Rob e Betty sono una giovane coppia residente in uno squallido appartamento di periferia.
Lui è un impiegato presso un’agenzia addetta al recupero di cadaveri sul luogo di incidenti stradali. Oltre a questo ha una passione particolare: collezionare pezzi o membra dei corpi deceduti che riesce a sottrarre di nascosto. Sempre più affascinato e ossessionato dalla morte, decide un giorno di portare a casa un cadavere intero, suscitando anche nella sua compagna una morbosa eccitazione che sfocia in un vero e proprio ménage à trois [con tanto di amplesso in cui al cadavere viene fornito un pene artificiale ottenuto con un tubo metallico e incappucciato con un preservativo].
Il terzetto vive quasi una sorta di favola idilliaca, fino a quando Rob non viene licenziato e Betty, considerandolo un fallito senza speranza, sceglie di fuggire insieme al suo nuovo amante. Le conseguenze saranno catastrofiche.
Datato 1987, Nekromantik rappresenta ad oggi un fondametale pezzo di storia del cinema underground/indipendente europeo. La pellicola si può definire la prima vera prova alla regia di Jörg Buttgereit [che prima di questo titolo aveva firmato solo due lavori minori in età giovanile], autentico genio anarchico della cinematografia teutonica.
Girato con un budget praticamente pari a zero e attori non professionisti, in breve tempo questo titolo si è imposto come un piccolo cult nella cerchia degli amanti del Genere inteso nella sua accezione più morbosa e malata [ma non solo], tanto da spingere la label inglese Arrow Film a distribuirne una doppia edizione in dvd e bluray [peraltro ottima].
Ma etichettare il film di Buttgereit come semplice manifesto del cinema Estremo sarebbe a dir poco riduttivo. Qui siamo di fronte ad uno stile che finisce per sfociare nel termine più appropriato di poetica. Una poetica fatta di sangue, sperma, necrofilia, omicidi, quartieri decadenti, solitudine e… romanticismo.
Il tutto raccontato attraverso una narrazione quasi del tutto priva di dialoghi e accompagnata magnificamente da melodie struggenti che formano un tutt’uno con una splendida regia quanto mai intimista e sperimentale.
Tenendo conto dei limiti produttivi, un plauso va anche ad una funzionale fotografia dai toni seppia, alle deprimenti scenografie caserecce e ai truculenti effettacci gore. Questi ultimi finiscono per rivelare il più delle volte la loro natura visibilmente artigianale [fatta ecezione per l’efficacissima realizzazione del cadavere], ma si integrano alla perfezione con l’atmosfera sporca e malsana che si respira in ogni elemento della messa in scena.
Tirando le somme, la pellicola [ma più in generale tutta la filomgrafia] di Buttgereit è un qualcosa rivolto esclusivamente ad un pubblico dallo stomaco d’acciaio, consapevole allo stesso tempo di approcciare verso un tipo di cinema che definire autoriale non suonerebbe affatto come un eufemismo.
Lorenzo Paviano
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NEKROMANTIK
Regia: Jörg Buttgereit
Con: Daktari Lorenz, Beatrice Manowski, Susan Kohlstedt, Harald Lundt
Sceneggiatura: Jörg Buttgereit, Franz Rodenkirchen
Produzione: Indipendente [Manfred Jelinski]
Distribuzione: Arrow Films
Anno: 1987
Durata: 75′ c.a.