Emad e Rana sono due coniugi costretti ad abbandonare il proprio appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Si trovano così a dover cercare una nuova abitazione e vengono aiutati nella ricerca da un collega della compagnia teatrale in cui i due recitano da protagonisti di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. La nuova casa era abitata da una donna di non buona reputazione e un giorno Rana, essendo sola, apre la porta [convinta che si tratti del marito] a uno dei clienti della donna, il quale la aggredisce. Da quel momento per Emad inizia una ricerca in cui non vuole coinvolgere la polizia.
Non si può non rimanere affascinati dalla capacità che Asghar Farhadi dimostra in ogni suo lavoro, riuscendo ad unire elementi solo apparentemente molto distanti tra loro e mescolarli attraverso una narrazione pacata ma anche profondamente consapevole e incisiva.
Succedeva in About Elly, Una separazione e Il passato, e avviene anche nel suo ultimo film, Il cliente, presentato al festival di Cannes dove ha vinto il premio per la sceneggiatura e per l’attore protagonista.
In questo caso, nella storia di Emad e Rana, possiamo ritrovare elementi di detection e di un revenge movie perfettamente inseriti nel contesto di una storia drammatica personale, che ha a che fare con un microcosmo, senza però estraniarla dal contesto contemporaneo in cui la vicenda è ambientata. Non è un caso infatti che i protagonisti stiano lavorando a un adattamento di Morte di un commesso viaggiatore di Miller, dramma di critica sociale che racconta di un periodo della storia americana in cui l’improvvisa trasformazione urbana aveva causato la rovina di una certa classe sociale; tante persone non erano riuscite ad adattarsi a quella rapida modernizzazione e ne erano rimaste schiacciate.
Secondo Farhadi la critica sociale di Miller resta valida anche per l’Iran di oggi.
Ma questo può anche essere considerato come un livello di lettura secondario, non per importanza ma proprio perché la narrazione è così ben stratificata da potersi adattare a diversi livelli.
L’elemento che colpisce per primo, oltre alla bravura innegabile di tutto il cast, è certamente la linearità e la perfezione della narrazione, tenuta ben salda da una sceneggiatura che non lascia niente al caso, sobria e quasi classica nel suo rispetto delle svolte della trama e interne ai personaggi.
Da ammirare in particolare è il modo in cui la coppia protagonista reagisce all’evento drammatico: due reazioni inverse che si bilanciano per tutto l’arco narrativo, per poi ribaltarsi nella parte finale senza mai perdere equilibrio.
Farhadi riesce a costruire suspense di grande qualità senza eccedere nell’azione, ma ponendo l’accento sulle parole e le azioni [una in particolare nel finale, da brividi] dei personaggi.
Il regista iraniano sa affrontare e raccontare la complessità delle relazioni umane come pochi altri, e riesce a farlo senza lasciare che il film rimanga un oggetto esterno allo spettatore. Anzi, lo rende partecipe rispetto a ciò che accade sullo schermo senza manipolarlo, ma accompagnandolo pacatamente tra le luci e le ombre della storia, passando dall’essere vittime a [forse] carnefici.
Egidio Matinata
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IL CLIENTE
Regia: Asghar Farhadi
Con: Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Farid Sajjadihosseini, Mina Sadati
Uscita in sala in Italia: giovedì 24 Novembre 2016
Sceneggiatura: Asghar Farhadi
Produzione: Memento Films Production, Asghar Farhadi Production
Distribuzione: Lucky Red
Anno: 2016
Durata: 125’