Se siete frequentatori abituali delle pagine del nostro sito, non vi sarà certamente sfuggita la nostra passione incondizionata per i mostri. Siamo tifosi dei mostri, sostenitori dei mostri e tra un film con i mostri e uno senza, preferiamo nella maniera più assoluta il primo. Tuttavia, in questi ultimi anni, i nostri amici mostri, non sono stati trattati con il rispetto necessario dagli Studios hollywoodiani, anzi. Troppo spesso sono stati sminuiti e ridicolizzati da iniziative molto discutibili come Twilight o caotiche e pasticciate come Van Helsing. D’altronde, la prerogativa di rovinare le cose buone, fa parte di questa industria e anno dopo anno ci siamo sorbiti vampiri che luccicano al sole, licantropi addomesticati e docili e persino Dracula Untold.
Ora: la tendenza del momento a Hollywood è rappresentata dalla possibilità di avere un unico contesto dove far agire personaggi apparentemente slegati l’uno dall’altro. Lo chiamano “universo condiviso espanso”. Com’è noto, questo modo di procedere è mutuato dai fumetti, infatti, manco a dirlo, a introdurlo nel mondo del cinema, sono stati proprio i Marvel Studios, i quali hanno fatto incrociare – con grande successo, non si può nascondere – i destini di tutti i loro supereroi. A ruota, li hanno seguiti in questa operazione, anche i rivali di sempre della DC Comics, ma con qualche problemino in più, forse superato dal recente successo di Wonder Woman.
Alla luce di tali risultati, qualche geniale dirigente strapagato ha suggerito di fare lo stesso con i mostri classici che la Universal portò sul grande schermo tra gli anni ’20 e i ’50. Da Frankestein, all’Uomo Invisibile, passando per la Mummia, fino ad arrivare al Fantasma dell’Opera. Ed è proprio con La Mummia che questo Dark Universe ha fatto il suo debutto.
Un gruppo di archeologi e militari, tra i quali Nick Morton, profana una cripta inesplorata nelle profondità del deserto, risvegliando inavvertitamente la creatura millenaria che vi è sepolta, la principessa Ahmanet, il cui destino le è stato ingiustamente strappato via nel fiore degli anni. Il nome, che rievoca la dea egizia del Caos, dice molto sulle inquietanti intenzioni dell’antica regina: un tempo designata per governare l’Egitto, la giovane donna si lasciò accecare da un potere oscuro e demoniaco e venne per questo imprigionata nelle profondità del deserto. Tornata alla vita ai giorni nostri, la mummia progetta di servirsi di Morton per riacquistare i poteri e lanciare la sua terribile maledizione sull’umanità intera, una malvagità senza precedenti cresciuta con lei nel corso dei millenni.
Alex Kurtzman è apparso da subito come l’uomo sbagliato per porre la prima pietra di questo universo. Si trattava dell’esordio alla regia dello sceneggiatore a cui dobbiamo il terribile franchise di Transformers e il pessimo reboot dell’Uomo Ragno, The Amazing Spiderman. Come avrebbe potuto gestire un patrimonio cinematografico – e letterario – così importante e profondo? Ebbene, la sua inadeguatezza a questo progetto ha fornito inavvertitamente un paradosso davvero interessante: Kurtzman, non appartiene a quella generazione di cineasti che hanno visto da bambini i film con i mostri classici, ma ne ha attinto indirettamente dai film di Genere degli anni ’80. Dunque, quando è stato scelto per riproporre al pubblico contemporaneo atmosfere e personaggi che con la modernità hanno molto poco a che fare, la lezione appresa da bambino gli è tornata molto utile. Il classico, per questo regista, risiede in film come Indiana Jones o Un lupo mannaro americano a Londra, non certo ne La Mummia con Boris Karloff. È affascinante notare come in questo ennesimo remake si utilizzino lo stile e le trovate di Landis o di Spielberg, ignorando completamente chi ha reso immortali questi film, come Tod Browning o James Whale.
La Mummia del 2017 ha come riferimenti classici ciò che era novità negli anni ’80, ma che è decisamente retrò oggigiorno. Questo spostamento del parametro di riferimento, ci consegna un film che riesce a proporre avventura, azione e commedia in maniera soddisfacente, consentendo al pubblico più giovane di apprezzare situazioni grottesche e di ridere dinnanzi a un morto vivente in putrefazione.
Anche la scelta del cast appare orientarsi verso un omaggio al cinema eighties: non a caso i protagonisti hanno superato i cinquant’anni, raggiungendo lo status di star proprio in quella decade. Tom Cruise docet.
Certamente, non siamo difronte ad una pellicola che potrebbe diventare a sua volta un classico, ma bisogna ammettere che come inizio lascia ben sperare. Può darsi che le nostre aspettative fossero molto basse relativamente al Dark Universe, tuttavia, a parere di chi scrive, si è trattata di una piacevole sorpresa. Restiamo in attesa degli altri film annunciati – il prossimo dovrebbe essere La moglie di Frankestein con Angelina Jolie, al quale seguirà L’uomo invisibile con Johnny Deep – ma nel frattempo, possiamo abbandonarci a un sospiro di sollievo: Kurtzman ha risparmiato ai nostri amati mostri la morte poco dignitosa che temevamo. Vi pare poco?
Paolo Gaudio
–
LA MUMMIA
Regia: Alex Kurtzman
Con: Tom Cruise, Russell Crowe, Sofia Boutella, Annabelle Wallis, Jake Johnson
Uscita sala in Italia: giovedì 8 giugno 2017
Sceneggiatura: Jon Spaihts
Produzione: Sean Daniel Company, Secret Hideout, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2017
Durata: 110′