V/H/S, il film nato dalla collaborazione tra il gruppo Collective e il portale di cinema horror Bloody Disgusting, arriva in Italia, in home video, trascinandosi dietro anche i due sequel figliati fino al 2014, con una preziosissima edizione DVD targata Midnight Factory.
La cornice del primo film [modificata poi di volta in volta per gli altri due] vede un gruppo di delinquenti insinuarsi all’interno della casa di un vecchio collezionista con il compito di recuperare una videocassetta che pare possa valergli un po’ di grana. Arrivati sul posto, però, e rinvenuto il padrone di casa morto, i ladri inizieranno a visionare alcune VHS che altro non sono che i cortometraggi dei cineasti della scena indie horror coinvolti nel progetto.
V/H/S, infatti, altro non è che un insieme di cortometraggi, più o meno riusciti, che declinano le tante ombre del tentacolare Genere dell’orrore, coadiuvandosi con le tecniche del POV e del found footage, basate sullo sfruttamento di una tecnica di ripresa sporca e rudimentale che ben si sposa con l’ideale amatorialità, e con il senso di terribile verità, su cui si fonda l’intero progetto.
A firmare la cornice del primo film, Adam Wingard, il regista di You’re Next, mentre tra i piccoli filmati – nel film spacciati per orrori reali – si comincia con il riuscito corto di David Bruckner che racconta la notte brava di un gruppo di giovani che, dopo aver abbordato due ragazze in discoteca, si preparano a continuare la nottata in camera da letto. Una delle giovani, però, piuttosto strana sia nell’aspetto che nei comportamenti [continua a ripetere al più goffo tra i tre giovani un’unica frase: “Mi piaci.”], nasconde la sua reale natura di mostro assassino!
Ti West racconta, sempre utilizzando l’espediente di uno dei protagonisti ossessionato dal documentare ogni momento di vita reale, il viaggio di una coppia in crisi che viene spiata da una presenza che si fa via via più concreta e pericolosa. La situazione degenera presto e prende, sul finale, delle pieghe davvero inaspettate. Glenn McQuaid rispolvera la classica situazione di un gruppo di giovani in gita “fuori porta”, per innescare un bodycount a causa delle influenze di un demone omicida. Mentre anticipa di qualche anno la grammatica filmica riproposta poi nel film Unfriended, nell’episodio di Leo Gabriadze, una ghost story assai moderna inscenata all’interno delle finestre di una videochat con protagonisti due innamorati costretti a vivere a distanza. Decisamente il capitolo meglio orchestrato dell’antologia.
In chiusura, il collettivo Radio Silence [Matt Bettinelli-Olpin, Justin Martinez, Tyler Gillett e Chad Villella] racconta l’ingresso in una casa abbandonata di un gruppo di giovani che si trovano, loro malgrado, all’interno di una sorta di rito satanico.
All’interno della sezione extra del DVD, un finale alternativo, il trailer italiano, un breve dietro le quinte del primo e del terzo capitolo, un’intervista all’attrice Helen Rogers e al produttore e sceneggiatore Simon Barrett.
In V/H/S 2, proprio Barrett si occupa della cornice filmica, dedicata stavolta a due investigatori privati [un uomo e una donna], sulle tracce di un giovane scomparso da diversi giorni. Intrufolatisi nella sua abitazione, i due trovano una serie di registrazioni, alcune delle quali simili ad una sorta di assurdo video-diario del ragazzo. Come sempre, la storia-cornice, assai poco sviluppata, è utile unicamente a spartire i segmenti narrativi veri e propri. Il primo e il più interessante, sospeso tra sci-fi e horror, racconta di un uomo a cui viene trapiantato un occhio bionico che registra e trasmette al centro medico tutto quello che il protagonista vede [ottimo modo di rielaborare anche la tecnica del POV]. Il trapianto ha, però, una controindicazione davvero difficile da mandare giù: regala alla persona che ospita la protesi futuribile il dono di riuscire a vedere le anime tormentate dei morti! Alla regia Wingard; a seguire lo zombi movie “in bicicletta” del duo formato da Gregg Hale ed Eduardo Sánchez, niente di nuovo sotto il sole.
A chiudere il lungo, il corto di Timo Tjahjanto in cui Malik, insieme alla sua fidanzata incinta Lena e ai suoi amici, intervistano il profeta di una comunità indonesiana molto ambigua, dedita al suicidio di massa; e quello di Jason Eisener che rimbalza tra i dispetti tra due fratelli legati da un legame di amore e odio e i tentativi di abduction di un gruppo di feroci extraterrestri.
Tra gli extra solo il trailer e i credits.
Per V/H/S Viral il più breve tra i tre [81 minuti e solo tre storie], ci si aggancia al più attuale concetto di video virali sin dall’inizio, con la cornice Marcel Sarmiento, che si focalizza su un inseguimento di polizia che si sviluppa in crescendo, frammentato dall’inserto dei tre cortometraggi: quello di Gregg Bishop, con protagonista Dante, un illusionista di scarse capacità che arriva al successo solo dopo essere entrato in possesso del mantello, probabilmente maledetto, del mago Houdini; quello di Nacho Vigalondo, splendido [in lingua originale, nel DVD], che mescola viaggi spazio-temporali, doppelgänger e una sessualità mostruosa e deforme; e, in chiusura, quello molto meno riuscito, di Aaron Moorhead e Justin Benson, su un gruppo di skaters assaliti da mostri scheletrici.
Negli extra, il making of del primo episodio e un corto estromesso dal montaggio del film: “Gorgeus vortex – Final picture” di Todd Lincoln.
Come sempre, Midnight Factory stupisce anche per l’impegno dimostrato nella cura con cui impreziosisce ogni uscita. In questo V/H/S Trilogy si supera confezionando un cofanetto [la cover amaray contenente 3 dischi e il prezioso booklet] a immagine e somiglianza di una vera VHS, custodita all’interno di un cartonato dalla forma del tutto simile a quelle che erano le custodie delle vecchie videocassette. Bene, bene!
Luca Ruocco