Home / Recensioni / In sala / TORNO DA MIA MADRE di Èric Lavaine

TORNO DA MIA MADRE di Èric Lavaine

torno-da-mia-madre1“La commedia più divertente dell’estate”. Questa è la frase di lancio scelta da Officine Ubu per accompagnare l’uscita di Torno da mia madre, l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Èric Lavaine, campione d’incassi della passata stagione in Francia e nelle sale nostrane a partire dal 25 agosto. Probabilmente avrete avuto modo di ascoltarla più volte nelle settimane scorse ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di aprire la recensione riportandola in appendice, perché l’informazione in sé non è del tutto veritiera: da una parte la scelta di distribuirlo a conclusione del periodo balneare esclude automaticamente il fatto che lo sia, semmai avrebbe dovuto trovare una collocazione all’inizio, dall’altra tale primato viene dal fatto che nel palinsesto in questione di pellicole appartenenti al medesimo Genere non c’è stata alcuna traccia significativa, a fronte del solito carico di thriller, horror, action, cartoon, drammi sentimentali e cinecomics.

Detto questo, il film di Lavaine ha davvero poco da offrire a tutti coloro che decideranno di rinunciare ad altre opportunità d’intrattenimento e di relax pur di fruirne, al di là della presenza nel cast di Josiane Balasko che, nel ruolo di Jaqueline, regala alla platea di turno l’ennesima perfomance maiuscola di una meravigliosa carriera.

torno-da-mia-madre2La sua spumeggiante e briosa interpretazione di una madre che non ha nessuna intenzione di arrendersi al trascorrere inesorabile del tempo, consente all’opera di mantenersi a galla, ma non abbastanza per evitare alla nave di inabissarsi molto prima di intravedere il porto di destinazione. La Balasko viaggia su altri livelli e il resto degli attori chiamati all’appello non riescono a mantenerne il passo, compresa la protagonista Alexandra Lamy, che nella pellicola veste i panni della figlia quarantenne di nome Stéphanie, divorziata e costretta a tornare a casa della madre vedova in seguito a un disastro finanziario che l’ha mandata su lastrico. La celebre attrice transalpina fa tutto ciò che è in suo possesso per alzare il profilo di una pellicola che, per quanto ci riguarda, avrebbe meritato un posto sul piccolo e non sul grande scherma, poiché il menù proposto allo spettatore di turno, tanto drammaturgicamente quanto tecnicamente, non riesce a rispettare in pieno gli standard e le esigenze del pubblico cinematografico.

torno-da-mia-madre3L’appiattimento e la povertà del racconto, capace solo di rari sussulti riusciti di pura comicità [il tentativo di Stéphanie di creare una casella di posta alla madre o la visione della scena hard in televisione], dovuti in primis al ricorso a uno humour decisamente più nero e meno politicamente corretto rispetto a quello più convenzionale imperante, non bastano a dare un nuovo slancio allo script, tantomeno alla sua trasposizione. Ma a conti fatti il vero tallone d’Achille è un altro e rappresenta il muro invalicabile contro il quale il regista francese e Torno da mia madre si vanno a infrangere. Quel muro è la mancanza di originalità, che ha portato il progetto a misurarsi per l’ennesima volta con un tema ormai logoro e narrativamente abusato, ossia quello della cosiddetta “generazione boomerang”. Un tema, questo, senza alcun dubbio attualissimo che purtroppo, nella vita di tutti i giorni, trova sempre più preoccupanti corrispondenze e drammatiche conseguenze a tutte le latitudini.

La Settima Arte, in particolare, se ne sta occupando moltissimo ed è proprio questa saturazione a impedire allo spettatore di entrare in contatto con opere meritevoli di attenzioni, in grado di centrare correttamente il bersaglio in termini di approfondimento e allo stesso tempo di affrontare il tutto con l’arma delicatissima dell’ironia. Da parte sua, Lavaine ci prova ma va molto lontano dal bersaglio, a differenza di quanto fatto quindici anni fa dal connazionale Étienne Chatiliez nel più riuscito Tanguy [che può contare anche sul meno riuscito remake a stelle e strisce dal titolo A casa con i suoi, firmato nel 2006 da Tom Dey]. Nemmeno il tentativo di alimentare il plot con altre argomentazioni altrettanto logore [la seconda possibilità, i legami familiari e sentimentali, la crisi economica e via dicendo] sortisce gli esiti sperati.

Francesco Del Grosso

TORNO DA MIA MADRE

2 Teschi

Regia: Èric Lavaine

Con: Alexandra Lamy, Josiane Balasko, Mathilde Seigner

Uscita in sala in Italia: giovedì 25 agosto 2016

Sceneggiatura: Hector Cabello Reyes, Èric Lavaine

Produzione: Same Player, Pathé Production

Distribuzione: Officine Ubu

Anno: 2016

Durata: 91’

InGenere Cinema

x

Check Also

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL 44° FANTAFESTIVAL: Dal 27 novembre all’1 dicembre a Roma

Giunto alla XLIV edizione, il FANTAFESTIVAL è pronto a spiegare le sue ...