Non c’è dubbio alcuno sull’amore profondo che lega il romanzo d’esordio di Mary Shelley – Frankenstein, ‘of course’ – all’arte cinematografica. Il cinema, nel corso della sua storia, ha proposto innumerevoli adattamenti del racconto gotico per eccellenza, nato a seguito di una scommessa tra la scrittrice, il marito e Lord Byron. Alcuni di questi film hanno contribuito all’affermazione di un Genere – ci riferiamo a quelli prodotti dalla Universal tra 1923 e il 1956 – nonché di un immaginario ancora vivo, affascinate e amato da migliaia di spettatori.
Tuttavia la nostra epoca storica è quella in cui la strategia dei dirigenti degli Studios, nel riadattare questo prezioso materiale, non comprende alcun rispetto né per la storia del cinema né per l’amore autentico che unisce quelle pellicole al pubblico. L’unico interesse che li muove è quello di poter lucrare il più possibile su ciò che per moltissimi ha un valore, riducendo tutto ad un mezzuccio per fare quattrini. A questa lodevole visione del cinema dobbiamo l’inutile pasticcio che porta il titolo di Victor – La storia segreta del dottor Frankenstein, film che affronta la nota vicenda, soffermandosi, tuttavia, sul rapporto che unisce il dottore, Victor, al suo servitore, Igor.
In un tempo in cui nulla sembrava impossibile, quando la scienza, la tecnologia e la religione si muovevano per riscrivere le regole che governavano la vita e la morte, uno scienziato, il dr. Victor Frankenstein e il suo protégé Igor Strausman, si ritrovano a ricercare insieme la loro visione comune del mondo. Ma quando i piani di Victor vanno in fumo, portando ad orribili conseguenze, soltanto Igor potrà salvare lo scienziato da se stesso e dalla sua mostruosa creazione.
Nonostante la sceneggiatura del talentuoso Max Landis e il coinvolgimento di un regista sperimentatore come Paul McGuigan, l’opera appare fin da primi minuti sprovvista di una vera visione, affascinata da atmosfere investigative più affini ai racconti di Sir Arthur Conan Doyle, piuttosto che da quelle dolenti, sinistre e inquietanti, care a noi amanti dei “Mostri classici”.
Senza una strada solida da seguire, la pellicola si smarrisce presto, sminuendo l’attività di Victor, ignorando la sua creazione ma soprattutto nascondendo il Mostro per l’intero film [sic!]. Tutta l’attenzione dello spettatore dovrebbe essere rivolta alla relazione – davvero poco credibile e affrettata – tra il Dottore e Igor, gobbo del circo con una grande passione per la medicina. Da qui un vero e proprio festival dell’improbabile nel quale si può assistere alla “spremitura” della gobba del gobbo, passando per il delirio di Victor sulla fecondazione in vitro per finire ai tormenti etici e teologici di un ispettore di Scotland Yard.
Agli occhi di un appassionato della storia di Frankestein, la visione di questo film, potrebbe fare lo stesso effetto della kriptonite nei confronti dell’Uomo d’Acciaio: rende deboli, apatici, privi di qualsiasi reazione, ma, soprattutto, intristisce al punto da non avere più alcuna fiducia nei produttori hollywoodiani che si cimentano con l’horror. Per tutti coloro che ancora amano le atmosfere gotiche, i castelli diroccati e le scogliere in tempesta, le creature mostruose e i sentimenti che le uniscono ai loro creatori, gli scienziati pazzi e i servitori storpi, gobbi e bruttissimi – che restano tali per tutto il film – il consiglio è uno e uno soltanto: evitare questa pellicola come l’eternit.
Paolo Gaudio
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VICTOR – La storia segreta del dottor Frankenstein
Regia: Paul McGuigan
Con: Daniel Radcliffe, James McAvoy, Jessica Brown Findlay, Andrew Scott, Mark Gatiss, Valene Kane, Daniel Mays
Uscita sala in Italia: giovedì 7 aprile 2016
Sceneggiatura: Max Landis
Produzione: Davis Entertainment, Twentieth Century Fox Film Corporation
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2016
Durata: 110’