Le delusioni che questo 2016 sta riservando ai fan dell’horror non sembrano voler terminare.
In una stagione cinematografica in cui il migliore film dell’orrore si è dimostrato un lavoro fatto tecnicamente ad arte ma privo di qualsiasi novità narrativa, come The Conjuring – Il caso Enfield, il ritorno – a distanza di 17 anni – sul territorio minato della strega di Blair non potrà che lasciare un enorme senso di insoddisfazione e frustrazione nel cuore dello spettatore raziocinante.
La saga horror che nel 1999, grazie a The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair di Eduardo Sánchez e Daniel Myrick, accese il fuoco dell’illusione del found footage, affascinante meta-tecnica rivelatasi, infine, tormento senza fine soprattutto in campo orrorifico, passa nelle mani dell’Adam Wingard di You’re Next.
La strega era già incappata in un orrido sequel, Il libro segreto delle streghe – Blair Witch 2, firmato da Joel Berlinger, ma questo nuovo Blair Witch sa davvero di inutile.
Inutile come film horror a sé stante, affatto spaventoso e, anzi, privo di qualsiasi meccanismo funzionante di tensione, basato com’è su una continua sequela di jump scare davvero fini a sé stessi.
Inutile come tentativo ibrido di sequel-remake… La trama esile è pressoché identica a quella di The Blair Witch Project e proprio a questa si collega direttamente, attraverso un video ritrovato da una coppia di blogger dark. In questo video, James [James Allen McCune] è convinto di aver intravisto sua sorella Heather [scomparsa nel primo film della saga] all’interno di un fatiscente edificio che, a quanto pare, si troverebbe all’interno della fitta vegetazione della foresta di Black Hills.
Armato di attrezzature all’avanguardia [la vecchia handycam viene affiancata da microcamere integrante in auricolari e droni, in modo da moltiplicare potenzialmente all’infinito il punto di vista… e il finto video ritrovato, stavolta, non sarà conservato in una o più videocassette, ma su una scheda memoria digitale], e accompagnato da amici non del tutto coscienti i quello che avrebbero dovuto affrontare, James potrà vivere in prima persona tutti i terribili momenti vissuti dalla sorellina scomparsa sul finire degli anni ’90. Ci si ritroverà anche la scena delle incessanti lacrime [pur senza moccio al naso], riproposte sempre in chiave femminile, grazie alla chiusa a due protagonsti.
La minestra riscaldata di Wingard cerca sapore in una fredda serie di inutili spaventi costruiti a tavolino [disturbati da momenti di involontaria comicità], chiunque appare in scena all’improvviso e di scatto, senza preannunciare la sua presenza con rumore di passi o altro, a parte la presenza che nottetempo si muove fuori dalle tende dei giovani che, invece, sembra fare di tutto per farsi avvertire mentre decora gli alberi che circondano il campo base degli affascinati orpelli simbolo della presenza inquietante di Blair.
Proprio sul finire del film, si ritorna nell’inquietante casetta della strega, quella in cui le vittime vengono mette in castigo, faccia al muro, ad attendere le spaventose incursioni della malvagia presenza.
Proprio in questi ultimi minuti lo spettatore avrà modo di perlustrare la casa davvero a fondo [troppo a fondo… e in maniera del tutto immotivata] e anche di scoprire il motivo della particolare postura che le vittime della strega di Blair assumono nella chiusa dei film… Ma nemmeno queste piccole strizzate d’occhio, o lo scorgere per bene una delle forme che la strega può assumere, possono colmare il senso di vuoto e di inutilità che un film horror come questo, in un periodo storico e cinematografico come quello che stiamo vivendo, riesce a lasciare negli occhi e nel cuore di chi guarda.
Ahi… Ahi…
Luca Ruocco
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BLAIR WITCH
Regia: Adam Wingard
Con: James Allen McCune, Valorie Curry, Callie Hernandez
Uscita in sala in Italia: mercoledì 21 settembre 2016
Sceneggiatura: Simon Barret
Produzione: Room 101, Snoot Entertainment, Vertigo Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Anno: 2016
Durata: 89’