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NATALE DI SANGUE di Charles E. Sellier Jr.

 

Quando nel ‘78 il buon vecchio John Carpenter [che, almeno per i cinefili, non ha certo bisogno di presentazioni] firmò il suo leggendario Halloween – La notte delle streghe, probabilmente non avrebbe immaginato di dar vita ad uno dei sottoGeneri più prolifici di tutto il cinema horror. E’ infatti a partire da questo titolo [e, successivamente, con l’infinita saga di Venerdì 13] che viene coniato il termine slasher-movies, ad indicare pellicole caratterizzate da una schiera di teenagers imbecilli e arrapati che vengono trucidati all’arma bianca da un assassino [in costume o comunque mascherato] con un passato traumatico alle spalle, che sembra quasi punirli per i loro vizi e peccati. Il tutto condito con nudi femminili a volontà e una buona dose di sangue e fantasia nella messa in scena degli omicidi. Questa in breve la semplice [quanto fortunata] formula che ha caratterizzato una miriade di prodotti ad onor del vero fin troppo simili l’uno all’altro [sebbene sia ben noto che l’Halloween di Carpenter fosse di ben altro spessore, tecnico e concettuale, rispetto ai vari epigoni e cloni che ha finito per generare].

Immerso nel mucchio degli slasher che invasero il mercato [statunitense e non solo] negli anni Ottanta, ha finito per spiccare un curioso titolo datato 1984, Silent Night, Deadly Night, da noi distribuito [anni dopo e solo in una censurata versione home-video] come Natale di Sangue.

Oggettivamente non si tratta certo di un classico imprescindibile, ma il fatto di aver messo in scena uno dei primissimi Babbi Natale cattivi apparsi al cinema, ha fatto sì che venisse citato [ancora oggi] come un piccolo cult. La storia segue né più né meno l’A-B-C del Genere: Billy è un ragazzino che, durante la vigilia di Natale, assiste inerme al brutale omicidio dei propri genitori per mano di uno psicopatico camuffato appunto da Santa Claus. Vive gli anni successivi in un orfanotrofio, sotto la tirannia di una Madre Superiora che finisce per distruggere del tutto quel che resta della sua infanzia. Diventato adulto, lavora come magazziniere in un negozio di giocattoli, fino a quando, sempre durante la notte della vigilia, indossa a sua volta i panni del panciuto ometto vestito di rosso per trasformarsi in un brutale assassino armato di accetta.

Come è facile intuire, abbiamo a che fare con uno script tanto elementare quanto derivativo, che riesce comunque a piazzare un paio di colpi azzecati giocando appunto con l’assurdità [e l’idiozia, per quanto voluta] del tutto. Vedremo quindi un assassino che ripete ad ogni omicidio la sua frase topica come fosse un mantra, una sanguinosa discesa sullo slittino a base di decapitazioni, luci di Natale usate come armi e [ciliegina sulla torta] un gustosissimo omicidio con protagonista la scream queen Linnea Quigley alle prese con le corna di un cervo imbalsamato.

Azzardata e piuttosto scorretta persino l’immagine stessa del Natale, in cui si preferisce copulare e sbronzarsi piuttosto che andare a messa o scartare regali sotto l’albero. Alla sua uscita nei cinema americani, il film venne duramente osteggiato da gruppi di genitori furibondi che intendevano boicottare un prodotto in cui veniva raffigurato uno dei miti dell’immaginario infantile come un feroce serial killer. Proprio per questo fu ritirato quasi subito dalle sale e distribuito direttamente nelle videoteche con un minutaggio in cui comparivano una serie di tagli nelle scene più strong. Solo nell’86 uscì una versione uncut che, al momento, non è più stata ristampata. Il successo che ne è comunque scaturito, ha fatto sì che venissero prodotti altri quattro sequel [tutti inediti in Italia] e un simpatico remake datato 2012.

Lorenzo Paviano

NATALE DI SANGUE

Regia: Charles E. Sellier Jr.

Con: Robert Brian Wilson, Danny Wagner, Max Broadhead, Lilyan Chauvin. Alex Burton, Gilmer McCormick, Linnea Quigley

Sceneggiatura: Michael Hickey

Produzione: Ira Barmak, Scott Schneid, Dennis Whitehead

Distribuzione: Live Video – Tristar Pictures

Anno: 1984

Durata: 79′

InGenere Cinema

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