Nel periodo intorno agli anni ’50, dopo la Seconda Guerra Mondiale, cominciò quella che nei libri di storia è stata definita la Guerra Fredda, vale a dire un conflitto portato avanti senza quelle armi che non avevano portato altro che ripercussioni negative da qualsiasi punto di vista, sia per i vincitori che per i vinti.
La Guerra Fredda stava a significare che era cambiato semplicemente il terreno di scontro tra le nazioni, non più interessate al predominio sui territori, bensì a quello sulle informazioni. Stava incominciando l’era della rivoluzione tecnologica che avrebbe portato l’uomo sulla Luna, che gli avrebbe fatto fare passi da gigante nella scienza e che avrebbe modificato radicalmente la società occidentale.
Proprio all’interno di questo scenario storico si muovono i personaggi, realmente esistiti, de Il ponte delle spie, una spy story scritta da Matt Charman, Joel e Ethan Coen e diretta dal brillante Steven Spielberg.
Al centro di questo delicato intrigo internazionale vediamo James Donovan [Tom Hanks], legale assicurativo ex-procuratore nel processo di Norimberga con spiaccate doti di negoziazione, alle prese con la difesa di Rudolf Abel [Mark Rylance], spia russa che si rifiuta di collaborare con gli Stati Uniti.
Donovan a malincuore accetta di difenderlo perché, pur essendo convinto del fatto che ogni uomo abbia diritto ad una difesa, sa bene che difendere una spia russa non può fare altro che farlo diventare impopolare agli occhi dell’opinione pubblica americana.
La soluzione gli viene presto prospettata quando il governo degli Stati Uniti decide di mettere a tacere il clamore mediatico intorno a questo incidente diplomatico barattando Abel con uno dei piloti degli aerei da spionaggio americani U-2, Francis Gary Powers [Austin Stowell]. Il campo neutro dove lo scambio deve avvenire è un ponte situato nella divisa Berlino di quegli anni, ma a complicare il tutto c’è anche un terzo fattore: uno studente, Frederic Pryor [Will Rogers], si è trovato accidentalmente nella zona di Berlino est proprio mentre veniva alzato lo storico muro divisorio e stava cercando di ritornare nella sua abitazione a Berlino ovest.
Donovan riesce brillantemente nella sua negoziazione e la storia lo ha premiato mandandolo a negoziare altre situazioni delicate. Una sceneggiatura degna dei migliori spy movie di una volta, supportata da una regia leggera e mai invasiva come quella del buon Spielberg, che riesce a dare i giusti respiri ad un film altrimenti dalle tematiche molto serie e pesanti.
Un po’ latitante il classico cinismo tanto caro ai fan dei fratelli Coen, ma non se ne sente tanto la mancanza a dire il vero. Alcune fasi della negoziazione potrebbero risultare un po’ confuse a chi non ha ben chiara la vicenda storica, ma comunque nel complesso è il film è davvero godibile.
Paolo Corridore
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IL PONTE DELLE SPIE
Regia: Steven Spielberg
Con: Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Austin Stowell
Uscita in sala in Italia: mercoledì 16 dicembre 2015
Sceneggiatura: Matt Charman, Joel e Ethan Coen
Produzione: Amblin Entertainment, Dreamworks, Fox 2000 Pictures
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Anno: 2015
Durata: 141′