Espansione dell’universo cinematografico. Questa è la missione di ogni bravo dirigente di una qualsiasi Major americana degli anni duemila. Ovvero, riproporre un fanchise di successo, i suoi personaggi più significativi, i contenuti e, perché no, addirittura la trama. Tuttavia, confezionandolo in modo che appaia attuale, nuovo, diverso e moderno, inserendo magari figli, parenti, amici o qualsiasi cosa che possa arricchire quell’universo – appunto – e riaccendere l’interesse dormiente del fandom di turno.
Così com’è accaduto per Star Wars o Jurassic Park – ed in attesa del “preoccupante” reboot di Ghostbusters – ecco accadere la medesima cosa anche al film sportivo per eccellenza, quel Rocky che regalò un Oscar a Sylvester Stallone – per la sceneggiatura – mise fine alla guerra fredda [“Se io posso cambiare, e voi potete cambiate, tutto il mondo può cambiare.” cit.] e dimostrò – se mai ce ne fosse stato davvero il bisogno – che la lunga serialità ad Hollywood paga sempre.
Dunque, ecco arrivare Creed – Nato per combattere, nuovo capitolo della saga dello Stallone italiano che questa volta è costretto a vedersela con le ambizioni e la voglia di salire sul ring del figlio di Apollo Creed, l’amico/nemico mai dimenticato da Rocky.
Adonis Johnson non ha mai conosciuto il suo celebre padre, morto prima della sua nascita. Nonostante tutto, non c’è modo di negare che la boxe scorra nelle sue vene, quindi Adonis va a Philadelphia, luogo del leggendario incontro tra Apollo e lo sfidante Rocky Balboa. Una volta arrivato in città, Adonis rintraccia Rocky e gli chiede di diventare il suo allenatore. Nonostante l’insistenza nello spiegare al giovane che lui ormai è fuori dal giro da parecchio tempo, Rocky vede in Adonis la stessa forza e determinazione di Apollo, il fiero rivale che diventò anche il suo amico più stretto.
Ora: premettendo che il film diverte, intrattiene ed emoziona, grazie anche alla bella prova del regista di Ryan Coogler – splendido il piano sequenza che mostra il primo vero incontro di Adonis, allenato da Rocky – non si può non notare come, ancora una volta, il cuore, l’anima ed il sangue di questa storia sia da rintracciare nella grandissima interpretazione del vecchio Sly.
L’evoluzione del suo personaggio è senza alcun dubbio ciò che interessa maggiormente chi osserva, provando da subito una forza empatia con lo stanco, logoro e malato boxer d’origine italica.
A differenza dell’ultimo episodio della saga creata da Lucas, Creed – Nato per vincere ci introduce dei nuovi personaggi che non riescono davvero ad entrare nei cuori degli spettatori. Il giovane pugile non ha minimamente il magnetismo onesto e sincero che possiede ancora adesso, il vecchio pugile che lo allena.
Lo zio Sly in ogni momento dimostra come questo franchise non possa fare a meno di lui, del suo modo di muoversi, dei suoi tormentoni [“Un passo alla volta, un pugno alla volta, un round alla volta.” cit.], dei suoi occhi e delle sue mani.
Questa pellicola nonostante provi in tutti i modi ad emanciparsi dalla serie iniziata nel ’76 – partendo dal titolo, evidentemente – riesce solo ad esaltarne le caratteristiche, la struttura, la mitologia della serie, provocando una fortissima nostalgia in chi lo guarda.
A giudicare dal primo esperimento, Rocky è ancora il motore immobile di questo universo. Vedremo in futuro, con l’annunciato secondo capitolo, se il giovane Michael B. Jordan riuscirà a far suo questo franchise ed a vincere la sfida più grande: fare a meno di Rocky.
Paolo Gaudio
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CREED – Nato per combattere
Regia: Ryan Coogler
Con: Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Phylicia Rashad, Mark Rhino Smith, Brian Anthony Wilson
Uscita sala in Italia: giovedì 14 gennaio 2016
Sceneggiatura: Aaron Covington, Ryan Coogler
Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer [MGM], Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros.
Anno: 2016
Durata: 133′