Chi scrive ha avuto la grande fortuna di poter vivere nell’infanzia la cosiddetta “epoca rinascimentale” dei film d’animazione Disney, vale a dire il periodo che parte dal 1989 fino al 1999 – da La sirenetta a Tarzan – dopo lunghi anni bui per la compagnia. In questo periodo di dieci anni, i registi Ron Clements e John Musker sono stati fra i pionieri assoluti, ed è grazie a loro che il pubblico ha potuto ammirare meraviglie come La sirenetta e Aladdin. Era un periodo in cui i registi e gli animatori sperimentavano sempre nuove tecniche all’avanguardia, affacciandosi verso l’animazione computerizzata. In Basil l’investigatopo vi erano gli ingranaggi del Big Ben realizzati al computer, mentre ne La sirenetta una lunga scalinata nel palazzo del principe, fino alla creazione del salone da ballo de La bella e la bestia. Tutto si sposava perfettamente con i disegni classici. Ora avviene tutto il contrario. I film d’animazione cinematografici Disney sono tutti realizzati al computer, i disegni tradizionali sono cosa ormai rara, con solo piccoli spazi concessi ogni tanto per non farli morire del tutto. I bambini di oggi non hanno praticamente mai visto una pellicola d’animazione disegnata a mano sul grande schermo. Dopo i clamorosi flop di Atlantis – L’impero perduto e Il pianeta del tesoro, la compagnia ha puntato ad un rinnovo drastico, seguendo l’esempio di altre produzioni come Shrek o L’era glaciale La sentenza emessa è stata spietata: niente più animazione tradizionale. Gli artisti del disegno hanno dovuto offrire i loro servigi attraverso una tastiera [attenzione, la Pixar non va considerata, è un altro settore]. E così, a sette anni dall’ultimo film tradizionale, La principessa e il ranocchio, i nostri due registi si sono dovuti inchinare alla modernità dei tempi e alle esigenze della compagnia.
Nasce così Oceania, primo film d’animazione in CGI del duo Clements/Musker, con protagonista la giovane Vaiana, figlia del capo dell’isola di Moto Nui. Prescelta per trovare il semidio Maui, responsabile di aver rubato il cuore della dea Te Fiti e di averlo perduto, Vaiana dovrà andare contro le regole del padre e superare per la prima volta la barriera che delimita la sua isola con l’oceano. Con il furto del cuore, una strana forza oscura ha cominciato a risucchiare la vita nelle isole del Pacifico, e solo restituendolo alla dea tutto potrà tornare alla normalità.
Il film sembra affrontare tematiche già viste, forse un po’ scontate: il classico viaggio dell’eroe, la ricerca di sé stessi, l’essere a capo di grosse responsabilità, l’ottusità e l’apprensione di un genitore [come visto in La sirenetta]. In più, nonostante l’oscurità che incombe, pare che non ci sia una vera e propria minaccia, una nemesi dalle sinistre intenzioni in grado di dare spazio a temi sottintesi. Insomma, qualcosa che sia anche adatto per un pubblico adulto [basti pensare agli istinti possessivi e ai desideri di Gaston de La bella e la bestia o a quelli di Frollo de Il gobbo di Notre Dame, per fare due esempi], incaricato ovviamente di accompagnare i piccoli nelle sale. Gli unici pericoli sono rappresentati da un gigantesco granchio buffone, per niente intimidatorio, e un mostro di lava degno dei più recenti cattivi di un gioco per Play Station 4. Per quel che riguarda l’animazione computerizzata, è come se i personaggi fossero stati presi direttamente da un negozio di giocattoli, ossia grossi pupazzi di cui si nota la plasticità e gommosità. Certo, la realizzazione è impeccabile, ma è ben lontana dalla mano e il cuore di un vero artista, la cui opera trasuda passione e fatica.
Come è solito della tradizione disneyana, Oceania è anche un musical, con canzoni curate da Mark Mancina, Opetaia Foa’i e Lin-Manuel Miranda. Miranda, in particolare, è un artista di Broadway che si è particolarmente ispirato al genio del compianto Howard Ashman – paroliere e direttore artistico di La sirenetta e La bella e la bestia – ma di tutto il repertorio, solo due brani sono veramente memorabili [La strada di casa e Oltre l’orizzonte], gli altri fanno parte solo di piccoli siparietti, banali e per lo più noiosi. Nonostante non venga messa in dubbio la bravura di questi musicisti, forse la Disney deve ancora sforzarsi di più nel trovare un genio nascosto in grado di riportare la compagnia agli splendori di un tempo, che a loro volta hanno invaso proprio Broadway. E per arrivare a questi risultati non bastano di certo pochi brani, per di più legati ad una storia adatta solo per un pubblico ristretto.
Luca Pernisco
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OCEANIA
Regia: Ron Clements & John Musker [co-regia di Don Hall e Chris Williams]
Con le voci italiane di: Emanuela Ionica e Chiara Crispo [versione originale: Auli’i Cravalho], Fabrizio Vidale [Dwayne “The Rock” Johnson], Angela Finocchiaro [Rachel House], Roberto Pedicini [Temuera Morrison e Christopher Jackson], Micaela Incitti [Nicole Scherzinger], Raphael Gualazzi [Jemaine Clement]
Uscita sala in Italia: giovedì 22 dicembre 2016
Sceneggiatura: Jared Bush
Produzione: Walt Disney Pictures, Walt Disney Animation Studios
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italy
Anno: 2016
Durata: 103’