Paranoid Boyd è la nuova serie horror [giunta al numero 4 mentre scriviamo questo pezzo] firmata da Andrea Cavaletto. L’autore, già ospite del nostro Tales from the Script è alla sua prima esperienza da creatore di serie con l’indipendente Edizioni Inkiostro. Lo abbiamo incontrato per saperne di più…
[Luca Ruocco]: Ciao, Andrea. Abbiamo già avuto modo di ospitarti all’interno della nostra rubrica dedicata al mondo degli sceneggiatori. Bentornato.
[Andrea Cavaletto]: Grazie! E’ un piacere.
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[LR]: Dall’ultima volta tante novità. Possiamo cominciare a parlare un po’ della fase due di Dylan Dog, in atto ormai da quasi due anni?
[AC]: Non ho molto da dire su questo argomento, anche perché sono stato coinvolto solo marginalmente. A rischio di ripetermi, posso dire che, in primis da lettore, sono molto soddisfatto dei cambiamenti che la redazione ha apportato al personaggio. Secondo me è questa la giusta direzione che già da tempo doveva prendere Dylan Dog, e la conferma mi è data dal fatto che da un po’ di mesi a questa parte sono tornato ad attendere ogni nuovo numero in uscita con crescente interesse e curiosità. Parlando come autore invece, non posso che ringraziare Roberto Recchioni per la libertà creativa e la voglia di osare che infonde e pretende da ogni collaboratore. E’ molto stimolante scrivere Dylan Dog adesso, l’approccio a ogni nuova storia è una sfida e le mie due prossime sceneggiature, attualmente in lavorazione per la collana Old Boy, sono quanto di meglio io abbia fatto fino ad ora sulla serie.
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[LR]: Dylan Dog, tra l’altro, si avvicina al compimento dei suoi 30 anni editoriali. Stai preparando qualcosa per l’occasione?
[AC]: Io in specifico no. Sono più indirizzato a prepararmi qualcosa per i miei 40 anni di vita, a dire il vero. Però so che ci saranno un sacco di eventi moooolto interessanti che partiranno dopo l’estate. Ma non sono la persona indicata per rivelarli, sorry.
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[LR]: Spostiamo il focus su un’altra importante collaborazione nata proprio nel mondo delle nuvole parlanti. Come nasce la tua collaborazione con Edizioni Inkiostro?
[AC]: Da tempo desideravo mettermi alla prova su una serie tutta mia. Rossano Piccioni e Stefano Fantelli di Edizioni Inkiostro mi hanno offerto questa grande occasione, dandomi carta bianca e fidandosi completamente di me e delle mie capacità, e di questo ne sono molto grato.
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[LR]: Di cosa parla “Paraonoid Boyd” e chi sono i suoi protagonisti?
[AC]: Paranoid Boyd parla ovviamente di “paranoia”, come il titolo stesso suggerisce. La serie segue la vita di un artista anti-sociale e problematico, William Boyd, che si trova immischiato in un complotto immenso in cui sembra esserci in gioco la vita e l’anima di ciascuno di noi. Il bello di questa serie è che il lettore rimane sconcertato, non sa cosa può succedere, perché le motivazioni e lo scopo del protagonista non sono volutamente definiti. Ho cercato di costruire una teoria letteraria, una dettagliata esibizione della paranoia nelle sue varie forme e al tempo stesso la sua messa in dubbio. E una volta che il dubbio è instillato, sarà proprio il singolo lettore, con il suo personale grado di paranoia, a dare un’identità alla serie e ai suoi protagonisti.
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[LR]: La paranoia trova, nel tuo fumetto, una concretizzazione organica e paurosa. La paura, la fissazione l’ossessione si concretizzano in corpi mostruosi che esplodono fuori dalla testa del protagonista, e campeggiano nelle cover e nelle e nelle belle tavole interne. Come nasce questa idea? E cos’è per te l’ossessione?
[AC]: Io sono un tipo abbastanza paranoico, e questo mi permette di “vedere” le mie paranoie riflesse negli altri. Sono fermamente convinto che paranoici lo siamo un po’ tutti [anche chi dice di non esserlo]. La mia idea è che la società in cui viviamo sia sottilmente guidata dalla paranoia. La paranoia è ovunque, nel quotidiano, nella politica, nel consumismo, in ufficio, a casa, in chiesa, ovunque… Ci prendiamo un po’ di paranoia al mattino nel caffè e andiamo avanti così fino a sera, nelle gocce di Diazepam prima di andare a letto.
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[LR]: Come d’abitudine, Edizioni Inkiostro ha presentato la serie con un numero 0 di poche tavole. Poi, dopo due numeri di circa 30 pagine, con il terzo numero i volumi diventano più corposi. Le storie avevano bisogno di maggiore respiro?
[AC]: Edizioni Inkiostro è una casa editrice molto ricettiva e cerca di venire sempre incontro ai suoi fedeli lettori. Siccome il pubblico voleva più pagine per Paranoid Boyd, abbiamo deciso di raddoppiare la filiazione dal numero 3 in avanti.
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[LR]: Ci parli dello staff di disegnatori che ti hanno finora affiancato e di quelli che verranno nei prossimi numeri?
[AC]: Sono una flotta! Sono molto orgoglioso del team che abbiamo creato, composto da professionisti e da giovani promesse. Nella prima stagione abbiamo così potuto vedere all’opera Simone Delladio [Star Comics, Dark Horse Comics], Renato Riccio [Dylan Dog], Francesco Bigini [Boom Studio], Matteo Pirocco, lo stesso Rossano Piccioni [editore di Edizioni Inkiostro e creatore insieme a Stefano Fantelli della serie culto Cannibal Family], lo studio Creative Comics composto da Daniele Statella [Dampyr, Diabolik], Emmanuele Baccinelli [Disney] e Gian Luca Spampanato [Alan Ford] e l’astro nascente Enrico Carnevale [che ha disegnato da solo le sessanta pagine del numero 4, in uscita ora per Rimini Comics e poi in tutte le fumetterie].
Nella seconda stagione ci sono delle conferme dalla prima [Simone Delladio, Renato Riccio], affiancati da altri ottimi professionisti quali Francesco Gallo [Dampyr], Leonardo Colapietro [Noise Press], Fabio Bardolini [Shockdom], Marco Patrucco e giovani esordienti da urlo quali Stefania Caretta e Sara Guidi.
Ricordo anche la collaborazione della sceneggiatrice Marta Carotenuto sul numero 4 e i disegni di Giovanni Pullano sull’albo speciale realizzato per Teramo Heroes.
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[LR]: Come procederà la linea narrativa di “Paranoid Boyd”? E chi sono i lettori del tuo nuovo fumetto?
[AC]: Dopo questo numero 4, che è una sorta di spin-off, ma comunque strettamente collegato agli eventi delle varie stagioni, avremo un numero 5 e un numero 6 che comporranno una seconda stagione narrativa a tema horror carcerario, se possibile ancora più cupa e violenta e realistica della prima stagione. Poi si vedrà… Ci saranno di sicuro molte sorprese, ma è troppo presto per parlarne.
Chi sono i lettori di Paranoid Boyd? Non lo so… Spero siano persone che vogliano emozionarsi e riflettere, che si pongano dubbi senza pretendere certezze, che desiderino un prodotto nuovo e fuori dai canoni “classici”. Spero siano persone con la voglia di uscire dal sentiero insieme a me e ai miei collaboratori. Ho notato che sta crescendo un certo pubblico femminile attorno alla serie, e la cosa, assolutamente non preventivata, mi fa molto piacere.
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[LR]: Qual è l’altra serie di Edizioni Inkiostro a cui ti senti maggiormente affine? E perché?
[AC]: Se dovessi dire, nominerei Cannibal Family [ho anche scritto una sceneggiatura nel numero 2], ma anche la jena spacca di brutto [poi, essendo amico di Luca Blengino, uno degli sceneggiatori, so un sacco di aneddoti che voi non sapete]. E pure Black Death di Andrea Gallo Lassere, sempre in bilico tra la malinconia e il trash. Sto aspettando poi con ansia di leggere Torture Garden di Barbara Baraldi. Insomma, diciamo che di Edizioni Inkiostro mi piace tutto, perché mi piace la filosofia di base della casa editrice. Una casa editrice che invito tutti a scoprire e seguire, perché merita davvero molto. Trovate tutti i prodotti in fumetteria e sullo shop online: www.edinkiostro.it
Luca Ruocco
Luglio 2016