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LA LINEA SOTTILE e REDEMPTION SONG

La linea locandinaPresentati in anteprima all’Auditorium Unicredit Pavilion di Milano, in occasione Festival Internazionale del Documentario Visioni dal mondo – Immagini dalla realtà, tenutosi dall’11 al 13 dicembre, La linea sottile e Redemption song sono i documentari proiettati nel Festival.

La linea sottile, in uscita nelle sale italiane a marzo 2016, e diretto da Nina Mimica, di origini croate, e Paola Sangiovanni, romana, è un documentario che alterna due vicende narrate attraverso due testimonianze: quella di un ex militare nella missione di pace umanitaria dell’Onu in Somalia negli anni ’90, Michele Patruno, e quella di una donna bosniaca, Bakira Hasečić, sopravvissuta alle violenze subite durante la guerra nell’ex Jugoslavia.

Patruno ci conduce, attraverso il ricorso a foto e filmati d’epoca girati dai militari italiani, in quegli anni bui che per lui rappresentano un macigno indimenticabile. Era poco più che ventenne quando partì per la Somalia, reduce dagli anni di leva nei quali era stato come gli altri commilitoni, sottoposto a piccole umiliazioni e stimolato alla violenza. La sua vita di oggi è contornata da domande continue nelle quali si chiede il perché di tanta violenza che egli stesso ha praticato nei confronti dei civili somali, cosa volesse dimostrare e perché mai provasse piacere nel fare del male e nel sentire il dolore delle vittime.

La linea sottile 2Patruno, se accusa sé stesso per i crimini compiuti, non si dà colpe per quello che ha fatto, perché si considera a sua volta una pedina nelle mani dei suoi superiori, lui che era un ragazzo alle prime armi e immaturo. Probabilmente queste affermazioni segnano anche un desiderio dello stesso protagonista di voler alleggerire il peso di quella colpa. Lo spettatore apprezza la sua franchezza, pur senza mai giustificarlo, ed è anche grazie alle sue testimonianze che è possibile far luce su quel periodo storico. Il presente e il passato si confrontano, e ricordi, video, foto [tra cui quella che ritrae una tartaruga con il guscio frantumato da un camion militare passatole sopra con l’intento di ucciderla, o quella che ritrae un civile africano sottoposto alla tortura degli elettrodi sui genitali], e un confronto con un ex militare, Andrea Evangelisti – anch’egli scottato dall’esperienza in Somalia e come Patruno soggiogato dagli incubi notturni e bisognoso di affetto – non fanno altro che esaltare la distanza temporale da quell’esperienza che Patruno sente sulle sue spalle, sentendosi oggi un uomo diverso.

La linea sottile 1A Patruno si alterna Bakira, che vediamo spesso mentre guida o in primissimo piano mentre fuma. La sua forza e la sua determinazione sono tangibili fin dai primi minuti, anche quando ascolta l’intervento in aula, nel processo sui crimini compiuti nell’ex Jugoslavia, di uno degli imputati,  Vladimir Milisavljevic, suo ex vicino di casa, che parla di rispetto delle donne e si discolpa da ogni accusa di violenza sessuale nei confronti delle donne, lui che ha barbaramente ucciso civili e violentato e ucciso donne, giovani ragazze e bambine. Vediamo Bakira parlare con i giornalisti che la attendono fuori dai tribunali, sofferente perché le violenze di cui è stata vittima con altre donne non sono state riconosciute dalla corte, che nei vari gradi di processo ha tenuto conto di altri crimini ma non delle violenze sessuali sulle donne. Bakira continua ancora oggi a lavorare su sé stessa per togliere la ‘macchia’ di quelle sevizie, arrivando a colpire suo marito di notte perché inseguita da quei ricordi che entrano nei suoi sogni torturandola ancora oggi, e quindi sempre sulle difensive anche quando dovrebbe rilassarsi.

Bakira però non parla solo della sua tristissima esperienza, ma parla anche della sua formazione, del suo desiderio, se non ci fosse stata la guerra, di proseguire gli studi, lei che aveva avuto la possibilità di fare le scuole medie, frequentate per la maggior parte dai maschi; del suo matrimonio e della religiosa musulmana, alla quale ha avviato le figlie, fino alla battaglia, purtroppo persa, per impedire la cancellazione della parola “genocidio” dall’epitaffio impresso nel monumento eretto in ricordo delle vittime del massacro di Visegrad – piccola città bosniaca – e che lei riscrive con il gesso. La linea sottile è un documentario ben diretto e curato tecnicamente, ma non solo: le due documentariste costruiscono un documentario che aiuta a fare su un periodo storico che si tende a dimenticare troppo facilmente, cercando di portare lo spettatore a riflettere e portarlo a porsi diverse domande, ad esempio sul senso di ingiustizia e sulle responsabilità del governo e della magistratura bosniache nei confronti della impunibilità dei criminali attivi nella guerra dei Balcani, o ancora sull’entità della violenza mostrata dai militari italiani in Somalia, in quella che doveva essere una missione di pace che aveva tutt’altro scopo, a loro volta succubi di un’educazione militare razzista e violenta, radicale e cattiva, che li portava a scimmiottare i somali e la loro fede religiosa.

Redemption song locandinaRedemption Song prende il titolo dal famosissimo brano di Bob Marley, e rappresenta per il protagonista di questo documentario, il guineano Cissiko Aboubacar, un canto di redenzione per i suoi “fratelli” africani e per la sua terra.

Il documentario racconta la storia dell’africano Cissoko che vuole in tutti i modi contribuire ad arrestare “l’emorragia umana” che dissangua l’Africa. Arrivato in Italia, si ritrova a trascorrere un tempo infinito in un hotel calabrese insieme ad altri 170 profughi, in attesa che gli venga riconosciuto lo status di rifugiato; è in questo momento che Cissoko inizia ad avvertire l’urgenza di parlare alla sua gente in Africa. Sente il bisogno di dover mostrare, proiettandoli in Africa, i risvolti poco allettanti di un’Europa in crisi, e per farlo si munisce di una piccola telecamera e inizia un viaggio lungo tutta l’Italia documentando la condizione di miseria estrema, che si traduce spesso in schiavitù lavorativa, in cui si ritrovano a vivere molti dei suoi fratelli.

Ma, se da un lato il documentario s’immerge nella palpitante e dolorosa realtà, dall’altro si abbandona ad un sogno: s’inoltra con Cissoko in un flusso di pensieri, che sullo schermo si materializzano in un viavai di viaggi, tra Africa, Brasile e Italia, sorretto dalla convinzione che sia necessario innanzitutto un particolare risveglio, un affrancamento interiore dall’oscuro spirito della schiavitù che ancora aleggia nella maggior parte della sua gente. E’ il motivo per cui il protagonista africano va a rendere omaggio ai discendenti degli schiavi approdati in Brasile, che hanno saputo dapprima liberarsi ed ora, grazie al sentimento dell’unione che li pervade, a vivere in armonia.

Redemption 1Se il canto di redenzione di Bob Marley ispira il ritorno di Cissoko, lui si fa accompagnare “virtualmente” dagli amici artisti che rafforzano il suo sound emotivo e che, pur convenendo con lui sulle dannose inadempienze della politica, tanto europea quanto africana, più che puntare il dito contro, preferiscono come lui rivolgersi ai propri fratelli per sollecitarne lo scatto d’orgoglio, che gli consenta d’affrancarsi dall’ossessiva idea dell’occidente. E sarà il ricordo vivo di Thomas Sankara a dire l’ultima parola: incredibilmente attuale, la sua voce si solleva dalle assolate miniere, con l’invito sorridente a vivere all’africana, il solo modo di vivere liberi e degni.

Redemption Song, patrocinato da Amnesty International Italia e finalista al Premio Solinas 2012, è stato proiettato il 12 dicembre al Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo – Immagini dalla Realtà, dove ha vinto il Riconoscimento RAI Cinema dedicato a Franco Scaglia che prevede l’acquisizione dei diritti televisivi da parte dell’azienda.

Riconoscimento importante per un film che, come dichiara la regista Cristina Mantis, può essere il punto di partenza per trasmettere l’urgenza di una riflessione collettiva su come arginare la perdita di vite umane in Africa.

Gilda Signoretti e Filippo Pugliese

LA LINEA SOTTILE

3.5 Teschi

Regia: Nina Mimica, Paola Sangiovanni

Con: Michele Patruno, Bakira Hasečić, Andrea Evangelisti

Produzione: DocLab, Altreforme e Kinematograf in collaborazione con Rai Cinema

Distribuzione:  Berta Film

Anno: 2015

Durata: 80′

REDEMPTION SONG

3 Teschi

Regia: Cristina Mantis

Cast: Aboubacar Cissoko, Ismaila Mbaye, Badara Seck, Chico Cesar, Agnese Ricchi, Soumahoro, Paulo Arrudiadas, Ozina Brito, Mario Clefton, Cesar Monteiro, Francoise Kankindi, Lindara Nobre

Sceneggiatura: Cristina Mantis, Aboubacar Cissoko

Uscita in sala in Italia: 2 luglio 2015

Produzione: Solaria Film in associazione con Lago Film

Distribuzione: Movimento Film

Durata: 64’

 

 

Gilda Signoretti

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