Il 7, 8, 9 novembre 2016 sono date imperdibili per tutti gli amanti della buona musica ma in particolare per tutti quelli che hanno adorato e adorano una delle band più carismatiche, irriverenti e chiassose degli anni ’90: Gli Oasis. Oasis: Supersonic è un film documentario che ripercorre l’ascesa della band di Manchester dalle origini fino alla gloria del successo conclamato, il tutto senza per nulla voler chiarire o giustificarsi in merito a delle prese di posizione egoistiche avvenute in passato o per l’eccentrico caratteraccio dei musicisti. Perché dovrebbero? In fondo il loro messaggio è sempre stato chiaro: “Noi siamo così! O ci accettate per quello che siamo o potete tranquillamente andarvene a fan…o!!”.
D’altro canto hanno pagato a caro prezzo i loro eccessi e le canzoni che hanno lasciato rimarranno nella storia e supereranno qualsiasi banale chiacchiera nei loro confronti. Se non ci fosse anche questa nota stonata a comporre la melodia di fondo del loro carattere, i fratelli Gallagher non sarebbero quello che sono. Quello che è veramente sconcertante, soprattutto per chi scrive, è la completa incoscienza di quegli anni di stare in qualche modo assistendo al cambiamento epocale che di lì a poco sarebbe avvenuto in ambito musicale; forse vivere la storia è un po’ questo, vale a dire farne parte senza capire fondamentalmente quello che sta succedendo. Con molta probabilità deve essere proprio la sensazione provata dagli Oasis in quegli anni, solo che amplificata all’ennesima potenza, e solo adesso i componenti della band hanno raggiunto la maturità necessaria per metabolizzare il successo che li ha travolti senza lasciargli il minimo respiro.
Che li amiate o no, gli Oasisa sono stati forse l’ultima band importante che ha avuto accesso al mercato mainstream partendo praticamente da un garage e cercando fama e successo suonando in qualche club di Manchester, sperando che tra i quattro gatti intervenuti a vederli vi fosse qualche produttore incuriosito dalla loro musica. Il documentario si ferma al 1996, alla celebrazione del mito, quando tennero una serie di concerti a Knebworth con più di 250.000 persone a ballare la loro musica e più di 2 milioni e mezzo di persone alla ricerca disperata di quei biglietti andati tutti esauriti nel giro di pochissimo tempo.
La cosa che fa più specie è che tutto accadde senza nessun talent show che lanciasse sul mercato la band, senza lo streaming a fare da supporto alla loro musica e senza la possibilità di acquistare on-line i preziosissimi biglietti. E’ proprio il caso di dirlo: “erano gli anni” in cui un passaggio su MTV o su Top of the Pop contava molto di più che un passaggio in radio e anche in quel caso sembra che l’interesse di determinate emittenti televisive nei confronti della musica si sia improvvisamente spento dopo gli anni ’90 in favore di tutti i canali on demand su internet e non, le web radio, le varie piattaforme per poter ascoltare la musica in streaming e i vari talent show musicali che in qualche modo hanno fin troppo viziato quella magia, quella scintilla che scoccava tra due o più menti mentre davano vita ad una nuova band.
Ora più che di band sarebbe il caso di parlare di b[r]and, vale a dire marchi, dove la presenza del mercato si è fatta molto più pressante, l’offerta sembra essere spaventosa e si fa sempre più fatica tra tante voci a far sentire la propria. Si fa fatica a guardare queste nuove band o cantanti senza chiedersi quanto ci sia di pre-costruito a tavolino a dettare le linee guida della loro musica, del loro vestiario e del loro comportamento in pubblico.
Paolo Corridore
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OASIS – SUPERSONIC
Regia: Matt Whitecross
Uscita in sala in Italia: 7, 8, 9 novembre 2016
Produzione: Mint Pictures
Distribuzione: Lucky Red
Anno: 2016
Durata: 122′