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PAUL FEIG: Il mio GHOSTBUSTERS è una commedia al femminile

WP_20160627_008[InGenere Cinema]: Pensa al suo film più come a un reboot o a un remake?

[Paul Feig]: Mi piace raccontare solo le storie che so di saper raccontare. Le storie di outsider ed emarginati sono le mie preferite. Anche queste acchiappa-fantasmi, nonostante salvino New York e il mondo, vengono ritenute completamente pazze. Quella di Ghostbusters è anche una storia di amicizia, è una commedia e tanto altro. Il girato finale era di tre ore e mezza, ovvio che a qualcosa abbiamo dovuto rinunciare. Il mio unico scopo, comunque, era fin dall’inizio quello di realizzare un film divertente, una commedia e non un dramma.

[InG]: Ci racconti come è entrato a far parte di un progetto di cui si parlava da diversi anni…

[PF]: Ivan Reitman è sempre stato il mio eroe per quanto riguarda la commedia americana. Sapevo che questo progetto era nell’aria da anni, ma sembrava non riuscirsi mai a concretizzare per le frizioni con Bill Murray. Quando Iva mi ha contattato per chiedermi di essere il regista del film e mi ha detto che Dan Aykroyd sarebbe stato il produttore esecutivo ero felicissimo e, devo dire, che mi è stato davvero di grande aiuto!

WP_20160627_005[InG]: Lei sembra davvero molto interessato a proporre al pubblico una commedia al femminile…

[PF]: Mi piace lavorare con donne divertenti, anche perché io credo che ce ne siano tantissime, anche se non trovano mai spazio al cinema. In genere il ruolo delle donne nelle commedie al maschile è quello di rappresentare dei tipi molto aggressivi o iper-perfettini. La commedia al femminile a cui mi piace lavorare, però, è una commedia per tutti, non solo per donne. Le persone divertenti sono solo persone divertenti, indipendentemente dal sesso.

[InG]: Ci racconti dei camei racchiusi nel film.

[PF]: Innanzitutto il film è dedicato ad Harold Ramis. Nel film c’è suo figlio, nella scena del concerto rock, e si intravede anche sua figlia e il nipotino, quando le acchiappa-fantasmi si trovano per la prima volta fuori dal palazzo dei vigili del fuoco. E anche sua moglie è stata sempre molto presente sul set. Completata la prima stesura dello script, la mia co-sceneggiatrice ha avuto l’idea di includere nel film il cast del film originale. Murray era perfetto per la parte dello studioso scettico, anche perché è sempre stato un po’ contrario ad un nuovo film del franchising. Una volta letto lo script ci ha comunicato di esserne rimasto piacevolmente colpito. Anche l’idea di avere un cast tutto al femminili gli era piaciuta, e mi aveva anche suggerito qualche attrice. Ma non abbiamo avuto la sicurezza della sua partecipazione nemmeno due giorni prima delle riprese!  Sigourney Weaver è stata entusiasta fin dall’inizio, ma il suo cameo sarebbe dovuto essere un altro, rispetto a quello che abbiamo poi deciso di inserire nella pellicola. Abbiamo chiesto anche a Rick Moranis e avevamo studiato un cameo anche per lui, ma ha preferito non prendere parte al film.

WP_20160627_002[InG]: Come hai scelto le attrici?

[PF]: Prima di lavorare al casting, io e Kate Dippold non avevamo delle attrici in mente. Erano quattro personaggi diversi l’uno dall’altro, e dovevano essere al servizio del film. Avevo già lavorato con Melissa McCarthy e scegliere lei mi è venuto più facile, anche se durante la lavorazione ho preferito affidarle un altro personaggio, rispetto a quello che avevo pensato in origine. Dopo aver scritto il film e i personaggi, comunque, mi piace sempre aggiustarli su misura su chi li interpreterà.

[InG]: Come spiega i molti pareri negativi incontrati dal primo trailer caricato online?

[PF]: Nei confronti del trailer è stata messa su una vera e propria campagna per creare attorno al film un alone di negatività. Questo non significa che non ci siano state persone non abbiano realmente non apprezzato il trailer. Ma i dislike online erano davvero troppi! E quando abbiamo proiettato il film in sala la risposta è stata opposta!

WP_20160627_003[InG]: Crede che ci siano troppi film, al giorno d’oggi, che regalano alla donna una figura da protagonista positiva?

[PF]: Tutt’altro! I ruoli da eroine nei film sono di molto inferiori a quella degli eroi maschi. Parliamo di cinema di qualità. C’è un grosso squilibrio e credo che bisognerebbe puntare ad una parità.

Luca Ruocco

Roma, giugno 2016

InGenere Cinema

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