A tredici anni di distanza da Alla ricerca di Nemo, la Pixar e il regista Andrew Stanton, ci riportano in fondo all’oceano per raccontare la storia di Dory, pesciolina smemorata ed esilarante amatissima da grandi e piccini. Alla ricerca di Dory, dunque, può essere considerato il primo della lunga serie di spin-off e sequel che lo studio di animazione californiano realizzerà fino al 2019. Gli Incredibili 2, Cars 3 e Toy Story 4 sono gli altri progetti annunciati dal presidente Jim Morris, dopodiché, le menti geniali della Pixar si dedicheranno a soggetti originali. E che il cielo sia lodato!
Dory vive felicemente sulla barriera corallina insieme a Nemo e Marlin: è passato un anno dall’avventura che cambiò le loro vite. Quando si ricorda improvvisamente di avere una famiglia che forse la sta cercando, Dory parte insieme a ai suoi amici per una nuova avventura attraverso l’oceano che la condurrà fino al prestigioso Parco Oceanografico, in California: un acquario che è anche un centro di riabilitazione. Per riuscire a trovare sua madre e suo padre, chiederà aiuto ai tre abitanti più stravaganti del Parco: Hank, un irascibile polpo che tenta continuamente la fuga; Bailey, un beluga convinto di avere un sonar difettoso; e Destiny, uno squalo balena miope. Esplorando con destrezza le complesse regole del Parco Oceanografico, Dory e i suoi compagni di avventura scopriranno l’amicizia, il senso della famiglia e la magia che si cela nei loro difetti.
Ecco: i difetti. Forse è proprio questo il maggior pregio della nuova incursione nel mondo subacqueo di Nemo e compagni. I protagonisti di questa vicenda sono disabili, con problemi evidenti e invalidanti come la nostra Dory. Sono costretti ad affrontare il mondo e le sue insidie con maggiori difficoltà che li costringono a uno sforzo doppio per raggiungere i medesimi obiettivi di un normodotato. Non è un caso, che la maggior parte del film si svolga all’interno di un ospedale. Un ricovero per pesci malati, sofferenti e incapaci di affrontare l’oceano. Almeno fino a quanto il programma del Parco Oceanografico non si sarà compiuto. Tale schema prevede: la malattia, la riabilitazione e, punto più importante, la liberazione. Tornare liberi in questo caso s’intende, non soltanto guarire dai dolori, ma acquisire consapevolezza di sé, dei propri limiti e di come questi possano diventare un punto di forza.
Tale filosofia viene fatta risuonare negli altoparlanti del Parco – nell’edizione italiana è stata usata la voce di Licia Colò, autentica paladina per la difesa della natura – come un mantra positivo che spinge e sprona a trovare il coraggio di buttarsi – ancora una volta – nel mare aperto. A tal proposito è splendida la sequenza nella quale Dory e Hank rubano un furgone pieno di pesci destinati a passare una vita in un acquario, per lanciarlo letteralmente dalla strada giù dritto nell’oceano. Questa scena da sola, vale l’intero film che a tratti – bisogna ammetterlo – palesa la sua natura “sbanca botteghini”, piuttosto che un autentico desiderio di racconto sincero. Detto questo, anche il più trascurabile dei film Pixar, se porta la firma di Stanton, Lassater, Bird o Docter, non potrà mai essere liquidato tanto facilmente. Poiché aldilà delle logiche di mercato alle quali nemmeno questi talenti possono sottrarsi, il lavoro che questo Studio fa da oltre 20 anni e senza dubbio, straordinario.
Paolo Gaudio
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ALLA RICERCA DI DORY
Regia: Andrew Stanton
Con le voci di: Carla Signoris, Luca Zingaretti, Stefano Masciarelli, Massimiliano Rosolino, Licia Colò, Baby K
Uscita sala in Italia: giovedì 15 settembre 2016
Sceneggiatura: Andrew Stanton
Produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Anno: 2016
Durata: 105′