Mauro Biglino si pone [e ci pone] tante domande, all’interno del suo ultimo libro, Il falso testamento, pubblicato da Mondadori.
Che cosa ci rivelano gli studi di genetica se volessero esaminare scientificamente il racconto della creazione? Come si possono facilmente spiegare alcuni episodi di miracoli e guarigioni narrati nella Bibbia? La gloria di Dio era una vera e propria arma da guerra? Perché ci sono tante somiglianze tra Yahweh e gli dei dell’antica Grecia descritti nell’Iliade e nell’Odissea?
Il falso testamento è l’organica prosecuzione del volume best seller del 2015, La Bibbia non parla di Dio. Nel suo primo lavoro per Mondadori, infatti, Biglino aveva iniziato ad aprire il ventaglio delle sue ricerche, da sempre incentrate su una traduzione “letterale” della Bibbia, ad altri testi, e non per forza “sacri”!
Solo per chi non avesse ancora mai incontrato Biglino tra le nostre pagine, ricordiamo che secondo le traduzioni dell’autore de Il falso testamento, Yahweh, il dio di Abramo, non sarebbe assolutamente una divinità, ma soltanto uno dei tanto Elohim arrivati sulla Terra [probabilmente da un altro pianeta] per motivi tutt’altro che spirituali. Nessun creatore dei cieli e della terra, ma esseri viventi potenti, tecnologicamente avanzati, molto longevi e, soprattutto, spietati e con smania di comando. In taluni casi, come in quello di Yahweh, feroci militari.
Ne Il falso testamento, Biglino approfondisce alcune tematiche, nelle sue precedenti pubblicazioni, con il suo solito bel modo di lavorare: allargando sempre di più lo sguardo. Eccolo, quindi, tornare a parlare della “gloria” di Yahweh, quel “kavod” che, “facendo finta che” quanto scritto nella Bibbia non sia metaforico o figurativo, non può essere altro che una macchina da guerra volante. Inimmaginabile pensare quale sia stata la reazione degli uomini del tempo alla visione di questi “carri volanti”…
Altro discorso appena accennato ne La Bibbia non parla di Dio, si diceva, è l’apparentamento che Mauro costruisce tra gli Elohim biblici e gli dei greci raccontati nei testi omerici. Biglino stavolta mette a confronto i “kavod” con i “carri celesti” dei poemi epici, ma si dilunga anche nella descrizione di comportamenti tipici di queste divinità e di altri strani oggetti che sembrerebbero raccontare una forma di tecnologia assolutamente non umana.
Un capitolo particolarmente interessante è quello che Biglino dedica all’ossessione di Yahweh per la “purezza” dei suoi seguaci… una purezza che, ancora una volta, non ha nulla di spirituale! Sembra che il dio biblioco fosse, infatti, ossessionato dalla perfezione e che ritenesse impuro chiunque presentasse una qualsiasi imperfezione esteriore della pelle [dall’acne alle bruciature, dalle cisti ai tumori…], tanto da fornire ai suoi sacerdoti una serie di precise regole su come trattare questi indesiderati ospiti del suo campo.
Il discorso de Il falso testamento si chiude proprio sull’analisi del patto d’alleanza che Yahweh stipulò con il suo popolo: precisamente una famiglia semita. Un patto che venne poi allargato ad un’alleanza universale ed eterna senza nessun concreto motivo. Il patto di Yahweh, secondo il ricercatore, era qualcosa di assolutamente concreto, uno scambio di benefici che, ancora una volta, non avevano assolutamente niente di spirituale.
Luca Ruocco
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IL FALSO TESTAMENTO
Autore: Mauro Biglino
Editore: Mondadori [www.librimondadori.it]
Pagine: 264
Illustrazioni/Foto: No
Costo: 18,00 euro