L’inquinamento è un male senza fine; l’irresponsabilità che l’uomo mostra nei confronti dell’ambiente, si torcerà contro lui stesso, è solo questione di tempo: petrolio, mercurio, scarti farmacologici e plastica, sono solo alcuni dei pericoli che stanno devastando i nostri oceani. Qualcuno minimizza, altri parlano di imminente catastrofe. Una busta di plastica può affogare un indifeso delfino, 10 litri di petrolio uccidere un intero stormo di cormorani. Cosa può fare allora un’isola di rifiuti tossici o meno? Partorire uno squalo a tre teste, ovvio! Su queste solide basi scientifiche poggia la trama di 3 Headed Shark Attack, nuova “fatica” di Christopher Ray: una località turistica balneare, pullulante di giovinastri senza una chiara concezione di mascolinità e tipette prive di amore per sé stesse, viene visitata a mo’ di buffet dall’abominevole mutazione su pinne: l’estrema famelicità della creatura è questa volta in parte giustificata, dovendo ingurgitare una quantità di cibo pare a quella necessaria per sfamare una madre in attesa di due gemelli!
Inoltre, quasi fosse lontano cugino dello Sharktopus, la creatura riesce a muoversi sulla riva con parecchia disinvoltura. In seguito il bestione attaccherà un laboratorio di ricerche marine ed un traghetto turistico [su quest’ultimo molti passeggeri senza una chiara motivazione resteranno colpiti da morte improvvisa], per poi cimentarsi in una prolissa caccia al sopravvissuto. Qui finisce la scarna trama che, ad essere sinceri, risulta poco definita persino per un prodotto Asylum. Ma c’è ben altro di cui andremo ora a godere: ad esempio, per la felicità dei giovani più gaudenti, saranno insistenti i primi piani su tette e culi del procace gentil sesso, tanto da sembrare opera di un cameraman con problemi compulsivi ossessivi, in puro stile weird ‘90.
Trova spazio la classica, tenera storia fra i due protagonisti finita male ai tempi del college, che andrà a risaldarsi con il crescere delle difficoltà.
Il modello 3D del mostrazzo è lavorato con discreta cura, non avremo quindi riprese atte a celarne difetti al ventre o sulla schiena; misero il dettaglio delle fauci, simili ad un sepolcro imbiancato di fresco. Come in Yeti – Il gigante del ventesimo secolo, lo squalo è capace di mutare le proprie dimensioni a seconda delle necessità di regia, fino a tuffarsi su di un uomo per divorarlo, per poi scomparire senza alcuna difficoltà nell’acqua in cui l’ignara vittima era immersa sino ai polpacci [ed era appena stato scambiato per una balena!].
Il cast è formato da un manipolo di eroi continuamente impegnati a salvarsi l’un l’altro in seguito a gesti di insensata stupidità. Fra loro abbiamo alcune star, con risultati solo in un caso deludenti: vera stella indiscussa del film è Danny Trejo, qui nei panni di un “innocente” pescatore armato fino ai denti; piccola parte per un grande uomo! Karrueche Tran è passata dal vestire le star allo svestire sé stessa di credibilità, dandosi arie da attrice… davvero pessima. Rob Van Dam fa la sua porca figura da wrestler rinomato, con un personaggio costruito a puntino su quello recitato per la WWE. Tirando le dovute somme, l’intera produzione è carente di scene memorabili, eccezion fatta per un momento stile Sharknado che finirà alquanto male [Shepard è soltanto uno].
Nel complesso assai mediocre, è tratto in salvo da uno strepitoso omaggio al film Machete e dall’eroica mano di Rob Van Dam: ci riferiamo letteralmente all’arto che viene lui tranciato per poi riapparire più e più volte nelle scene di nuoto [tanto di cappello al comparto grafico].
Vogliamo Danny Trejo in Sharknado 4!
Giuseppe Samuele Costantino
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3 HEADED SHARK ATTACK
Regia: Christopher Ray
Con: Danny Trejo; Rob Van Dam, Karrueche Tran
Uscita in sala in Italia: N.A.
Sceneggiatura: Jacob Cooney, Bill Hanstock
Produzione: David Michael Latt, David Rimawi, Paul Bales
Distribuzione: The Asylum
Anno: 2015
Durata: 89 min.