si è trovato più volte a dover svolgere un difficile lavoro di mediazione tra le alte sfere del clero e i bassifondi più neri della periferia.
Bergoglio fin da subito è stato un uomo combattuto, diviso tra due forze altrettanto potenti da poter far accartocciare su sé stesso l’animo umano. Parliamo della sfera spirituale e del suo senso del dovere e del rispetto nei confronti di un ordine, la chiesa, che lo ha accolto, ma che non è sicuramente la rappresentazione della perfezione.
Esempio di questa lotta interiore è il racconto del momento in cui, per ordine dei suoi superiori, Bergoglio è costretto a togliere la protezione dei gesuiti a due sacerdoti che predicavano il vangelo nelle favelas perché la chiesa era connivente con il regime. Il futuro papa cerca in ogni modo di trovare una soluzione che riesca a salvare le loro vite, anche se questo comporta il rischio di andare contro il suo stesso ordine.
La figura che vien fuori dal film di Luchetti è tutt’altro che beatificata: su tratta di un uomo al centro delle mediazioni e quindi delle polemiche, ma che riesce a mescolare in sé stesso un animo dolce e allo stesso tempo forte e deciso.
Il film, nonostante sia molto equilibrato e bilanciato, rimane comunque un prodotto pensato e studiato per la televisione, tanto che esiste già una versione estesa da quattro ore, proprio dedicato a quest’ultimo mezzo.
Ottima la prestazione degli attori, veramente credibili, tra cui ovviamente spicca in particolar modo quella di Rodrigo de la Serna che interpreta Bergoglio da giovane.
Paolo Corridore
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CHIAMATEMI FRANCESCO
Regia: Daniele Luchetti
Con: Rodrigo de la Serna, Sergio Hernandez
Uscita in sala in Italia: giovedì 3 dicembre 2015
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Martin Salinas
Produzione: Taodue, Pietro Valsecchi
Distribuzione: Medusa Film
Anno: 2015
Durata: 98′