Pedro Almodóvar ritorna ad esplorare l’universo femminile per il suo Julietta, presentato in concorso alla 69esima edizione del Festival di Cannes. In realtà il regista e autore spagnolo non aveva mai abbandonato l’universo femminile, dato che praticamente lo ritroviamo in buona parte dei suoi personaggi o tra le trame più profonde delle sue sceneggiature, però in questa pellicola le donne sono fortemente protagoniste e non solo figure archetipiche.
Per questo film Almodóvar ha scelto un approccio molto semplice anche come veste grafica, abbandonando gli sfarzi e i lussi delle sue ultime pellicole un po’ più mainstream, per lasciare spazio a un modo di mettere in scena più vicino a quelli delle origini, che forse gli è più congeniale e rappresenta al meglio il suo stile.
In quest’opera il maschile ha un ruolo oscuro, quasi come un messaggero capace solo, sia in positivo che in negativo, di destabilizzare la vita di Julieta [Adriana Ugarte/Emma Suarez]. Julieta professoressa di letteratura, esperta di miti e storia antica, parla alla sua classe sempre con molto trasporto di tutti quei miti che riguardano la creazione forse perché vuole soddisfare un suo irrefrenabile desiderio di maternità. Desiderio che si concretizzerà mediante un incontro fortuito con il bel marinaio Xoan [Daniel Grao], capace con i suoi silenzi e lo sguardo profondo di sedurla durante un lungo viaggio in treno. La donna in quel treno fa la duplice conoscenza della vita, rappresentata da Xoan futuro padre di sua figlia, e della morte, rappresentata da un signore misterioso, molto cupo, che si suicida durante il viaggio.
Proprio in seguito al suicidio del signore misterioso i due si lasciano andare ad una notte di passione e Julieta rimane incinta. Decide perciò di abbandonare tutti i suoi progetti e seguire il compagno nel luogo dove lui vive ed esercita la sua attività di pescatore, occupandosi della piccola Antìa. Anche qui sono quasi del tutto assenti figure maschili di primo piano, a parte Xoan, mentre facciamo la conoscenza di due forti donne: la domestica [Rossy De Palma] e Ava [Inma Cuesta], scultrice di tozze statue di bronzo e argilla anche queste richiamanti la fertilità e il suo mito. Mentre Antìa si trova in vacanza con una sua amica, Xoan perde la vita in un incidente in barca per colpa di un maremoto.
Sconvolta dalla morte del compagno Julieta si appoggia psicologicamente sulle spalle della figlia [Priscilla Delgado] che improvvisamente si ritrova adulta e quasi senza battere ciglio capisce il suo ruolo all’interno della nuova famiglia composta da sole donne. Tutto fino al compimento del diciottesimo anno d’età dove la giovane decide misteriosamente di fuggire da tutti i suoi legami con il passato.
Una storia completamente al femminile dove non mancano elementi sia poetici che grotteschi cari alla cinematografia di Almodóvar che avremmo sicuramente apprezzato se avessimo visto questa tra le sue prime opere, ma sicuramente non possiamo promuovere a pieni voti visto il suo possente trascorso. La storia è tratta da tre racconti racchiusi nel libro di Alice Munro [“Runaway”].
Paolo Corridore
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JULIETA
Regia: Pedro Almodóvar
Con: Adriana Ugarte, Emma Suarez
Uscita in sala in Italia: giovedì 26 maggio 2016
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Produzione: El Deseo
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Anno: 2016
Durata: 98′