“Ma dove vai? Il circo sarà a metà strada per Metropolis ormai”, disse Bruce Wayne al giovane Dick Grayson, rimasto orfano. Questo fu il primo segnale che, da qualche parte, là fuori, in quello stesso pianeta, nonché universo, ci fosse un Superman intento a volare fra i grattacieli della grande metropoli. E il pubblico in sala, nel 1995, dopo aver sentito la battuta pronunciata da Val Kilmer durante la visione di Batman Forever di Joel Schumacher, in quel momento si chiese: “Batman incontrerà Superman in un prossimo film?”.
E poi con l’infame “Ecco perché Superman lavora solo!” di due anni dopo, in un film assolutamente da dimenticare [quindi da non citare], il pubblico ci pensò nuovamente. L’incontro tra i due sarebbe mai avvenuto?
Era già successo parecchie volte nelle serie a cartoni animati [per non parlare di quelle a fumetti], ma per il cinema non era mai esistito un universo condiviso. Erano altri tempi. Tempi in cui bisognava aspettare tre anni per vedere realizzato un cinecomic.
In quegli anni il personaggio di Batman aveva subito un trattamento alla James Bond: dopo l’abbandono di Michael Keaton per il terzo film della serie iniziata da Tim Burton nel 1989, subentrarono Val Kilmer per primo e George Clooney per ultimo, inconsapevole di essere complice della morte della serie cinematografica sul pipistrello.
Mentre per il franchise di Superman, l’Uomo d’Acciaio era sempre stato uno, ovvero il grande Christopher Reeve e il pubblico difficilmente riusciva ad immaginarsi un altro attore nei panni dell’eroe. Per forza di cose, in quegli stessi anni era in progetto il riavvio della saga kryptoniana, dopo il disastro di Superman IV e la caduta da cavallo che paralizzò a vita il povero Reeve.
Il riavvio era nelle mani di Jon Peters, produttore di Batman di Tim Burton; e fu proprio a quest’ultimo che venne affidato il progetto, con Nicolas Cage scelto per interpretare Clark Kent / Superman. La sceneggiatura venne inizialmente affidata a Kevin Smith, il primo ad avere l’idea di far apparire anche Batman nel film. Secondo le volontà della Warner Bros., la pellicola, intitolata Superman Lives, avrebbe raccontato la morte e resurrezione di Superman, ispirata alla serie a fumetti La morte di Superman pubblicata nel 1992, e il pipistrello sarebbe apparso fra gli schermi pubblicitari sparsi in una sorta di Times Square durante il funerale dell’Uomo d’Acciaio, intento a dare un messaggio di condoglianze e di incoraggiamento ai cittadini di Metropolis [e di tutto il mondo].
Ma la sceneggiatura non soddisfò Burton, che impose una riscrittura da parte di Wesley Strick, con la conseguente cancellazione dell’apparizione di Batman. Dopo milioni di dollari spesi per la pre-produzione, il progetto venne cancellato dalla Warner a poche settimane dall’inizio delle riprese.
Peters tentò di far decollare di nuovo il progetto negli anni successivi, ingaggiando gente come J.J. Abrams per la sceneggiatura e registi come Brett Ratner e McG, per poi concretizzarsi definitivamente nelle mani di Bryan Singer con Superman Returns, nel 2006.
Giorno contro notte
Era il 2007 quando il Dott. Robert Neville, interpretato da Will Smith nel film Io sono leggenda, percorreva le strade deserte di New York, popolate solo da animali […e da altri esseri notturni] e inghiottite dalla vegetazione. Durante la sua caccia, al dottore non poteva importare niente se sopra la sua testa, fra i tanti cartelloni pubblicitari, era esposto quello di Batman vs. Superman. Il buon dottore avrà visto il film prima del disastro mondiale? Poco importa. Quello che importa è che cosa ci facesse lì il manifesto di un film inesistente.
Era semplicemente un ricordo lasciato dallo sceneggiatore Akiva Goldsman. Il ricordo di un progetto che non andò mai in porto negli anni precedenti.
Perché il progetto di Batman contro Superman era in programma alla Warner Bros. a partire dal 2002: fu un’idea dello sceneggiatore Andrew Kevin Walker, con Wolfgang Petersen alla regia e Josh Hartnett e Christian Bale [prima di essere ingaggiato per i film di Christopher Nolan] nei panni di Superman e Batman.
L’idea di Walker prevedeva un Bruce Wayne ormai in ritiro da cinque anni dalla sua crociata contro il crimine, dopo la morte di alleati come Jim Gordon, Alfred Pennyworth e Dick Grayson. Pronto a iniziare una nuova vita e deciso a sposare la sua fidanzata Elizabeth Miller, Bruce chiede al suo disperato amico Clark Kent, recentemente divorziato da Lois Lane, di fargli da testimone di nozze. Ma quando il Joker uccide l’amata Elizabeth durante la luna di miele, Bruce riprende maschera e mantello e incolpa Clark di non aver impedito il tutto. I due si scontreranno, per poi allearsi nuovamente una volta scoperto che il tutto faceva parte di un crudele piano di Lex Luthor.
Entusiasta e nella sua beata [o non] ignoranza, il produttore Jon Peters urlava “Sì! Quei due devono lottare!!”.
Ma da dove nasce questo desiderio di vederli l’uno contro l’altro? E poi, com’è possibile che un essere umano come Bruce Wayne possa tenere testa al kryptoniano Kal-El?
Tutto risale al 1986, quando Frank Miller donò al mondo l’opera che fece resuscitare il personaggio di Batman, facendolo tornare alla sua natura oscura e intimidatoria [in quegli anni la gente aveva ancora l’idea di un Batman più ridicolo, quello visto nella serie televisiva degli anni ‘60] ovvero Il ritorno del Cavaliere Oscuro.
In questa graphic novel, Bruce Wayne è ormai un cinquantacinquenne che ha appeso il mantello al chiodo da anni, ma l’ondata di violenza che colpisce Gotham City quotidianamente gli fa risvegliare il suo desiderio di essere Batman. Superman, d’altro canto, è un agente governativo la cui identità è stata rivelata al mondo. In cuor suo disprezza il dover lavorare per il governo, ma secondo lui è l’unico modo per poter salvare delle vite, vista la sua età e i tempi che corrono.
Col proseguire della storia, Batman diventa una sorta di spina nel fianco per il governo statunitense, che incarica Superman di fermare il pipistrello. Il Cavaliere Oscuro si scontrerà con l’Uomo d’Acciaio nei pressi di Crime Alley, il vicolo dove i coniugi Wayne furono assassinati decenni prima. Per affrontarlo, Wayne utilizzerà le sue invenzioni tecnologiche [in particolare un’armatura] e tutta la sua maestria nel corpo a corpo, cercando di essere al pari di Superman, nel frattempo indebolito da un’esplosione nucleare [e poi da una freccia di kryptonite]. Lo scontro non lascerà né vincitori, né vinti.
Per sempre in solitario
Proprio come per Superman Lives, la Warner decise di cancellare il progetto di Batman vs. Superman, concentrandosi solo su storie individuali riguardanti i due supereroi. Fu in quel momento che subentrò Christopher Nolan con il suo Batman Begins, seguito poi da Il Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno.
Ma le cose stavano prendendo un’altra piega ai Marvel Studios, la casa di produzione concorrente della DC Entertainment: il piano della Marvel era di produrre film individuali sui loro personaggi, per poi riunirli tutti in un unico crossover. Fu così che personaggi come Iron Man, Captain America, Thor e Hulk, si ritrovarono per la prima volta insieme sul grande schermo in The Avengers di Joss Whedon. Il successo fu planetario e ancora attuale con i successivi sequel.
Va detto, a onor del vero, che la Warner tentò un’operazione simile, però al contrario: nel 2007, a cavallo fra l’uscita di Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, lo studio commissionò al regista George Miller [autore della quadrilogia di Mad Max] un film sulla Justice League, ovvero la squadra di supereroi formata da Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde e Martian Manhunter, rispettivamente interpretati da D.J. Cotrona, Armie Hammer, Megan Gale, Adam Brody, Common e Hugh Keays-Byrne. Si sarebbe dovuto intitolare Justice League Mortal, ma la Warner, che nel frattempo riscosse un enorme successo con Il Cavaliere Oscuro di Nolan, ma non altrettanto con Superman Returns di Singer, decise di cancellare anche questo progetto dopo vari rinvii, rimanendo dell’idea di produrre solo storie individuali sui personaggi. In più, se fosse andato in porto, si sarebbero ritrovati con due Batman a breve distanza di tempo [Christian Bale e Armie Hammer].
E fu così che entrò in produzione il terzo film su Batman, Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno e L’Uomo d’Acciaio, riavvio definitivo della saga di Superman.
Christopher Nolan, però, ha da sempre ribadito che nel mondo del suo Batman non esistano altri supereroi. Mettiamoci anche la volontà di Christian Bale di abbandonare il ruolo e abbiamo l’ennesima chiusura della saga sull’uomo pipistrello.
Uniti
Ormai era giunto il momento. Nonostante le critiche miste al film, L’Uomo d’Acciaio riscosse un buon successo e la preparazione di un sequel era inevitabile. Il resto sta diventando storia.
Dopo quasi vent’anni di tentate produzioni, le due icone della DC Comics si sono finalmente incontrate, ma soprattutto scontrate, al di fuori di un albo a fumetti. Tutte le idee non realizzate di questi anni sono state buttate in un grosso frullatore. La bevanda che ne è venuta fuori è Batman v Superman: Dawn of Justice, che ha finalmente portato sul grande schermo le cause della loro amicizia e del loro odio reciproco, l’incontro con altri loro simili e il sacrificio per l’umanità e la giustizia da parte di uno di loro. E la strada che li porterà all’unione con tutti i loro simili è stata ormai indicata.
Luca Pernisco